Omicron si moltiplica più velocemente nelle vie respiratorie, ma più lentamente nei polmoni. È quanto affermano alcuni studi sul Covid, citati da Reuters. Le ricerche, sottolinea l’agenzia di stampa, necessitano tuttavia di approfondimento e di peer review.
COSA DICONO I DATI DEGLI STUDI
Gli studi affermano che Omicron, rispetto alla variante Delta, si moltiplica 70 volte più rapidamente nei tessuti che rivestono i passaggi delle vie aeree, il che può facilitare la diffusione da persona a persona, rendendola più trasmissibile.
Nei tessuti polmonari, invece, si replica 10 volte più lentamente rispetto alla versione originale del coronavirus, il che potrebbe rendere la malattia meno grave.
LO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DI HONG KONG
“È importante notare che la gravità della malattia negli esseri umani non è determinata solo dalla replicazione del virus, ma anche dalla risposta immunitaria di ogni persona all’infezione”, ha detto il dottor Michael Chan Chi-wai che guida uno studio dell’Università di Hong Kong attualmente in peer review.
Il dottore ha poi aggiunto: “Infettando molte più persone, un virus molto infettivo può causare malattie più gravi e decessi anche se il virus stesso può essere meno patogeno. Pertanto, messo insieme ai nostri recenti studi che mostrano che la variante Omicron può parzialmente sfuggire all’immunità dei vaccini e all’infezione passata, la minaccia complessiva della variante Omicron è probabilmente molto significativa”.
COME STANNO PROCEDENDO GLI ESPERTI
Secondo alcuni ricercatori che stanno analizzando le interazioni molecolari, Omicron sembra “afferrare” le cellule più strettamente. Capire come si comporta la variante rispetto alle cellule e agli anticorpi aiuterà sia a prevedere gli effetti che a progettare anticorpi neutralizzanti.
GLI ASINTOMATICI
Stando a uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Network Open e citato da Reuters, le persone infette che non mostrano sintomi, ovvero gli asintomatici, potrebbero contribuire “significativamente” alla trasmissione del virus.
I dati mostrano, infatti, che questo avviene in 4 casi su 10. I ricercatori hanno messo insieme i dati di 77 studi che hanno coinvolto un totale di 19.884 individui risultati positivi e hanno scoperto che tra le persone infette circa il 40% era asintomatico.
La distribuzione degli asintomatici risultava nel 46% circa dei casi in Nord America, 44% in Europa e 28% in Asia. L’alta percentuale di casi in cui non si manifestano i sintomi mostra il potenziale rischio che la variante si diffonda sempre di più soprattutto se non arginata con isolamento e tracciamento.
COSA SI DICE DEI VACCINI
Intanto, scrive la CNN, alcuni ricercatori sudafricani hanno confermato che i vaccini forniscono meno protezione contro il nuovo ceppo, ma hanno anche ribadito che al momento Omicron sembra provocare sintomi più lievi rispetto ad altre varianti, soprattutto nelle persone vaccinate.
Motivo per cui in molti Paesi si continua a raccomandare di sottoporsi al richiamo in modo da potenziare la risposta immunitaria. Secondo Andrea Ammon, direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), tuttavia, i vaccini da soli non sono sufficienti e invoca quindi altri tipi di azioni, soprattutto in vista delle festività natalizie, per ridurre la trasmissione.
LE PREVISIONI PER L’EUROPA
Per l’Ecdc il rischio che la variante Omicron diventi dominante in Europa all’inizio del 2022 e porti a un numero crescente di ricoveri ospedalieri e decessi è “molto alto”.
Per Ammon rimane “prioritario utilizzare in modo appropriato le mascherine, il telelavoro, prevenire l’affollamento negli spazi pubblici, ridurre l’affollamento sui mezzi pubblici, rimanere a casa in caso di malattia, mantenere misure di igiene delle mani e delle vie respiratorie e garantire un’adeguata ventilazione negli spazi chiusi”.