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Piano pandemico e rapporto Oms. La versione di Ranieri Guerra

Che cosa c'è scritto nella memoria difensiva di Ranieri Guerra redatta dall'avvocato Roberto De Vita

 

“Nessuna interferenza neppure indiretta né alcun contributo di sorta può essere ravvisato nelle condotte del dr. Guerra”. Così nella memoria difensiva l’avvocato Roberto De Vita scrive sull’operato del direttore vicario dell’Oms Ranieri Guerra, più volte indicato tra i responsabili della rimozione, a sole 24 ore dalla pubblicazione, del rapporto redatto dai ricercatori Oms di Venezia sulla risposta dell’Italia alla pandemia, ed ora indagato per falsa testimonianza a pubblico ministero nell’ambito dell’indagine sulla gestione del Covid nella provincia di Bergamo.

L’AGGIORNAMENTO DEL PIANO

Partiamo da uno dei primi rilievi mossi a Ranieri Guerra: il mancato aggiornamento del piano pandemico, in qualità di direttore generale presso il Ministero della Salute, dal mese di ottobre 2014 al mese di novembre 2017. Negli anni della carica, l’unico vera richiesta di aggiornamento del piano, a seguito della pubblicazione delle linee guida completate dall’Oms, arriva nel 2017. “Nel mese di settembre dello stesso anno lo stesso dr. Guerra ha ritenuto la necessità di rivedere in maniera organica e condivisa con le altre istituzioni interessate il piano pandemico nazionale, informando il Ministro della opportunità di costituire un apposito gruppo di lavoro, formato da rappresentanti dell’ISS, delle Università ed enti di ricerca, delle società scientifiche e IRCSS”, si legge nella memoria difensiva, in cui si specifica che “Tuttavia, nel successivo mese di novembre 2017 il dr. Guerra lascerà l’incarico di Direttore Generale presso il Ministero della Salute e, pertanto, non conoscerà né seguirà in alcun modo gli sviluppi o le sorti di tale progetto”.

“Si dovrebbe – aggiunge l’avvocato – quindi verificare se l’attività avviata dal dr. Guerra a settembre 2017 sia stata proseguita da chi gli è succeduto a partire dal mese di novembre 2017 e come sia stata implementata la normativa nazionale sulla base dei coevi indirizzi sovranazionali”.

LA RIMOZIONE DEL RAPPORTO

Colpe a parte, la mancanza di un piano pandemico aggiornato viene denunciata nel rapporto “Una sfida senza precedenti, la prima risposta dell’Italia al Covid”. Pubblicazione del rapporto che, secondo quanto emerso dalle parole del professore Francesco Zambon, ex funzionario Oms e autore dello studio, è stata ostacolata da Ranieri Guerra, intervenuto anche per la rimozione dello stesso subito dopo la pubblicazione.

Ma, sostiene l’avvocato nella memoria, “in data 6 maggio 2020 alle ore 18:42 il dr. Zambon manda una mail informando il dr. Guerra che la dr.ssa Dorit Nitzan non approva la pubblicazione”. L’8 maggio 2020, “alle ore 16:44 il dr. Zambon invia una mail a Joanna Vogel per una “urgent request for approval of a publication”, richiesta che viene inoltrata al Direttore della Science Division – Quality Assurance/Norms & Standard dell’HQ di Ginevra, John T. Grove, il quale – vista l’urgenza della richiesta sottolineata da parte dell’ufficio regionale OMS EURO di Copenhagen – conferma l’impossibilità di rivedere i dati. Rileva inoltre: “At a quick review, I see no recommendations but rather a chronology” e, il successivo 11 maggio 2020 gira a sua volta la comunicazione con l’allegato report alla dr.ssa Swaminathan”.

Nella memoria si aggiunge che lo studio “è stato pubblicato e poi ritirato dallo stesso Zambon sulla base dei rapporti intrattenuti con quest’ultimo con i suoi diretti referenti/superiori (tra i quali non rientra in alcun modo il dr. Guerra) per “concerns” relativi alla “China box” inerenti alla ‘human to human transmission’”.

LE PRECISAZIONI DI GUERRA

Ranieri Guerra sottolinea inoltre – come emerge dalla memora – di aver chiesto delle modifiche sullo studio, ma che queste sono “volte alla precisione ed accuratezza scientifica e tecnica di ciò che viene riportato in una pubblicazione che, per di più, ha una paternità OMS”.

“Ed infatti, tale è la condivisibilità di tali suggerimenti che lo stesso dr. Zambon li ritiene accoglibili, ordinando al suo team di recepirli all’interno del testo”.

E ancora, spiega l’avvocato: “Il tenore delle revisioni suggerite dal dr. Guerra – peraltro su un testo ricevuto solo in data 11 maggio ed a fronte di una pubblicazione imminente preannunciata dallo stesso dr. Zambon – si conferma anche in relazione alla presunta (ma del tutto inesistente) richiesta di “correggere” l’indicazione sul piano pandemico. Tale circostanza, infatti, sebbene particolarmente enfatizzata dai media, è del tutto smentita dallo stesso testo del report”.

IL REPORT, RANIERI GUERRA E IL GOVERNO ITALIANO

Nella memoria difensiva si parla anche dei rapporti tra Ranieri Guerra, vicario dell’Oms, ed il Governo italiano, proprio in merito al rapporto. Ranieri Guerra, a tal proposito, ha affermato in Procura che “quando ho interloquito con Zambon, ho domandato se nella predisposizione del report avesse avuto un confronto con la “controparte”, ossia con il Governo italiano; Zambon mi disse che avrebbe recepito alcune mie osservazioni ma che non riteneva opportuno dal suo punto di vista contattare lo Stato italiano”.

La altre mail scambiate, invece, avrebbero riguardato “ulteriori progetti da realizzare con le donazioni ricevute (ovvero il “procurement” di “supply per medici di base”, consistente in una sostanziosa fornitura di equipaggiamento per l’attuazione della sorveglianza domiciliare da parte della medicina territoriale in due regioni pilota, Sicilia e Calabria, che costituiva la maggior parte del finanziamento ricevuto in dono dal Kuwait, poi purtroppo annullato dall’ufficio OMS di Copenaghen, titolare del fondo)”.

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