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Diritto Salute

Quali sono le Regioni promosse (e bocciate) per le prestazioni sanitarie?

Ecco cosa dicono la pagella del ministero della Salute circa l’erogazione delle prestazioni sanitarie delle Regioni e l’analisi dei voti della Fondazione Gimbe. Tutti i dettagli

 

Ogni anno il ministero della Salute valuta l’erogazione delle prestazioni sanitarie – i cosiddetti Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) – che le Regioni devono garantire ai cittadini gratuitamente o attraverso il pagamento di un ticket.

“Si tratta di una vera e propria ‘pagella’ per i servizi sanitari regionali – ha commentato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – che permette di identificare Regioni promosse (adempienti), pertanto meritevoli di accedere alla quota di finanziamento premiale, e bocciate (inadempienti)”. Queste ultime vengono sottoposte ai Piani di rientro.

A seguito della pubblicazione dell’ultimo report, che ha interessato le prestazioni del 2020, Gimbe ha effettuato alcune analisi sia per confrontare la resilienza dei servizi sanitari regionali nell’anno dello scoppio della pandemia sia per valutare le differenze tra le Regioni del Nord, fortemente colpite dalla prima ondata, e quelle del Sud, risparmiate da tale impatto grazie al prolungato lockdown della primavera.

IN COSA CONSISTONO E COME VENGONO VALUTATI I LEA

I LEA sono suddivisi in tre aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera.

A ogni area viene assegnato un punteggio tra 0 e 100 e le Regioni vengono considerate adempienti se raggiungono un punteggio pari o superiore a 60 in ciascuna delle tre aree; mentre con un punteggio inferiore a 60 anche in una sola area la Regione viene classificata inadempiente.

Il 2020, tuttavia, è considerato un anno particolare a causa dell’emergenza pandemica e quindi, come ha detto Cartabellotta, “il monitoraggio dell’erogazione dei LEA è stato effettuato solo a scopo di valutazione e informazione, senza impatto sulla quota premiale”.

LE REGIONI PIÙ LODEVOLI…

Le Regioni adempienti, si osserva dal report del ministero, sono solo 11: Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto.

…E QUELLE MENO

Vengono “rimandate” invece Abruzzo, Liguria, Molise e Sicilia con un punteggio insufficiente in una sola area; Basilicata, Campania, Provincia Autonoma di Bolzano, Sardegna, Valle D’Aosta con un punteggio insufficiente in due aree; la Calabria risulta insufficiente in tutte le tre aree.

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SIA TRA LE MIGLIORI CHE TRA LE PEGGIORI CI SONO DISOMOGENEITÀ

Gimbe osserva che sebbene alcune Regioni – sia nel bene che nel male – occupino posizioni simili in tutte e tre le aree di valutazione (vedi Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio), altre riportano un’importante variabilità delle performance.

Per esempio, l’Umbria è in prima posizione per la prevenzione, in dodicesima per l’area distrettuale e in undicesima per quella ospedaliera; la Liguria in settima posizione per l’area distrettuale, in quattordicesima per quella ospedaliera e in diciannovesima per la prevenzione. La Lombardia è in terza posizione per l’area distrettuale, in quinta per quella ospedaliera e in quattordicesima per la prevenzione; la Provincia autonoma di Trento è in prima posizione per l’area ospedaliera, in terza per la prevenzione e in decima per l’area distrettuale.

IL GAP TRA NORD E SUD

Emerge comunque il gap che separa le Regioni del Nord da quelle del Sud. “Nonostante il maggior impatto della prima ondata pandemica nel Nord del Paese – ha commentato Cartabellotta – anche la nuova ‘pagella’ conferma sia il gap Nord-Sud, visto che solo la Puglia si trova tra le 10 Regioni adempienti, sia le condizioni estremamente critiche della sanità in Calabria”.

L’ANALISI DI GIMBE

Considerato che il ministero non sintetizza in un punteggio unico la valutazione degli adempimenti LEA, la Fondazione Gimbe ha elaborato una classifica di Regioni e Province autonome sommando i punteggi ottenuti nelle tre aree e riportando i risultati in ordine decrescente suddivisi in quartili.

“Rispetto all’essere adempiente/inadempiente – ha precisato Cartabellotta – il punteggio totale enfatizza ulteriormente il gap Nord-Sud: infatti, nei primi due quartili si trovano 7 Regioni del Nord, 3 del Centro e nessuna del Sud, mentre nell’ultimo quartile, eccetto la Provincia Autonoma di Bolzano, tutte le Regioni sono del Sud”.

COME E QUANTO HA INFLUITO LA PANDEMIA SUI PUNTEGGI E SUI LEA

Rispetto al 2019, afferma Gimbe, nel 2020 i punteggi totali sono peggiorati in tutte le Regioni – fatta eccezione per la Provincia Autonoma di Trento e la Valle d’Aosta – dimostrando che la pandemia ha rappresentato un forte “stress test” per la sanità italiana.

Relativamente all’impatto della pandemia sulle tre aree dei LEA, considerando tutto il territorio nazionale, il gap massimo tra il 2020 e il 2019 si registra nell’area della prevenzione (-263 punti) e in quella ospedaliera (-150 punti); al contrario l’area distrettuale nel 2020 fa rilevare un lieve miglioramento (+5 punti).

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