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Cina

Sposatevi e procreate, il nuovo diktat di Pechino ai cinesi

Dalla “politica del figlio unico” alla richiesta di fare più figli, ecco come cambiano le politiche della Cina a causa del suo inverno demografico. Tutti i dettagli

 

La Cina invecchia e il governo dopo più di 30 anni di “politica del figlio unico” ora invita calorosamente il suo popolo a procreare. E lo fa, offrendo a coppie di giovani un congedo retribuito di 30 giorni nella speranza di incoraggiare il matrimonio e di aumentare il tasso di natalità. Lo riferisce Reuters citando il Quotidiano della Salute del Partito Comunista Cinese (Pcc).

LA NUOVA POLITICA CINESE DEI FIGLI

In Cina, spiega l’agenzia di stampa, il congedo matrimoniale minimo retribuito è di 3 giorni, ma da questo mese le province possono stabilire indennità più generose.

La provincia nordoccidentale del Gansu e quella produttrice di carbone dello Shanxi concedono ora ben 30 giorni, Shanghai 10, mentre il Sichuan ancora 3.

“L’estensione del congedo matrimoniale riguarda soprattutto alcune province e città con uno sviluppo economico relativamente lento” perché “è urgente espandere la forza lavoro e stimolare i consumi”, ha dichiarato Yang Haiyang, preside dell’Istituto di Ricerca sullo Sviluppo Sociale della Southwestern University of Finance and Economics.

L’INVERNO DEMOGRAFICO DELLA CINA

L’urgenza di incoraggiare i giovani a fare figli nasce dal bisogno di invertire una tendenza che l’anno scorso, in Cina, ha determinato un calo della popolazione per la prima volta in 61 anni. Un segno che non lascia sperare nulla di buono e che sembra solo l’inizio di un lungo periodo di declino.

Stando ai dati ufficiali riportati dalla Bbc, nel 2022, il Paese ha infatti registrato il tasso di natalità più basso di sempre, pari a 6,77 nascite per 1.000 persone.

Gran parte del calo, secondo gli esperti, è dovuto alla “politica del figlio unico”, imposta dal 1979 al 2013, e all’aumento dei costi dell’istruzione che ha scoraggiato molti cinesi dall’avere più di un figlio o addirittura dall’averne.

PREVISIONI SUL FUTURO

Tuttavia, per risollevare la situazione, l’estensione del congedo retribuito sembra solo una goccia in un mare.

Sia Yang che il think thank YuWa Population Research, citato dal Global Times, altro quotidiano del Pcc, ritengono che siano necessari maggiori interventi: politiche di sostegno, tra cui sussidi per gli alloggi e congedi di paternità retribuiti per gli uomini, ma anche una riduzione degli oneri e delle preoccupazioni familiari che creino le condizioni per invertire la tendenza.

Un report del gruppo di ricerca propone 10 suggerimenti per incoraggiare il tasso di natalità, come per esempio, oltre ai sussidi, incentivi fiscali, sovvenzioni per l’acquisto di case, costruzione di asili nido, aumento del numero di giorni di congedo di maternità per entrambi i genitori, flessibilità del periodo di lavoro in ufficio, sostegno alla tecnologia di riproduzione assistita e la riforma dell’istruzione.

PECHINO NON RESTERÀ A GUARDARE

Ma Pechino non sembra intenzionata a continuare su questa scia e secondo il report di YuWa Population Research, “il numero di nuove nascite potrebbe tornare a superare i 10 milioni entro il 2030, a patto che ci siano sufficienti incentivi economici”.

Nello studio si legge anche che “si stima che se il Paese implementerà diverse politiche efficaci per incoraggiare pienamente la natalità, sarà possibile portare il tasso di fertilità a 1,4, che è vicino al tasso di fertilità medio dei Paesi sviluppati. In queste condizioni, nel 2030 ci saranno 10,62 milioni di nuove nascite e la popolazione totale dovrebbe attestarsi a 1,29 miliardi nel 2050”.

Inoltre, vista la crisi, il Wall Street Journal scrive che sebbene il Pcc enfatizzi quelli che definisce i valori tradizionali della famiglia, è diventato sempre più tollerante nei confronti delle nascite fuori dal matrimonio e il governo sta iniziando a rendere meno difficoltoso il percorso delle donne non sposate per avere figli.

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