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Delta Voli Cancellati

Alitalia, ecco i paletti di Delta (che gradisce Atlantia)

Tutti i dettagli su obiettivi e auspici di Delta e non solo su Alitalia.

Con appena 435 milioni di euro in cassa, il 15 luglio la partita Alitalia si deve chiudere. Si può sintetizzare con un «chi c’è c’è» la posizione del vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, come l’ha espressa ai sindacati nell’incontro nei giorni scorsi al Mise, presenti anche i commissari straordinari della compagnia.

I NOMI IN BALLO PER ALITALIA

Il «chi c’è c’è» per il momento comprende Fs, Delta e il Mef, mentre ancora si ragiona su come collocare le new entry rappresentate da gruppo Toto, da Claudio Lotito e soprattutto dall’imprenditore colombiano German Efromovich, primo azionista della compagnia aerea colombiana Avianca, il cui ingresso nella partita è stato anticipato da MF-Milano Finanza il 21 giugno scorso.

IL RUOLO DI TOTO

Ognuno, infatti, vuole un peso nella governance incompatibile con le richieste dell’altro. Un altro rompicapo, a 10 giorni dalla scadenza: il governo perciò, ne sceglierà uno soltanto, con Toto favorito. «Fs ha circa il 35%, Delta tra il 10 e il 15%, il Mef attorno al 15%, lievemente superiore a Delta», ha detto Di Maio, quantificando in un miliardo di euro l’impegno complessivo dei tre partner.

CHE COSA FARA’ IL MEF

La quota del Mef in realtà è legata alla conversione degli interessi sul prestito-ponte di 900 milioni e l’ingresso nel capitale resta condizionato alla presentazione di un piano industriale sostenibile da parte della newco. Inevitabile un riferimento ad Atlantia.

LE PAROLE DI DI MAIO SU ALITALIA

La chiusura e le dichiarazioni di guerra dei giorni scorsi («Dopo il ritiro della concessione Atlantia sarà decotta e danneggerebbe Alitalia», aveva detto Di Maio la scorsa settimana a mercati aperti) hanno lasciato il posto a un invito a farsi avanti. «Chi vuole, lo faccia entro il 15 luglio», avrebbe detto Di Maio ai sindacati: «Chi vuole presentarsi lo deve fare adesso e uscire allo scoperto. E deve essere chiaro che la vicenda Alitalia non è politica, ma un’operazione di mercato. Quindi chi vuole manifestarsi e uscire allo scoperto lo faccia e non pensi di usare altre leve. Non esistono pregiudizi, ma non si accettano ricatti».

DOSSIER AUTOSTRADE

Il tema è il ritiro delle concessioni autostradali che la componente 5 Stelle del governo sta portando avanti. Anche ieri il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli ha confermato di voler proseguire su questa strada, utilizzando per Atlantia -Alitalia parole fotocopia di quelle di Di Maio. Ma sempre meno segretamente le speranze che l’operazione vada in porto entro il 15 sono legate a Delta e alle possibilità che il vettore statunitense si impegni ad aumentare la quota in Alitalia, per gradi. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il vettore Usa sarebbe pronto a farlo, ma ancorando ogni aumento al raggiungimento di precisi indicatori finanziari da parte di Alitalia.

LA VICINANZA DI DELTA AD ALITALIA

Il punto è che, tra i partner veri e presunti della newco, Delta è il più vicino ad Atlantia, anche per via della consuetudine di rapporti instaurata attraverso AdR, che gestisce lo scalo di Fiumicino.

IL TIFO DI PALENZONA

A favore di Atlantia si è espresso anche Fabrizio Palenzona, già presidente di AdR e ora a capo di Assaeoporti. «Voler stare da soli è una scelta sbagliata. Nell’ambito di questa scelta sbagliata ci poteva essere un partner con spalle larghe che aveva l’esperienza e la capacità di assicurare una gestione più efficace del sistema ed è stato allontanato dal tavolo. Secondo me, è una stupidaggine. Le compagnie aeree tradizionali hanno dovuto affrontare importanti processi di consolidamento a livello mondiale», ha detto Palenzona. «Il modello di business stand-alone che vorrebbe perpetuare Alitalia non regge. Se però lo vogliono fare, allora mettano al tavolo i migliori possibili. Con improvvisazione e demagogia non si va da nessuna parte».

 

(Estratto di un articolo pubblicato su MF/Milano Finanza)

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