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Vaccino Takis

Vaccino Takis, storia di un’altra occasione sprecata dall’Italia

Il vaccino di Takis e Rottapharm era promettente, oltre che essere prodotto in Italia, eppure si è scelto di accantonare il progetto. Tutti i dettagli

 

Circa un anno fa iniziava la sperimentazione del vaccino anti Covid made in Italy ideato dalla biotech Takis di Castel Romano (Roma) e sviluppato in collaborazione con Rottapharm Biotech di Monza.

Adesso, però, si è fermato tutto come accaduto al vicino di stabilimento, Reithera, e alla Fondazione senese Toscana Life Sciences Sviluppo guidata dal professor Rino Rappuoli.

Cosa è successo?

LE TAPPE DEL VACCINO DI TAKIS

Era il 1° marzo 2021 quando Takis annunciava l’inizio della sperimentazione del suo vaccino Covid-e-Vax. La fase 1, a settembre, si era conclusa positivamente, con una risposta immunitaria fino al 90% nei volontari in cui era stato somministrato un dosaggio più alto.

È a questo punto, però, che iniziano i problemi.

DUE OSTACOLI

“Per la prosecuzione dello sviluppo sarebbero necessari i finanziamenti che finora non siamo riusciti a ottenere”, avvertiva Luigi Aurisicchio, amministratore delegato e direttore scientifico di Takis. “Anche i vaccini esistenti, – aveva aggiunto – nonostante siano stati sviluppati da grandi aziende, hanno necessitato di interventi importanti da parte dei propri Paesi, come è logico per i vaccini contro una pandemia”.

“Il problema principale – gli faceva eco Lucio Rovati, presidente e direttore scientifico di Rottapharm Biotech – riguarda però la mancanza di fondi. Abbiamo fatto tanto e ottenuto un grande risultato, ma siamo due piccole aziende, e non possiamo portare avanti un progetto di tali dimensioni, abbiamo bisogno di finanziamenti statali”.

“Spesso dal pubblico ci arrivano proposte di cofinanziamento – ha recentemente detto Aurisicchio – Ma su progetti da 50-60 milioni, noi piccole aziende non possiamo permetterci neanche quello”.

I NUMERI DI TAKIS

Takis, ricordava Start, ha chiuso il 2019 con un valore totale della produzione pari a 2.488.883 euro, in netta crescita rispetto ai 1.937.803 euro registrati nel 2018.

Inoltre, era quasi raddoppiato l’utile a 406.861 euro (rispetto ai 219.878 del 2018), a fronte di costi della produzione pari a 672.404 euro.

L’ARRIVO DI OMICRON

Le due aziende comunque non si sono mai fermate, finché hanno potuto. Lo stesso Aurisicchio, quando è stata individuata la nuova insidia, ha trascorso il fine settimana in laboratorio per aggiornare il vaccino.

“Anche prima di Omicron, abbiamo sempre seguito le varianti emergenti […] A noi basta prendere quella sequenza, modificarla attraverso uno studio bioinformatico per renderla capace di stimolare di più il sistema immunitario, ordinare gli elementi chimici di partenza e creare il gene sintetico della nuova spike, quella mutata”, aveva spiegato a Repubblica.

TUTTI I VANTAGGI IGNORATI

Il vaccino di seconda generazione di Takis e Rottapharm, realizzato con il metodo del Dna, non solo è economico, facilmente producibile su larga scala e non ha bisogno della catena del freddo per essere conservato, ma si può anche modificare più velocemente di altri vaccini, tipo quelli proteici, in caso di nuove mutazioni del virus.

“Negli scorsi mesi, – aveva detto Aurisicchio a novembre – abbiamo generato quasi in tempo reale modifiche di Covid-eVax contro le varianti alpha, beta, gamma, delta e tante altre, dimostrandone l’immunogenicità in modelli animali”.

L’APPELLO INASCOLTATO DI TAKIS

Tuttavia, nonostante l’impegno e la dedizione messi nel progetto, ancora una volta i finanziamenti tornano a essere l’ostacolo più insormontabile.

“Resta il fatto – aveva osservato Aurisicchio – che la mancanza dei finanziamenti attualmente ci impedisce di proseguire gli studi clinici per portare avanti lo sviluppo di questo vaccino italiano. Ci auguriamo che l’Italia con le risorse del Pnrr possa effettuare investimenti strategici e favorire la ricerca italiana per rendere il Paese più competitivo nel mondo delle biotecnologie”.

OCCASIONI PERSE

Come Start scriveva a proposito dello stop per la mancanza di fondi della Toscana Life Sciences Sviluppo, sebbene l’Italia millantasse di voler raggiungere la cosiddetta autonomia vaccinale, ovvero produrre un proprio vaccino, la missione non è stata mai portata a termine.

Sia Reithera che Tls e, infine, Takis non hanno ricevuto il sostegno promesso dal governo e sono stati costretti a interrompere le loro sperimentazioni.

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