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Perché DeepSeek ha affossato anche i Bitcoin

DeepSeek non ha fatto crollare soltanto i titoli delle principali società tecnologiche americane ma anche i Bitcoin. Il mercato delle criptovalute saprà resistere allo scossone nel settore dell'intelligenza artificiale?

Lunedì DeepSeek, la startup cinese che ha sviluppato dei modelli di intelligenza artificiale grossomodo equivalenti a quelli delle aziende statunitensi ma dai costi inferiori, non ha fatto crollare soltanto i titoli delle principali società tecnologiche americane.

IL CROLLO DI NVIDIA

A soffrire di più, comunque, è stata Nvidia, l’azienda dominante nel mercato dei microchip per l’intelligenza artificiale, che ha visto il suo titolo perdere il 17 per cento. C’entra il fatto che il modello V3 di DeepSeek – così sostiene la startup – è stato “costruito” con dei processori dalle prestazioni inferiori rispetto a quelli “standard”, per una spesa molto più bassa di quella generalmente sostenuta dagli sviluppatori di questi sistemi: meno di 6 milioni di dollari, contro gli oltre 100 milioni di Gpt-4 di OpenAi.

Il mercato, dunque, si è chiesto se il futuro dell’intelligenza artificiale dipenda innanzitutto dalle performance dei processori – quelli di Nvidia sono i più avanzati – o piuttosto dall’efficienza gestionale dei modelli, e se il modello di business delle Big Tech sia sostenibile.

L’IMPATTO DI DEEPSEEK SUI BITCOIN

Oltre a Nvidia, che ha visto il suo valore di mercato ridursi di 600 miliardi di dollari, la popolarità di DeepSeek ha impattato anche sui titoli in borsa di Alphabet e Meta, in particolare, che hanno investito parecchio nell’intelligenza artificiale.

Il crollo azionario del settore tecnologico statunitense si è trasferito sul mercato delle criptovalute: Bitcoin, la più popolare, ha perso il 3 per cento; Ether e Solana sono andate anche peggio.

L’andamento del Bitcoin, in particolare, è molto legato a quello dei titoli del comparto tecnologico americano: secondo Bloomberg il coefficiente di correlazione a trenta giorni tra la criptovaluta e l’indice Nasdaq 100 è di 0,67: il valore 1 indica una piena correlazione, mentre il valore -1 segnala una relazione inversa.

Il legame tra questa criptovaluta e il mercato tecnologico americano sarebbe così stretto che, secondo Charlie Morris di ByteTree Asset Management, sta “diventando più difficile distinguere tra Bitcoin e Big Tech“: il loro andamento è pressoché uguale.

TRUMP FA ACCELERARE IL BITCOIN, DEEPSEEK LO FRENA?

Il successo – ma è difficile dire se sarà duraturo – di DeepSeek potrebbe dunque frenare la crescita del Bitcoin, che nei giorni dell’inaugurazione di Donald Trump aveva raggiunto il prezzo record di 109.241, stimolato dalle aspettative sulla regolamentazione favorevole che verrà adottata dalla sua amministrazione (senza contare che lo stesso presidente e sua moglie hanno lanciato le proprie monete).

Nel corso del 2023 e del 2024 il valore del Bitcoin è cresciuto del 465 per cento: questa tendenza proseguirà oppure è destinata a invertirsi? A livello generale una qualche flessione del mercato è già stata registrata, visto che dall’inizio del 2025 la metà più bassa della classifica dei cento maggiori asset digitali è calata di oltre il 10 per cento.

Gli analisti di mercato sembrano però ottimisti. Jonathan Yark di Acheron Trading, ad esempio, pensa che “se l’amministrazione Trump procederà con una politica aggressiva a favore delle criptovalute, il Bitcoin e gli asset digitali sono in linea per un riprezzamento favorevole, anche se la domanda del mercato tradizionale sta diminuendo”.

Caroline Mauron pensa che una forbice di prezzo tra i 90.000 e i 110.000 dollari per il Bitcoin “continuerà a resistere per qualche tempo, mentre il mercato si consolida”.

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