I dati israeliani lo avevano già anticipato ma ora lo conferma anche uno studio pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica The Lancet: il vaccino Pfizer/BioNtech perde efficacia nel tempo contro il contagio ma resta alta la protezione contro la malattia grave e il rischio di ospedalizzazione.
La ricerca che fornisce queste informazioni è stata realizzata dal Kaiser Permanente Southern California Department of Research & Evaluation e finanziata dalla stessa Pfizer.
LO STUDIO
Lo studio di The Lancet, pubblicato nelle scorse ore e in peer-reviewed ha preso in esame le cartelle cliniche di quasi 3,5 milioni di persone che avevano completato il ciclo vaccinale nel periodo compreso tra il 4 dicembre 2020 e l’8 agosto 2021.
I DATI
In base ai dati raccolti e analizzati, tra gli individui che avevano ricevuto entrambe le dosi del vaccino Pfizer l’efficacia è stata del 73% e addirittura del 90% contro i ricoveri ospedalieri legati al Covid-19.
L’efficacia contro le infezioni, invece, è passata dall’88% durante il primo mese dopo la vaccinazione completa al 47% dopo 5 mesi.
L’EFFICACIA CONTRO LE VARIANTI
Tra le infezioni sequenziate, la protezione del vaccino contro i contagi da variante Delta è stata alta durante il primo mese dopo la vaccinazione completa (93%) ma è scesa al 53% dopo 4 mesi.
Anche l’efficacia contro altre varianti nel primo mese dopo la vaccinazione completa è stata alta (97%), ma è diminuita al 67% a 4-5 mesi di distanza.
I RISULTATI
Secondo i ricercatori i risultati forniscono una buona e una cattiva notizia. La buona è che la protezione del vaccino Pfizer contro la malattia grave resta alta fino a sei mesi. La cattiva, invece, è che l’efficacia contro l’infezione da Sars-Cov-2 cala sensibilmente (sotto al 50%) dopo 4-5 mesi.
Nonostante questo, però, dopo 6 mesi il vaccino è comunque un ottimo alleato nel proteggere dall’ospedalizzazione nella maggior parte dei casi, anche in un contesto di ampia diffusione delle varianti.
Per quanto riguarda, infatti, i ricoveri ospedalieri causati dalla variante Delta la protezione è stata complessivamente elevata (93%) fino a 6 mesi.
La progressiva riduzione dell’efficacia del vaccino, conclude lo studio, è probabilmente dovuta al declino dell’immunità nel tempo e non alla variante Delta che sfugge alla protezione del farmaco di Pfizer.