Negli ultimi 50 anni il vaccino contro il morbillo ha salvato più vite di qualsiasi altro vaccino, eppure la sua somministrazione sta diminuendo. E si vede. L’anno scorso infatti si stima che ci siano stati 10,3 milioni di casi, con un aumento del 20% rispetto al 2022. A riferirlo è il report “Progress Toward Regional Measles Elimination – Worldwide, 2000-2023” condotto dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc).
IL MORBILLO PRIMA DEL VACCINO
Il morbillo è una malattia infettiva caratterizzata da eruzioni cutanee e causata da un virus a RNA di cui esiste un unico sierotipo. È diffuso in tutto il mondo e l’uomo è l’unico ospite naturale. L’Istituto superiore di sanità (Iss) afferma che, prima dell’introduzione del vaccino negli anni ’60 e dei programmi estesi di vaccinazione, si verificavano epidemie all’incirca ogni 2-3 anni che, a livello globale, causavano un numero stimato di 2,6 milioni di morti ogni anno.
Grazie alla vaccinazione si è verificata una significativa riduzione dell’incidenza del morbillo nel mondo, tuttavia, l’Iss ricorda che tale malattia rimane un’importante causa di morbilità e mortalità, soprattutto tra i bambini dei Paesi sottosviluppati. Ma per prevenire le epidemie e proteggere le popolazioni da uno dei virus umani più contagiosi al mondo, secondo gli esperti, è necessaria una copertura del 95% o più di due dosi di vaccino.
BOOM DI CASI E FLOP VACCINAZIONI
Il morbillo infatti è prevenibile con due dosi di vaccino. L’anno scorso però, a livello globale, si stima che l’83% dei bambini abbia ricevuto la prima dose, mentre solo il 74% ha ricevuto la seconda. Più di 22 milioni non ne hanno ricevuta nessuna. E stando al report realizzato da Oms e Cdc, nel 2023, ci sono stati 10,3 milioni di casi di morbillo, con un aumento del 20% rispetto al 2022: “L’inadeguata copertura vaccinale a livello globale è alla base dell’aumento dei casi”, affermano gli esperti.
In tutto il mondo, i Paesi che hanno raggiunto o mantenuto l’eliminazione del morbillo alla fine del 2023 sono 82. A eccezione della regione africana, almeno un Paese in tutte le regioni dell’Oms ha eliminato la malattia.
DIFFUSIONE, DECESSI E DANNI
Nel 2023, precisano Oms e Cdc, 57 Paesi hanno registrato focolai di morbillo di grandi dimensioni. Tutte le regioni, a eccezione delle Americhe, sono state coinvolte e rappresentano un aumento di quasi il 60% rispetto ai 36 Paesi dell’anno precedente. Un aumento sostanziale dei casi si è registrato in Africa, nel Mediterraneo orientale, nel Sud-est asiatico e nel Pacifico occidentale, ma anche in Europa. Quasi la metà di tutti i focolai di grandi dimensioni si è verificata nella regione africana.
Sebbene nel 2023 il numero di decessi sia diminuito (-8%) rispetto all’anno precedente – principalmente perché l’aumento dei casi si è verificato in luoghi in cui ci sono meno probabilità di morire grazie a un migliore livello di nutrizione e all’accesso ai servizi sanitari -, il numero si è comunque attestato a circa 107.500 persone, di cui la maggior parte bambini di età inferiore ai 5 anni.
Il report sottolinea inoltre che anche quando le persone sopravvivono, possono verificarsi gravi effetti sulla salute, alcuni dei quali durano tutta la vita. In particolare, neonati e bambini piccoli sono i più esposti al rischio di gravi complicazioni della malattia, che includono cecità, polmonite ed encefalite (un’infezione che provoca un rigonfiamento del cervello e potenzialmente danni cerebrali).
IL MORBILLO IN ITALIA
In Italia, in base all’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità (Iss), dal 1° gennaio al 31 ottobre 2024, sono stati notificati 935 casi di morbillo (19 casi per milione di abitanti), di cui 33 nel mese di ottobre. I casi si sono verificati in 17 regioni e l’incidenza più elevata si è registrata in Abruzzo (42,5 casi per milione di abitanti). Oltre la metà dei casi ha interessato adolescenti e giovani adulti, ma l’incidenza più elevata è stata nei bambini sotto i 5 anni, 45 dei quali avevano meno di un anno di età e dunque troppo piccoli per essere vaccinati. L’89,9% delle persone colpite dal morbillo non era stata precedentemente vaccinata.
I DANNI DELLA DISINFORMAZIONE
Anche gli Stati Uniti all’inizio del 2024 hanno avuto un assaggio del ritorno del morbillo. Lo scorso febbraio infatti si sono verificati dei focolai a Filadelfia e in Florida, nella cui contea di Broward meno del 92% dei bambini aveva ricevuto le vaccinazioni raccomandate. A questo si è aggiunta la confusione nelle informazioni diffusa da Joseph Ladapo, chirurgo generale della Florida nonché noto scettico dei vaccini anti-Covid, il quale ha interrotto gli sforzi per contenere la malattia dicendo ai genitori che potevano ignorare il consiglio dei Cdc di tenere a casa per 21 giorni i bambini non vaccinati.
E chissà cosa potrà succedere ora che il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha nominato a capo del dipartimento della Salute il no vax Robert F. Kennedy Jr. Intanto, “a quanto si dice – scrive il Guardian – Kennedy e la sua organizzazione no-profit anti-vaccini, Children’s Health Defense, avrebbero diffuso falsità sui vaccini a Samoa, dopo che il governo aveva temporaneamente sospeso il programma di vaccinazione per morbillo, parotite e rosolia a causa della morte di due bambini perché le infermiere avevano sbagliato a preparare le dosi”. Un anno dopo, aggiunge il quotidiano britannico, un’epidemia di morbillo ha causato 83 morti e Kennedy nega la responsabilità.