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Alitalia, il governo si sta incartando?

Arriva puntuale la settima proroga per il rilancio di Alitalia. Ma questa volta non è solo uno slittamento: il governo pone delle condizioni stringenti. Ecco quali.

 

Il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, ha concesso ieri una proroga (fino al 21 novembre), la settima, per la presentazione di un’offerta vincolante, ma subordinandola a due condizioni: intervento diretto dei commissari (come peraltro sollecitato dalla stessa terna Daniele Discepolo, Enrico Laghi e Stefano Paleari) e immediato confronto con gli offerenti; richiesta di aggiornamento quotidiano sullo stato di avanzamento dei lavori. Ecco tutti i dettagli sulla scia della decisione del governo su Alitalia.

CHE COSA PREVEDE L’OFFERTA PER ALITALIA

Attualmente il progetto della newco prevede per Fs ed Atlantia una quota del 35% ciascuno, il 15% al Tesoro e il 10% a Delta anche se quest’ultima potrebbe salire al 12% nella compagine azionaria. Sullo sfondo resta però Lufthansa, anche se è ferma ad una partnership commerciale con la compagnia italiana. Ma in ambienti politici cresce l’attesa per un intervento del gruppo tedesco anche nel capitale; una novità però che indurrebbe Delta a uscire dalla cordata (mentre in via Veneto nello staff del ministro c’è chi spinge per Delta).

ECCO LA DECISIONE DI PATUANELLI

Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha rinviato al 21 novembre prossimo il termine per la presentazione dell’offerta vincolante. Tuttavia meno delle otto settimane che avevano chiesto Fs ed Atlantia per mettere a punto l’offerta finale.

CHE COSA SI ATTENDE IL GOVERNO

Il dicastero di Via Veneto precisa che la proroga “è subordinata a due condizioni: intervento diretto dei commissari e immediato confronto con gli offerenti; e una richiesta di aggiornamento quotidiano sullo stato di avanzamento dei lavori”.

I TERMINI DELLA NUOVA PROROGA

La nuova proroga era data ormai per scontata dopo che il Governo nei giorni scorsi aveva inserito nel decreto fiscale un nuovo prestito ponte da 350 milioni, una tranche necessaria per sei mesi per “indilazionabili esigenze gestionali”, considerando che dei 900 milioni del primo prestito ponte, sul quale l’indagine della Ue è ancora in corso, sono rimasti ad Alitalia al 30 settembre solo 310 milioni.

NUMERI E SCENARI

Con questa ultima iniezione di capitale, vola a 1 miliardo e 250 milioni la liquidità totale versata in quasi due anni e mezzo dallo Stato nelle casse della ex compagnia di bandiera. A questo punto con la formalizzazione del nuovo termine, la trattativa ripartirà dagli “approfondimenti” che avevano chiesto Fs ed Atlantia la settimana scorsa. E c’è chi si chiede – come l’ex esperto di trasporti al Mit, Ugo Arrigo – se sia opportuna una gestione pubblica transitoria per Alitalia visto il profluvio di altro denaro statale verso la compagnia.

 

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