Martedì le azioni di Tesla, la casa automobilistica di Elon Musk specializzata in veicoli elettrici, hanno perso il 6,3 per cento del loro valore in borsa dopo che la società cinese Byd – la concorrente principale: non produce solo vetture elettriche “pure”, però, ma anche ibride plug-in – ha detto che integrerà l’intelligenza artificiale di DeepSeek nelle sue tecnologie di guida autonoma.
IL MERCATO PUNISCE MUSK?
Nelle ultime cinque giornate di trading il prezzo delle azioni di Tesla è calato del 16 per cento. Il mercato – già mostratosi parecchio entusiasta per DeepSeek, peraltro – percepisce Byd in vantaggio sulla guida autonoma e forse “punisce” Musk per le deviazioni dal suo business principale. Nei giorni scorsi l’imprenditore ha presentato un’offerta da 97,4 miliardi di dollari per acquistare l’organizzazione non profit che controlla OpenAi: non è chiaro se sia davvero interessato ad acquisire la startup, però, o se voglia piuttosto ostacolarne la transizione in una società for-profit.
Musk aveva già tentato – ma senza successo – di incorporare OpenAi in Tesla per sfruttarne le tecnologie di intelligenza artificiale nei sistemi di guida autonoma.
L’ANNUNCIO DI BYD
Dietro alla crescita di Byd in borsa c’è l’annuncio che le funzionalità di guida assistita “God’s Eye” – che includono il parcheggio da remoto tramite smartphone e il sorpasso autonomo – saranno disponibili gratuitamente su tutti i modelli, anche quelli a basso prezzo come la Seagull, una berlina elettrica da 10.000 dollari.
Il presidente della società, Wang Chaunfu, ha detto che “stiamo iniziando un’era in cui la guida autonoma è per tutti”.
L’IMPATTO
La mossa di Byd potrebbe mettere pressione a Tesla e indurla a ripensare il suo modello di guida autonoma: i consumatori potrebbero infatti non essere più disposti a pagare per un servizio che la concorrenza offre gratis.
D’altra parte, nonostante la crescita degli ultimi anni, la quota di mercato di Byd negli Stati Uniti e in Europa rimane piccola rispetto a quelle di Tesla (che vale da sola quasi il 50 per cento delle vendite di veicoli elettrici in America) e delle case tradizionali. L’espansione di Byd e degli altri marchi cinesi è inoltre ostacolata dai dazi imposti da Washington (al 100 per cento) e da Bruxelles (al 10 per cento, più un’aliquota variabile del 17-35 per cento).
Che l’annuncio di Byd conduca a una rivoluzione globale sul mercato della smart mobility, insomma, non è scontato. Nel 2024 la società è stata la settima maggiore produttrice automobilistica al mondo per unità vendute: 4,2 milioni tra elettriche e ibride. Per il 2025 prevede di consegnarne cinque-sei milioni.
LA RITIRATA DI BERKSHIRE HATHAWAY
A luglio Berkshire Hathaway, la holding statunitense guidata da Warren Buffett, ha ridotto la sua partecipazione in Byd sotto il 5 per cento. L’investimento risale al 2008, quando acquistò 225 milioni di azioni per una quota del 10 per cento a un prezzo di 230 milioni di dollari; dal 2022, poi, ha iniziato con le vendite dopo che il titolo della casa automobilistica era cresciuto di oltre venti volte.