skip to Main Content

Vespa Orientalis

Vespa orientalis, ecco chi corre il vero pericolo

Aumentano gli interventi nella capitale (e non solo) per rimuovere i nidi di Vespa orientalis. È davvero pericolosa? E per chi? Tutti i dettagli su dove e perché si sta diffondendo, come riconoscerla e cosa fare secondo gli esperti

 

Caldo e rifiuti nelle strade della capitale continuano a far aumentare le richieste di intervento per evitare spiacevoli incontri con la Vespa orientalis che, oltre ai già noti cinghiali, da più di un mese è stata identificata a Roma e non solo.

Il Campidoglio ha attivato anche un numero verde (800854854) ma – secondo quanto dichiarato dalla ex parlamentare Lella Golfo che si è ritrovata centinaia di insetti in casa – è destinato soltanto a raccogliere le segnalazioni.

Tuttavia, secondo gli esperti non si tratta di un vero e proprio allarme, ma quali sono i reali rischi della sua presenza in Italia?

COME RICONOSCERE LA VESPA ORIENTALIS

Come ha spiegato Andrea Monaco, zoologo dell’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra), la Vespa orientalis è lunga da 3 a 5 cm ed è simile al calabrone europeo, dal quale si differenzia per la colorazione rossiccia del corpo e per l’unica, evidente banda gialla nella parte terminale dell’addome.

Fonte: stopvelutina.it

DA DOVE ARRIVA E DOVE SI È DIFFUSA

Nativa del bacino del Mediterraneo, non è nuova al nostro Paese. “Simile al calabrone europeo – ha proseguito Monaco – la Vespa orientalis in Italia è una specie nativa, storicamente presente nelle regioni del Sud Italia come Sicilia, Calabria e Campania. Negli ultimi anni, complice probabilmente anche il clima sempre più mite, la Vespa orientalis sta ampliando la sua area di presenza anche verso le regioni più settentrionali”.

L’esperto ricorda infatti che oltre alle numerose segnalazioni a Roma, un aumento della presenza di questa specie è stata rintracciata anche in altre città come Firenze, Genova, La Spezia, Savona e Trieste. “La sua pericolosità per l’uomo – ha affermato – è del tutto comparabile a quella del calabrone europeo. È, invece, particolarmente aggressiva nei confronti delle api da miele”.

Fonte: stopvelutina.it

I MOTIVI

I motivi per cui si sta verificando questa situazione anomala sono due. Il primo è sicuramente il riscaldamento globale dato che la Vespa orientalis è una specie scientificamente detta termofila, ovvero che vive e si moltiplica a temperature relativamente elevate.

Il secondo, come ha detto l’etologo Andrea Lunerti, chiamato dal dipartimento tutela ambientale di Roma Capitale per collaborare con il comune, è la presenza di rifiuti: “Per quanto riguarda la loro espansione, è sicuramente dovuta alla presenza dei rifiuti. Le orientalis, come anche le vespe cabro europee, sono insetti che oltre le api predano anche i ditteri come le mosche ed i tafani. Nel cercarli, s’imbattono nei rifiuti che lasciamo in giro ed è questo un fattore che altera la selezione naturale di queste specie, rafforzando la possibilità di riproduzione di queste colonie, che così trovano più facilmente nutrimento”.

QUANTO È PERICOLOSA PER L’UOMO

Nell’uomo, a causa del suo veleno, può provocare reazioni di diversa entità in ciascuna persona, ma secondo Federico Cappa, ricercatore del dipartimento di biologia dell’università di Firenze intervistato da Wired, “non si tratta della specie di calabrone più pericolosa per gli esseri umani” – a differenza del calabrone asiatico (o Vespa velutina), che può superare i 5,5 centimetri di lunghezza e che per fortuna è presente nel nostro Paese solo sporadicamente perché originario del sud-est asiatico.

UN RISCHIO PER L’APICOLTURA

Ma oltre a essere un pericolo per l’uomo, spiega Cappa, preoccupa soprattutto che diventi “un flagello per l’apicoltura, come del resto lamentano già vari allevatori di Sicilia e Campania: questo si verifica perché, non trovando più cibo, i calabroni si concentrano sulle api allevate dall’uomo, che diventano l’obiettivo preferito. Tutto questo causa gravi conseguenze sulla produzione di miele e cera, colpendo un settore già in grande crisi”.

I NIDI

È importante dunque monitorare la situazione perché la Vespa orientalis può essere più insidiosa di altri calabroni e fare nidi meno grandi o più difficilmente visibili, per esempio all’interno di intercapedini, fessure, avvolgibili delle tapparelle o condizionatori.

I CONSIGLI DEGLI ESPERTI

In caso si veda un nido, sia Monaco che Cappa suggeriscono di evitare il fai da te e di rivolgersi, invece, a soggetti competenti come vigili del fuoco, Protezione civile e ditte specializzate.

Back To Top