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Caro Benetton, troppo facile addossare le colpe ai manager di Autostrade (scelti da voi)

La lettera di Luciano Benetton del gruppo Atlantia (che controlla Autostrade) commentata da Fulvio Coltorti, ex direttore dell'area studi di Mediobanca

“Trovo necessario fare chiarezza su un grande equivoco: nessun componente della famiglia Benetton ha mai gestito Autostrade. La famiglia Benetton è azionista al 30% di Atlantia che a sua volta controlla Autostrade”. E’ quanto precisa Luciano Benetton, in una lettera inviata ad alcuni quotidiani nazionali, in cui chiede “serietà”, non “indulgenza”, ma invita a smettere l’odio nei suoi confronti e della sua famiglia. “Non cerco giustificazioni – aggiunge il patron della famiglia veneta -, ma questi attacchi sono assurdi”, “chi ha sbagliato deve pagare ma è inaccettabile la campagna scatenata contro la nostra famiglia”. “Le notizie di questi giorni su omessi controlli, su sensori guasti non rinnovati o falsi report – spiega Benetton -, ci colpiscono e sorprendono in modo grave, allo stesso modo in cui colpiscono e sorprendono l’opinione pubblica. Ci sentiamo feriti come cittadini, come imprenditori e come azionisti. Come famiglia Benetton ci riteniamo parte lesa. Di sicuro ci assumiamo la responsabilità di aver contribuito ad avallare la definizione di un management – prosegue – che si è dimostrato non idoneo, un management che ha avuto pieni poteri e la totale fiducia degli azionisti e di mio fratello Gilberto che, per come era abituato a lavorare, di sicuro ha posto la sicurezza e la reputazione dell’azienda davanti a qualunque altro obiettivo. Sognava che saremmo stati i migliori nelle infrastrutture”. (Redazione Start Magazine)

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Post su Facebook di Fulvio Coltorti, già direttore dell’area studi di Mediobanca: “Benetton/Autostrade: troppo facile addossare le colpe ai manager selezionati da loro stessi”

Chi controlla un’impresa ne porta sino in fondo la responsabilità, diretta e indiretta.

Di fronte ad una tragedia come quella del Ponte Morandi mi sarei aspettato in primo luogo un atto di grande costernazione verso tutti: le famiglie delle vittime, i genovesi, l’Italia intera dove è passata l’idea che non riesca a percepire quando un ponte crolla, la comunità economica e finanziaria della quale il gruppo è membro.

In secondo luogo, se ciò che si dice oggi è vero, l’immediato allontanamento dei manager responsabili. C’è una responsabilità in re ipsa, indipendentemente dal fatto che i Benetton abbiano mai messo le mani e i piedi sul cemento e l’asfalto.

Questa è l’ennesima dimostrazione che da noi manca una vera classe imprenditoriale capace di gestire un grande complesso senza pensare ai dividendi e alle feste di Cortina.

Non servono giustificazioni ma grandi pentimenti.

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