È partita la prima sperimentazione tutta italiana del vaccino contro il coronavirus. Il vaccino è stato messo a punto dall’azienda Reithera e i test sull’uomo sono guidati dall’Istituto Spallanzani di Roma.
Chi è Reithera
Si tratta di una società situata nel tecnopolo di Castel Romano in provincia di Roma. L’azienda è di proprietà di una società svizzera, la Keires con sede a Basilea, ma opera in Italia e il personale è tutto italiano. Il centro riunisce ricerca, laboratori di processi di sviluppo e officina manufatturiera.
Che cosa fa
Reithera si occupa principalmente dello sviluppo, della produzione e dei test clinici di vaccini adeno-vettori di origine non umana. Ha lavorato sul vaccino contro malattie come l’ebola, l’epatite C, Malaria, Hiv.
Com’è nata
Reithera – come si rileva dal sito aziendale – nasce nel 2007 con un team fondato e guidato dal professore Riccardo Cortese. Inizialmente facevano parte di Okairos, una società biotech con laboratori al CEINGE di Napoli, che ha fondato con IRBM (l’istituto di Pomezia che sta sviluppando il vaccino studiato allo Jenner institute di Oxford) la joint venture Advent dedicata alla produzione di vaccini basati su adenovirus. Mentre stavano mettendo a punto una buona immunizzazione contro il virus respiratorio sinciziale dei neonati, l’azienda farmaceutica britannica Glaxo la acquistò. Ma nel 2013 sono ripartiti fondando Reithera con un team di 100 dipendenti.
La tecnologia di Reithera
Reithera ha una tecnica particolare e unica al mondo: partono dal gorilla per arrivare alla dose pronta. Circa quindici anni fa si sono fatti inviare dei campioni di gorilla da uno zoo tedesco. Poiché la specie è protettissima, il materiale biologico più accessibile da spedire erano le feci. Da lì hanno estratto l’adenovirus. È una tecnologia brevettata solo da Reithera.
Come funziona il vaccino contro il Covid
Il vaccino viene trasportato nell’organismo dal virus del raffreddore del gorilla, disattivato, che funge da navetta, molto potente sul piano dell’induzione della risposta immunitaria. Sono 90 i volontari a cui verrà iniettato il vaccino. Reithera punta a un vaccino da somministrare in dose unica.
La sperimentazione
I 90 volontari sono divisi equamente in due fasce di età: 18-55 anni e 65-85 anni. Entrambe le fasce sono a loro volte suddivise in tre bracci di studio di 15 volontari, ai quali verrà somministrata una delle tre dosi crescenti di GRAd-COV2. I partecipanti saranno monitorati per un periodo di 24 settimane. L’obiettivo principale è quello di valutare la sicurezza e la tollerabilità e selezionare quindi una dose di vaccino per le ulteriori ricerche da portare avanti nei trial di fase II/III. L’obiettivo secondario, invece, è quello di valutare la capacità del vaccino di indurre risposte immunitarie (anticorpi e cellule T) contro il nuovo coronavirus. Entro ottobre-novembre sono previste analisi provvisorie di sicurezza e immunogenicità che guideranno la selezione della dose per gli studi di fase II/III.
La distribuzione
Se i test dovessero avere esito positivo, le prime immunizzazioni si registreranno nella prossima primavera. L’azienda ha una capacità produttiva di milioni di dosi e ha già anticipato che darà la priorità all’Italia per la distribuzione del vaccino.
Le collaborazioni
L’azienda biotech sta lavorando con Univercells in Belgio per sviluppare un processo di produzione su misura per consentire una realizzazione rapida e su larga scala del vaccino. Reithera, inoltre, sta sviluppando insieme all’azienda tedesca Leukocare una formulazione di vaccino GRAd-COV2 termostabile.
Che cosa ha scritto Repubblica
“Fra prati e pini dell’agro romano, cento biologi, 35 anni di età media, si aggirano in laboratori lindi e spaziosi, disturbati solo dagli operai che stanno rinnovando un’ala dell’edificio – ha scritto oggi Repubblica – Bisogna allargare l’officina farmaceutica, dove un nuovo bioreattore da 3mila litri sostituirà il vecchio da 200, per realizzare l’alchimia di un virus di gorilla iniettato nel corpo di un uomo per sconfiggere un virus di pipistrello. La macchina infialatrice è già in moto. Le boccette transitano, si riempiono, si tappano. Le prime 90 dosi sono partite dall’azienda di Castel Romano e arrivate allo Spallanzani di Roma, dove è in programma la sperimentazione del vaccino italiano, o meglio dell’agro romano”.