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Farmaci Non Rimborsati

Quali sono i farmaci più acquistati dagli italiani e non rimborsati dal Ssn?

Ecco quanto abbiamo speso nel 2021 per i medicinali non rimborsati dal Servizio sanitario nazionale (Ssn) e quali sono i più acquistati secondo il rapporto sull’uso dei farmaci in Italia realizzato dall’Aifa

 

Benzodiazepine, contraccettivi, farmaci per disfunzione erettile, FANS e antipiretici sono i farmaci più acquistati dagli italiani e non rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). A riferirlo è il Rapporto Nazionale 2021 “L’uso dei Farmaci in Italia”, realizzato dall’Osservatorio Nazionale sull’impiego dei Medicinali (OsMed) dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).

COSA SONO I FARMACI DI CLASSE C

I farmaci di classe C, così classificati dall’Aifa, sono quei medicinali a totale carico del paziente – a eccezione dei titolari di pensione di guerra diretta vitalizia, come previsto dalla legge 203/2000 – e, dunque, non rimborsati dal SSN.

Si distinguono in farmaci con obbligo di prescrizione medica e farmaci senza obbligo di prescrizione medica.

QUANTO INCIDONO SULLA SPESA SANITARIA NAZIONALE

Secondo quanto riferito da Francesco Trotta, dirigente Settore HTA ed Economia del Farmaco, la spesa farmaceutica dell’Italia è rimborsata per il 69,2% dal SSN, mentre per la restante parte (30,8%) dai cittadini.

La spesa privata risulta in crescita rispetto a quella pubblica.

QUANTO ABBIAMO SPESO

Nel 2021, si legge nel rapporto, la spesa per farmaci di classe C ha raggiunto i 6,1 miliardi di euro circa, con un incremento del 7% rispetto al 2020 (5,7 miliardi); di questi il 57% (3,5 miliardi) è relativo a farmaci con ricetta e il 43% (2,6 miliardi) a farmaci di automedicazione.

LE CAUSE DELL’AUMENTO RISPETTO AL 2020

L’aumento del 4,8% rispetto al 2020, spiega il documento, è stato determinato principalmente da un aumento delle quantità (+3,9%), da un incremento dei prezzi (+3,8%) e, con minor incidenza, da uno spostamento verso specialità più costose.

QUALI SONO I FARMACI PIÙ ACQUISTATI DAGLI ITALIANI

Dal rapporto emerge che i farmaci più acquistati dagli italiani e non rimborsati dal SSN sono benzodiazepine, contraccettivi, farmaci per disfunzione erettile, FANS e antipiretici.

BENZODIAZEPINE

In cima alla classifica, tra le prime 20 categorie terapeutiche di classe C con ricetta a maggiore spesa nel 2021, al primo posto troviamo i derivati benzodiazepinici (ansiolitici) che registrano una spesa di 400,9 milioni di euro, pari all’11,6% della spesa totale.

Sebbene i valori di spesa siano rimasti invariati rispetto all’anno precedente, c’è stata una contrazione dei consumi del 2,8% – segno di un incremento dei prezzi.

L’USO CHE NE VIENE FATTO

Questi farmaci vengono principalmente prescritti per il trattamento di breve durata dell’ansia e dell’insonnia ma anche di convulsioni, spasmi muscolari e astinenza da alcol. Nel rapporto si legge inoltre che l’incremento nell’utilizzo è da rintracciare nell’aumento delle patologie legate allo stress, all’abitudine e alla convinzione di risolvere la problematica ricorrendo a tali sostanze “ma anche a un limitato controllo e a un approfondimento non sempre adeguato della condizione del paziente da parte dei prescrittori”.

CHI NE CONSUMA DI PIÙ

A fare più uso di benzodiazepine sono le donne, quasi il doppio rispetto agli uomini (8,4% vs 3,9%), con un decremento in confronto al 2020 del 5,9% per gli ipnotici e del 5,6% degli ansiolitici, mentre negli uomini emerge una diminuzione solo per gli ansiolitici (-9,1%).

ANILIDI

Alle benzodiazepine segue la categoria delle anilidi, alcune delle quali possiedono proprietà antipiretiche e antinevralgiche, con 319,3 milioni di euro, pari al 9,2% della spesa totale. In questo caso, rispetto al 2020, si nota un incremento sia nei consumi (+4,2%) che nella spesa (+8,5%).

FARMACI PER DISFUNZIONE ERETTILE

Terzo posto per i farmaci usati nella disfunzione erettile, la cui spesa raggiunge i 237,7 milioni di euro, ovvero il 6,9% della spesa totale. In confronto all’anno precedente si registra un aumento del 10,5% nei consumi e dell’11,6% nella spesa.

CONTRACCETTIVI, ALTRI BENZODIAZEPINICI E VACCINI INFUENZALI

Anche la spesa dei contraccettivi (associazioni fisse estro-progestiniche) supera i 200 milioni di euro di spesa. Nel 2021 la spesa pro capite per i farmaci contraccettivi è stata 25,40 euro con una crescita media annuale dal 2015 pari al 7,8%, e un aumento rispetto al 2020 del 6,9%. I consumi di questi farmaci, riferisce il rapporto, sono aumentati in tutte le macroaree geografiche: Nord +3,4%, Centro +5,9%, Sud e isole + 2,6%.

Al quinto posto ritornano i derivati benzodiazepinici con farmaci ipnotici e sedativi che rappresentano il 4,1% della spesa totale, pari a 143,7 milioni di euro.

Complice la diffusione del Covid-19, c’è stata una più ampia adesione alla campagna di vaccinazione antifluenzale nella stagione 2021-2022. L’acquisto in farmacia a carico del cittadino dei vaccini influenzali ha infatti raggiunto una spesa di 74,9 milioni di euro, in aumento del 228,5% rispetto al 2020.

DIFFERENZE REGIONALI

Tutte le Regioni, osserva il rapporto, a eccezione della Valle d’Aosta, registrano un aumento nei consumi dei farmaci con ricetta, e di conseguenza, un aumento dei volumi di spesa. La moderata variabilità dei consumi e della spesa per i farmaci di automedicazione e di classe C con ricetta viene spiegato principalmente da differenze di reddito tra le Regioni ma anche da un diverso atteggiamento di medici e pazienti nel ricorso a questi farmaci.

Per esempio, mentre per i farmaci di classe C con ricetta, la spesa pro capite della Campania è quasi doppia rispetto al quella della Provincia autonoma di Bolzano (81,60 euro vs 41,40), per quanto riguarda i farmaci di automedicazione la spesa pro capite della Liguria risulta essere il 72% più alta della Basilicata (48,20 euro vs 28,10) e al Nord si spende oltre il 21% in più rispetto al Sud.

I maggiori incrementi nei consumi dei farmaci di classe C, sono stati registrati nelle Marche (+35,6%), in Umbria (+28,0%) e, per i farmaci di automedicazione, sempre nella Marche (+12,2%) e in Umbria (+7,7%), mentre le riduzioni maggiori si osservano in Valle d’Aosta (-13,9%) e in Puglia (-14,9%).

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