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Ecco come l’auto Usa fa ancora il pieno di aiuti grazie a Biden

Ecco come l'auto Usa fa ancora il pieno di aiuti grazie a Biden

 

Gli obiettivi che la Casa Bianca ha fissato riguardo la transizione energetica ed ecologica nel comparto automotive Usa avranno anche fatto infuriare Detroit, dove difatti Joe Biden non si fa più vedere da diverso tempo, ma non si può dire che il presidente americano non stia inondando il comparto dell’auto con fiumi di denaro.

DA BIDEN FIUMI DI DENARO ALL’AUTO MADE IN USA

Non bastassero le commesse che il governo federale sta facendo e continuerà a fare per il rinnovo della propria flotta e le tutele dell’Inflation Reduction Act che di fatto chiudono il mercato dei 50 Stati a tutti i marchi esteri che non localizzano la propria filiera negli Usa, iI Dipartimento dell’Energia, ha pubblicato un bando di finanziamento da 2 miliardi di dollari (oltre 1,84 miliardi di euro) per accelerare le attività industriali nel campo della mobilità elettrica.

LE RESTRIZIONI DELL’ENTE FEDERALE DELL’AMBIENTE

Un modo per indorare l’amara pillola delle nuove restrizioni sulle emissioni dell’Epa riguardano non solo le auto, ma anche i veicoli commerciali e quelli pesanti e si applicano ai veicoli nuovi a partire dal 2027. Si tratta di norme che bandirebbero puntano a rendere a emissioni zero il 67% delle vetture passeggeri vendute negli Stati Uniti entro il 2032, mentre ora hanno una quota del 5,6%.

Il pacchetto impone una diminuzione del 13% delle emissioni per i cinque anni in cui saranno in vigore. L’intento non dichiarato è rendere anti-economica la produzione di vecchi propulsori diesel e benzina imponendo alle Case produttrici di installare filtri molto costosi.

L’IRA DI BIDEN PLACHERA’ L’IRA DELL’AUTO USA?

I nuovi finanziamenti a tassi agevolati, che si incardinano nell’Ira fortemente voluta da Biden, sono indirizzati non solo alle auto elettriche, ma anche alle ibride plug-in e ai veicoli a celle di combustibile, e riguardano tutte le categorie di mezzi di trasporto, nonché la componentistica. A essere finanziati preliminarmente tutti quei progetti per l’ammodernamento e la riorganizzazione di fabbriche dismesse o in via di dismissione: l’obiettivo è preservare i posti di lavoro e salvaguardare e aggiornare i siti industriali richiamando anche marchi esteri che, appunto, per effetto dell’Inflation Reduction Act devono impiantare in loco la propria linea produttiva per non essere esclusi dai bonus.

Ma l’industria dell’auto Usa non sembra comunque tranquilla. Anzi, è parecchio arrabbiata con Biden: l’Alliance for Automotive Innovation, ritiene che gli obiettivi presentati dall’Epa (l’agenzia per la protezione ambientale) per il 2032 non sono “né ragionevoli, né raggiungibili”.

COSA CHIEDE LA LOBBY DELL’AUTO

L’Alleanza non ha in seno solo l’industria Usa dell’auto strettamente considerata (ovvero i marchi americani), ma ricomprende i maggiori costruttori e fornitori di componentistica, tra cui BMW, Bosch, Ford, GM, Honda, Hyundai, JLR, Kia, Magna, Mercedes, Nissan, Toyota o Volkswagen. Sono numerosi gli stranieri presenti nel novero, tutti comunque con importanti filiere produttive negli States.

“L’obiettivo del 50% nel 2021 era ambizioso, ma si basava anche su obiettivi climatici chiaramente definiti: è stato stabilito su una base di ipotesi credibili e di dati”, scrive il presidente John Bozzella, definendo le proposte dell’Epa un “castello di carte”, perciò Washington dovrebbe stabilire “regole equilibrate, fattibili e durature” per non frenare lo slancio dell’industria statunitense verso l’elettrificazione.

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