Se entri al pronto soccorso, e – per fortuna – non sei né un codice rosso né giallo, oltre a non sapere quante ore ci dovrai passare non sai nemmeno a quali spese vai incontro. È quanto raccontato su ItaliaOggi dal giornalista Filippo Merli, la cui compagna, dopo aver temuto un infarto ed essersi recata in un pronto soccorso dell’Emilia Romagna, dove le hanno attribuito un codice verde, è uscita da lì 8 ore più tardi con un ticket di 92 euro da pagare il giorno stesso.
Com’è possibile? Una delle molte voci riportate dalla lunga lista consegnata alla donna è il pagamento previsto per l’accesso al pronto soccorso (25 euro) che, secondo quanto si legge sul sito del ministero della Salute “varia regionalmente”, ma si applica solo ai casi con codice bianco.
Seguono poi tutti gli esami (non richiesti ma evidentemente necessari) che vanno dai più cari come la Rx al torace (18,60 euro) e l’elettrocardiogramma (12,50 euro) a una serie infinita di altre voci. Senza dimenticare i 34 euro di analisi per controllare la troponina.
Ma quindi un codice verde paga o non paga al pronto soccorso?
QUANDO SI PAGA IL TICKET PER IL PRONTO SOCCORSO
“Il ticket, introdotto in Italia fin dal 1982 – ricorda il ministero della Salute, rappresenta il modo, individuato dalla legge, con cui gli assistiti contribuiscono o ‘partecipano’ al costo delle prestazioni sanitarie di cui usufruiscono”.
In merito al pronto soccorso, “la legge prevede il pagamento di un ticket (il cui importo varia regionalmente) per le prestazioni erogate in Pronto soccorso ospedaliero classificate con codice ‘bianco’ (prestazioni non urgenti, paziente in condizioni non critiche ad eccezione di traumi ed avvelenamenti acuti) non seguite da ricovero”.
UN CASO ECCEZIONALE
Un caso eccezionale (e non è quello della protagonista della disavventura in pronto soccorso!) si verifica quando il paziente entra con un codice di un altro colore ed esce con quello ‘bianco’ se, dopo essere stato visitato, non viene riscontrata alcuna urgenza.
A quel punto allora si deve pagare il ticket perché conta il tipo di codice assegnato al momento delle dimissioni e non quello ricevuto all’accoglienza.
Ma la signora al centro del caso successo a Piacenza è uscita con lo stesso codice – verde – con cui era entrata al pronto soccorso.
QUANDO NON SI PAGA IL TICKET PER IL PRONTO SOCCORSO
Per il ministero sono, invece, esclusi dal pagamento i minori di 14 anni e gli assistiti che godono di esenzione.
Inoltre, “il ticket non è previsto per le prestazioni erogate a pazienti cui è stato attribuito: Codice ‘rosso’ (paziente molto critico); Codice ‘giallo’ (paziente mediamente critico); Codice ‘verde’ (paziente poco critico)”.
Non si fa cenno del codice ‘azzurro’, aggiunto nel 2021, ma rientra tra quelli per cui non si paga il ticket in quanto è tra il ‘verde’ e l’‘arancione’.
IL LISTINO PREZZI DEI CODICI BIANCHI NELLE REGIONI
In un articolo del 2015 di Quotidiano Sanità che aveva raccolto i dati delle varie regioni si legge che i ticket sui codici bianchi hanno generalmente un costo di 25 euro, con alcune eccezioni. Nella provincia autonoma di Bolzano, per esempio, vengono chiesti 50 euro.
“In molte regioni (Veneto, Friuli Venezia Giulia, PA Bolzano, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Puglia, Calabria) – osserva il quotidiano – oltre al pagamento della quota fissa, viene richiesta una compartecipazione alla spesa per eventuali prestazioni diagnostiche di laboratorio, strumentali o altre terapie erogate in concomitanza con la visita al Pronto Soccorso. E i costi in questi casi possono lievitare fino a un massimo di 100 euro”.
QUANTO CONTRIBUISCONO I CITTADINI CON IL PAGAMENTO DEL TICKET
Uno studio dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani (CPI) riferisce che “in Italia la compartecipazione dei cittadini alla spesa legata ai ticket sanitari è stata nel 2020 pari a circa 2,7 miliardi”. L’andamento degli ultimi anni “è stato piuttosto costante, ma la spesa per i ticket è calata di 682 milioni nel 2020”.
Questa diminuzione, spiega l’Osservatorio, è dovuta per la maggior parte “a un minor numero di visite ed esami specialistici durante la pandemia e all’abolizione del Superticket nell’ultimo quadrimestre dell’anno”, ma anche “a minori consumi di farmaci (-95 milioni), al rallentamento degli ingressi in codice bianco in Pronto Soccorso (-18 milioni di euro) e ad altre minori spese (-3 milioni)”, sempre a causa dell’emergenza Covid-19.