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Basta auto private. Suicidio Unipol su Rc auto?

Scenari e tesi di una ricerca del Politecnico di Milano in collaborazione con Unipol su auto elettrica e non solo.

 

“il problema è innanzitutto quello di ridurre l’uso dell’auto privata”. E’ quello che ha detto un professore universitario nell’ambito di una tavola rotonda promosso da un think tank promosso dal gruppo Unipol che – come si rileva da un report di Kpmg – ha il primato con il 21,9% della quota di mercato nel settore Rc auto.

Ma le auto elettriche possono superare pregiudizi e ansia da ricarica? Uno studio del Politecnico di Milano evidenzia che il 20% delle auto può essere sostituito con un veicolo elettrico.

COSA SI E’ DETTO ALLA TAVOLA ROTONDA

Il 20% delle auto private con motore endotermico potrebbe essere sostituito da un veicolo elettrico. Lo conferma uno studio del Politecnico di Milano, che tra inizio dicembre 2021 e fine novembre 2022, attraverso i dispositivi telematici installati da Unipol a bordo delle auto, ha analizzato quasi 200 milioni di spostamenti effettuati da circa 100 mila veicoli privati immatricolati a Bari e provincia.

Se n’è discusso a Bari alla tavola rotonda del Think Tank “The Urban Mobility Council” promosso da Unipol Gruppo. Nel corso dei lavori è stato presentato un nuovo indicatore di misurazione tecnica della transizione green: l’E-Private Mobility Index, l’indice di convertibilità all’auto elettrica.

LO STRANO THINK TANK DEL GRUPPO UNIPOL

The Urban Mobility Council promosso dal gruppo capitanato dall’ad, Carlo Cimbri, ha una composizione piuttosto eccentrica come si evince dal sito istituzionale: tra i membri anche due ex deputati, una eletta con il Movimento 5 Stelle e un’altra esponente storico del Pd.

CHE COSA EMERGE DALLA RICERCA

La ricerca – come sottolinea la comunicazione di Unipol – dimostra che la possibilità di sostituire l’auto a motore termico con un veicolo elettrico dipende da tre fattori principali: la fattibilità funzionale, ovvero la garanzia di poter mantenere le proprie abitudini di spostamento; la possibilità di ricarica notturna domestica, considerando la disponibilità di prese o colonnine a basso costo; la praticabilità economica della scelta, ipotizzando un break even time di otto anni (il tempo medio di ricambio di una auto).

Una transizione, dunque, che non deve essere esclusivo appannaggio di una cerchia ristretta ed elitaria di popolazione e che non deve essere ostacolata dalla scarsità di infrastrutture di ricariche pubbliche. Non basta: tale percentuale potrebbe aumentare di oltre 10 punti qualora venisse offerta agli automobilisti la possibilità di superare, fino a un massimo di 5 volte l’anno, il range di autonomia medio (300km) attraverso il noleggio o l’uso di una auto tradizionale.

Alla tavola rotonda hanno partecipato stakeholder istituzionali, esperti e diversi player dell’industria automotive, ICT, TLC per confrontarsi in merito alle tante sfide e alle importanti opportunità che si aprono per le città, l’industria e i cittadini alle prese con la convertibilità alla mobilità elettrica.

L’ANALISI DI STRADA (POLITECNICO DI MILANO)

Secondo la professoressa Silvia Carla Strada, ricercatrice presso il Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano: “È urgente investire sull’installazione agevolata di infrastruttura di ricarica domestica o di prossimità e su politiche pubbliche di finanziamento, oltre che incentivi una tantum, per rendere i veicoli full electric accessibili anche a chi non abbia a disposizione i capitali per beneficiare dell’incentivo attuale”.

OTTOMANELLI (POLITECNICO DI BARI): RIDURRE L’USO DELL’AUTO PRIVATA

Per il professor Michele Ottomanelli, ordinario di Trasporti del Politecnico di Bari, “il problema è innanzitutto quello di ridurre l’uso dell’auto privata. Altro aspetto è quello dell’equità dell’auto elettrica come sistema: possibilità di acquisto, distribuzione sistemi di ricarica, costo dell’energia. Sono tante le problematiche che al momento vedrebbero escluse le categorie di utenti più svantaggiante. Non è solo un problema di emissioni, ma di spazi urbani, di equità, di inclusione e vivibilità delle città”.

Il confronto è stato moderato da Stefano Genovese, Head of Institutional & Public Affairs Unipol Gruppo: “Le istituzioni europee hanno fissato gli obiettivi, condivisi e non rimandabili, di una transizione verso le emissioni zero, ma nell’ecosistema allargato delle nuove mobilità è tuttora aperto il confronto, anche serrato a livello geopolitico, tra le tecnologie, i nuovi veicoli e i modelli di servizio più efficienti per raggiungere questi obiettivi. Il Think tank The Urban Mobility Council intende ospitare il confronto tra gli stakeholder delle nuove mobilità e offrire elementi fattuali, scientifici e non ideologici ai decisori istituzionali, alle imprese e anche ai cittadini chiamati a fare scelte importanti e onerose per contribuire ad avverare la nuova frontiera della decarbonizzazione”.

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