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Compagnie Aeree

Chi ha ragione tra Urso e Ryanair?

Caro voli, decreto del governo e polemica fra Wilson (Ryanair) e il ministro Urso. L'analisi di Paolo Rubino, ex manager di Alitalia

“Le norme sul caro voli creerebbero un pericoloso precedente a un settore la cui liberalizzazione ha portato in questi anni benefici enormi ai cittadini” così il portavoce dell’associazione italiana delle compagnie low fare. E l’amministratore delegato di Ryanair, Eddie Wilson, non esita ad assimilare le misure progettate dal governo in materia di prezzi dei voli alle prime decisioni del Soviet supremo all’indomani della conquista del potere in Russia.

L’ALGORITMO È L’UOMO NERO DEI POLITICI ITALIANI

È l’ennesimo caso di una storia infinita, esclusivamente italiana, di confronto tra l’ingenuità dei politici nazionali e la spregiudicatezza degli attori del trasporto aereo. L’idea infantile dei politici italiani da oltre trent’anni a questa parte è che le compagnie aeree esistano per trasportare i passeggeri ai prezzi da questi desiderati. Il dogma di riferimento è che, ai prezzi desiderati dai passeggeri – anche elettori dei politici per inciso – le compagnie aeree di proprietà pubblica perdano denaro, quelle di proprietà privata facciano profitti. Idee infantili e dottrina dogmatica hanno prodotto lo sfascio nazionale del trasporto aereo.

Pensare oggi che sia un algoritmo a penalizzare i turisti in partenza per la Sicilia e la Sardegna è come credere all’uomo nero delle storielle dell’infanzia. La lunga fase delle tariffe basse, durata oltre trent’anni nei voli interni europei, è sostanzialmente terminata. Quei prezzi così competitivi, con i quali sono cresciute almeno un paio di generazioni di viaggiatori europei, erano resi possibili dalla crescita delle quantità dei voli delle compagnie aeree low cost di oltre il 15% all’anno. Ovvero un 15% in più di aeromobili e di personale nuovi ogni anno che mantenevano i costi di produzione sensibilmente più bassi rispetto a quelli delle compagnie tradizionali a crescita di circa il 2/3% annuo quando non addirittura stagnante negli anni di ciclo negativo.

IL CARO VOLI E LA LEGGE DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA

Oggi l’Europa è intasata di voli, l’alta velocità ferroviaria ha sviluppato una rete imponente ed efficiente. La crescita annua delle low cost al ritmo medio del 15% per anno si è esaurita. Il mercato europeo dei viaggi di media distanza è controllato dalle ex compagnie low cost e dalle compagnie ferroviarie. Solo gli ingenui possono sorprendersi se, in periodi di alta domanda, i protagonisti del trasporto alzano i prezzi a livelli “esorbitanti”.

D’altronde per chi si professa liberale e liberista il concetto di prezzo esorbitante dovrebbe avverarsi soltanto quando aerei e treni restassero semivuoti. Oggi non è così, sono stracolmi e si fa fatica a trovare un posto. Al ministro Urso bisognerebbe dire: è la legge della domanda e dell’offerta bellezza!

IL GOVERNO SBAGLIA; IL CEO DI RYANAIR HA RAGIONE

Dunque il governo sbaglia a progettare misure di calmieramento dei prezzi dei voli? Certo un governo che non si preoccupi di rendere fluidi e accessibili per tutti i servizi fondamentali e di promuovere le basi strutturali della crescita economica del paese non farebbe il suo dovere. Peccato che oramai i buoi siano fuggiti dalla stalla.

Questo stesso governo, al suo esordio, ha decretato che l’ultimo barlume del trasporto aereo nazionale, la Ita Airways, dovesse essere privatizzato e potesse esserlo soltanto cedendo il controllo ad un’altra compagnia aerea. Bene, questo governo ha rinunciato consapevolmente ad avere uno strumento industriale nazionale cui “ordinare” di servire destinazioni domestiche sfavorite dalla geografia o immature per sviluppo economico e di farlo a prezzi calmierati facendosi carico delle eventuali perdite. E probabilmente ha ragione Eddie Wilson quando consiglia pubblicamente gli italiani “di comprare subito qualche guida di Monaco e Francoforte. Due città che i viaggiatori italiani conosceranno presto molto bene. Non avrete più voli intercontinentali diretti dal vostro Paese. Sarete sempre costretti a fare tappa in Germania.”

L’idea ingenua che Lufthansa si appresti a prendere il controllo di Ita per finanziare, con le risorse dei contribuenti tedeschi, lo sviluppo di voli intercontinentali da Roma e da altre grandi città italiane è piuttosto irrealistica. Lufthansa deve garantire la più potente rete di collegamenti per i residenti in Germania e per chiunque ne voglia visitare le sue numerose, belle ed operose, città senza nuocere all’antico hub di Francoforte, senza penalizzare la ricca Baviera e certamente costruendo una rete che rispecchi il rango di capitale di Berlino. L’efficienza delle reti più periferiche in Belgio, Svizzera, Italia e negli altri numerosi mercati minori di cui ha acquisito il controllo negli anni sono il carburante imprescindibile per garantire la massima qualità dei collegamenti da e per la Germania.

STRATEGIE INDUSTRIALI E DECRETI DI EMERGENZA

Pensare di governare le strategie industriali dei grandi attori del trasporto aereo con decretini dettati dall’emergenza e dall’emotività e come pensare di governare un toro manovrandone la coda. Per ora gli italiani sono destinati a volare pagando prezzi sempre più alti e gli stranieri a venire in Italia affrontando voli sempre più complicati. Se poi un giorno fondi investimento non nazionali dovessero riuscire ad appropriarsi della maggior parte degli asset turistici nazionali (alberghi, spiagge, poli museali e strutture ricettive in genere) allora forse l’interesse a voli intercontinentali diretti potrebbe rinascere per smentire il sarcasmo odierno di Eddie Wilson.

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