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Tutte le sgommate su Nissan, Honda e Foxconn

L'ex-Ceo di Nissan Carlos Ghosn, arrestato e scappato in Libano, critica Nissan per l'ipotesi di fusione con Honda: "una mossa disperata". Più sensata, a suo dire, è la mossa di Foxconn. Tutti i dettagli.

Secondo Carlos Ghosn, ex-amministratore delegato di Nissan arrestato nel 2018 in Giappone per utilizzo improprio dei beni aziendali e poi fuggito in Libano, la casa automobilistica giapponese è in “modalità panico”. A suo dire, l’ipotetico accordo di fusione con Honda è una “mossa disperata. Non è un accordo pragmatico perché francamente le sinergie tra le due aziende sono difficili da trovare”, ha detto durante un’intervista con Bloomberg.

PERCHÉ LA FUSIONE NISSAN-HONDA NON FUNZIONA, SECONDO GHOSN

Ghosn pensa che sia stato l’influente ministero dell’Economia, del commercio e dell’industria del Giappone a spingere Honda a cercare un accordo di fusione o comunque di integrazione con Nissan, dato che le due società sono presenti negli stessi segmenti di mercato con modelli simili.

Mancherebbe, insomma, la “logica industriale” per un accordo e la fusione, se ci sarà, servirà a “coniugare i problemi nel breve periodo di Nissan e la visione a lungo termine di Honda”: Nissan, cioè, ha bisogno di rafforzare la sua posizione finanziaria e compensare la fine della partnership ventennale con la casa francese Renault; Honda, invece, ha bisogno di mezzi per recuperare terreno nelle nuove tecnologie elettriche e a guida autonoma.

LA MOSSA DI FOXCONN, INVECE…

Ghosn giudica invece sensata la mossa di Foxconn, azienda taiwanese nota soprattutto per l’assemblaggio degli iPhone ma interessata a entrare nel settore dei veicoli elettrici: pare che Foxconn abbia manifestato l’interesse a diventare l’azionista di controllo di Nissan, ma avrebbe sospeso i piani.

“Posso capire”, ha detto Ghosn a Bloomberg, “che un’azienda come Foxconn, guidata da un management molto serio e realistico, dica: ‘Sapete cosa, invece di investire per realizzare la nostra auto elettrica, compriamo una casa automobilistica’. Non saranno gli unici a cercare di farlo”.

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