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Francia Gigafactory

Auto EV. Non solo la Spagna, anche la Francia in corsa per le gigafactory

Il piano da 30 miliardi di euro per rilanciare l’industria d’Oltralpe voluto da Emmanuel Macron e finanziato in gran parte con fondi comunitari inizia a funzionare: la Francia apre sempre più gigafactory Non c’è solo la Spagna in corsa per assicurarsi le gigafactory di auto e batterie EV in vista dello switch-off dettato dal piano…

Non c’è solo la Spagna in corsa per assicurarsi le gigafactory di auto e batterie EV in vista dello switch-off dettato dal piano europeo Fit for 55, degli impianti di produzione di auto a motori endotermici: anche la Francia, infatti, sta procedendo di gran lena alla riconversione dei suoi principali stabilimenti.

LE ULTIME GIGAFACTORY INAUGURATE IN FRANCIA

Soltanto negli ultimi giorni, Stellantis ha tagliato i nastri agli ingressi degli impianti dislocati tra Trémery e Metz, mentre Renault ha inaugurato la nuova catena per il montaggio di motori elettrici nello stabilimento di Cléon, in Normandia.

Per quanto riguarda i primi, se ne è parlato soprattutto per le risposte al vetriolo rese, a margine della cerimonia, dall’Ad del gruppo Stellantis, Carlos Tavares: “Tutto ciò che ho visto e sentito finora mi fa credere che ai policy makers non interessi se i costruttori abbiano sufficienti materie prime per supportare il passaggio all’elettrico e che pensino che in ogni caso troveremo la soluzione”. Parole che fanno capire come il solco tra il legislatore comunitario e il maxi gruppo europeo – statunitense sia tutt’altro che riappianato.

Del resto, sempre Tavares, in merito alle decisioni che Bruxelles dovrà prendere sul ruolo delle ibride nella transizione energetica ed ecologica, ha tagliato corto: “Non ci aspettiamo di partecipare al confronto sulle ibride: ci limiteremo a rispettare le decisioni prese. Il tempo delle discussioni è finito: oggi siamo nella posizione per cui i nostri piani sono operativi e nei prossimi mesi siamo pronti a investire ancora di più nell’elettrificazione, augurandoci soltanto che questa strategia europea rimanga stabile, perché in caso contrario si potrebbe creare un grosso problema”.

Dichiarazioni che hanno tolto spazio alla rivoluzione apportata da Stellantis all’interno degli storici impianti di Trémery-Metz che da oltre 40 anni producevano motori termici e cambi, mentre d’ora in poi faranno componenti per auto ibride ed elettriche attraverso le nuove linee di produzione dedicate ai propulsori per Ev e alle trasmissioni delle vetture elettrificate già entrate in funzione a pieno regime. Ben 57 milioni di euro hanno permesso l’installazione a Metz della catena di lavorazione delle nuove trasmissioni robotizzate doppia frizione a sette marce. Non dimentichiamo inoltre che Stellantis con Total ha realizzato una joint venture per le batterie che punta a realizzare una fabbrica in Francia.

COSA FA RENAULT A CLEON

Sul fronte Renault, Cléon, avrà, a partire dal 2024 una capacità produttiva di oltre 1 milione di motori, con una leggera prevalenza, almeno nel periodo iniziale, degli ibridi (500 mila elettrici e 510 mila ibridi). A Cléon sarà realizzato il motore “ePT-160kW” della partnership franco-nipponica con Nissan e Mitsubishi, destinato anche alla Megane E-Tech Electric che sarà invece prodotta a Douai, nell’Alta Francia, uno dei poli dell’ElectricCity che con Maubeuge e Ruitz intende diventare il centro di produzione di veicoli elettrici più importante e competitivo d’Europa, sfornando 400 mila vetture a batteria all’anno.

Restando a Cléon, Renault ha rivelato che nel 2024 la produzione sarà ampliata con il propulsore “ePT-100 kW” che troverà alloggio sul pianale della Renault 5, quindi, nel 2027, in quegli stabilimenti nascerà un motore di nuova generazione da 200 kW, senza terre rare e sviluppato in collaborazione con Valeo e Valeo Siemens eAutomotive. Il Gruppo Renault ha stretto un accordo con Envision AESC per la realizzazione di celle per le batterie delle sue future auto elettriche.

ANCHE LE STARTUP DELLA PARTITA

Le gigafactory d’Europa saranno la casa di molte alleanze tra marchi storici e startup innovative. Nelle scorse settimane sono stati presentati due progetti affini. Il primo nel Nord della Francia, a Dunkerque, finora celebre per l’omonima battaglia. Ospiterà in un’area di 150 ettari il frutto della partnership tra Renault e Verkor, startup partecipata dalle multinazionali Schneider Electric, Capgemini e Arkema e dal governo francese.

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La stessa Renault, peraltro, ha partecipazioni in Verkor. Nell’immediato, il progetto prevede investimenti per 2,5 miliardi di euro e la creazione di 1.200 posti di lavoro diretti e 3 mila indiretti. L’obiettivo è aprire entro il 2025.

Sembra insomma iniziare a rodare il piano da 30 miliardi, France 2030, voluto in piena campagna elettorale da Emmanuel Macron per ristrutturare l’industria d’Oltralpe, di cui 4 destinati alla transizione ecologica dei trasporti e circa la metà all’auto EV. L’obiettivo è di arrivare a produrre in Francia almeno 2 milioni di auto elettriche ed ibride entro il 2030.

Non dimentichiamo che finora il Governo francese è stato anche tra i più “generosi” in Europa nell’offrire incentivi per l’acquisto delle auto a batteria: fino a 12.000 euro per una nuova BEV, ma soprattutto non bisogna scordare che i piani industriali di Macron prevedono di mettere sul piatto anche 6 miliardi di euro nell’elettronica e, in particolare, nella produzione di chip, per emanciparsi dai capricci di Pechino e Taiwan, anche in vista di eventuali conflitti in quell’area.

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