Nel suo ultimo mobility report Ericsson traccia la mappa mondiale della telefonia mobile. Il 4G si prepara a surclassare il Gsm, con 5 miliardi di abbonamenti entro il 2022, grazie alla spinta di video e social. La rincorsa del 5G
Il 4G sorpassa il Gsm. Ma non è l’unico record contenuto nel Mobility Report di Ericsson, l’indagine del gruppo telefonico sullo stato di salute della rete mobile nel mondo. Che cosa succederà nei prossimi anni nell’ambito della comunicazione mobile?
Se il 4G batte il Gsm (nel 2018)
Primo dato. Mentre la banda larga fissa resta stabile nel tempo, in questi ultimi anni quella mobile ha avuto un incremento esponenziale. È soprattutto la tecnologia 4G Lte, quella cioè con tecnologia di quarta generazione (grazie a cui si naviga meglio e più velocemente su Internet, si possono guardare film in streaming ad alta definizione senza interruzioni e caricare file, foto e video online in pochi istanti) a diffondersi in modo pervasivo. Nel 2017 i suoi utenti sono già 2,1 miliardi e nel 2018, stando a Ericsson, spodesterà il Gsm – che, allo stato, abilita il maggior numero di connessioni a livello internazionale, diventando sempre più dominante fino a raggiungere 5 miliardi di abbonamenti nel 2022.
Così il 4G nel mondo
Guardando alla distribuzione nel mondo della rete Lte 4GQ, in America Latina gli utenti delle reti 3G e 4G arriveranno nel 2022 a toccare una percentuale del 95% rispetto al 65% del 2016. Nella regione Asia-Pacifico, invece, le reti di quarta generazione subiranno una notevole crescita fino al 555 del complesso delle sottoscrizioni mobili e in Cina, segnatamente, gli abbonamenti raggiungeranno quota 1,3 miliardi pari all’80% del totale dell’utenza mobile. Ma sarà l’Europa occidentale a registrare nel 2022 la più alta percentuale di 4G attestandosi al 905, mentre il Nord America conquisterà il primato delle reti 5G con il 25 % di sottoscrizioni.
La rincorsa del 5G
Ma i riflettori sono puntati sulla tecnologia ancora più veloce, quella del 5G, destinata a una lenta ma inesorabile rincorsa. Il 5G che sarà guidato, si legge nel report, “dalla necessità di migliorare le funzionalità della banda larga mobile, così come da nuove soluzioni industriali che garantiscano efficienza e automazione”. Nel dettaglio, sono attesi più di mezzo miliardo di abbonamenti al 5G entro il 2022, senza includere le connessioni legate all’IoT, e si prevede che il 5G coprirà circa il 15% della popolazione mondiale. “A partire dal 2018 anticiperemo alcune funzionalità 5″, ha annunciato in occasione della presentazione del report a Roma Riccardo Mascolo, Head of Strategy, Marketing and Business Development di Ericsson Italia, il quale ha aggiunto che il 5G sarà “determinante per la trasformazione digitale che richiede e richiederà una quantità sempre più crescente di oggetti connessi”.
Un’opportunità per le aziende
E, inutile dirlo, le reti di quinta generazione potranno anche essere un’opportunità di business per le telco, italiane e non. Ericsson calcola che le aziende saranno in grado di ottenere ricavi aggiuntivi del 34% nel 2026 digitalizzando l’industria attraverso il 5G. E in Italia i benefici potrebbero essere ancora più alti in percentuale : il 47 per cento, vale a dire 14,7 miliardi di dollari di maggiori guadagni.
Un mondo (quasi) tutto connesso
Ma c’è un dato che forse più degli altri dà la cifra dell’esplosione della rete mobile. Ad oggi 5,2 miliardi di persone hanno una connessione mobile, 3,4 o 5G o Gsm che sia. L’aumento degli utenti è forte, ma si accompagna anche ad un tipo di fruizione che favorisce sempre di più i flussi di traffico legati a video, musica e immagini: ciò ha comportato una impennata di traffico veicolato quantificabile in un +70% tra il 2016 ed il 2017, con un trend destinato a proseguire ulteriormente fin quando la necessità di reti di nuova generazione non sarà ormai tangibile ed urgente: la crescita va a ritmi differenti in tutto il mondo, ma ovunque il trend è ascendente.
La spinta dei video
Merito soprattutto dei video e dei social network. Il traffico video è destinato a crescere del 50% ogni singolo anno da qui al 2022, fino ad arrivare ai tre quarti dell’intero volume. La moltiplicazione di streaming e dirette, oltre alla crescita continua di YouTube e simili, fino alla lenta transizione della tv sul Web: sono questi i driver che stanno guidando questa grande crescita e che tra 5 anni vedranno comunque il social networking al secondo posto tra i fenomeni in grado di maturare la maggior quantità di traffico.
I piani di Tim per l’Italia
Per l’Italia Tim ha incentrato quasi del tutto il suo piano industriale sullo sviluppo della rete mobile (qui il focus di Startmag). Tanto per cominciare entro il 2019 la copertura del Paese con la rete 4G sarà del 99%, contro l’attuale 96%. Un target in linea con Paesi come Regno Unito, Germania e Spagna, ma superiore alla Francia, dove la cablatura a 4G è ferma all’88%. Passando sulla sponda della rete fissa, dai dati diffusi dalla compagnia Tlc nel corso del confronto coi deputati, emerge una vera e propria accelerazione sulla banda larga. Ad oggi sono 14,3 milioni le abitazioni servite dalla banda ultraveloce, ma entro il 2019 Tim punta a servirne 23 milioni. Stando ai volumi di crescita odierni, il gruppo sta piazzando 6 mila chilometri fibra al giorno, per un totale di 400 mila case servite ogni mese. Inoltre, a partire dal 2013 al 2016, le abitazioni dotate di banda ultralarga sono state 10 milioni, praticamente tre volte la cablatura totale dell’Austria. Certo, il confronto internazionale è ancora amaro: nel Regno Unito la copertura veloce è già al 92%, in Germania all’82%, in Italia ancora al 72%.