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Global Blood Therapeutics

Perché Pfizer fa imbestialire i sindacati

Nonostante i buoni risultati economici ottenuti dall’azienda, Pfizer taglia e continuerà a tagliare posti di lavoro nel suo stabilimento di Catania. Ecco cosa sta succedendo e cosa dicono i sindacati

 

“Coi vaccini guadagnate ma i lavoratori licenziate”. È lo slogan scritto su striscioni e gridato dai megafoni a Catania contro Pfizer, che poco più di un mese fa ha annunciato di avere 130 dipendenti a tempo indeterminato in esubero nella sede siciliana.

Adesso i sindacati hanno chiesto all’amministratore delegato di Pfizer Italia di intervenire.

COSA AVEVA ANNUNCIATO PFIZER

Nello stabilimento Pfizer di Catania lavoravano 778 persone di cui 115 lavoratori somministrati.

Durante un incontro che si è tenuto a Roma il 3 febbraio, la casa farmaceutica non solo aveva annunciato i 130 esuberi, ma aveva aggiunto che, alla fine di febbraio scorso, non sarebbe stato rinnovato il contratto di 50 dipendenti di un’azienda dell’indotto, che di fatto lavorano per Pfizer. Inoltre, nel ridimensionamento avrebbero potuto essere coinvolti anche altri 60 tra lavoratori e lavoratrici.

Per un totale, quindi, di 240 posti di lavoro.

COSA HANNO FATTO I SINDACATI

I sindacati avevano già chiesto un incontro al ministero dello Sviluppo economico (Mise) e ora i segretari provinciali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl Chimici, hanno inviato una lettera all’amministratore delegato di Pfizer Italia, Päivi Kerkola, per esprimere “enorme preoccupazione per quanto sta accadendo” in relazione alla procedura che è stata attivata dall’azienda per il licenziamento dei 130 lavoratori in esubero, dopo la mancata conferma di 80 lavoratori con contratto interinale.

LA LETTERA

“Non riponiamo più alcuna fiducia nel management locale di Wyeth lederle [società del gruppo Pfizer, ndr], a maggior ragione dopo l’ultimo incontro avvenuto in Confindustria Catania al termine del quale ci siamo rifiutati di firmare un verbale in cui l’azienda entrava nel merito della procedura che avevamo chiesto di revocare”, hanno scritto, Jerry Magno (Filctem Cgil), Giuseppe Coco (Femca Cisl), Alfio Avellino (Uiltec Uil) e Carmelo Giuffrida (Ugl Chimici).

“Sin dall’inizio di questa vicenda – proseguono – abbiamo sempre chiesto di poter vedere un preciso piano industriale e un piano degli investimenti per il sito produttivo di Catania, rendendoci disponibili anche a venire incontro alle esigenze di riorganizzazione della produzione attraverso un confronto basato sull’intero personale in forza per individuare le migliori soluzioni necessarie ad alleggerire il carico (esodi incentivati, assunzioni in altro sito, prepensionamenti ed altro…)”.

I sindacati dicono di aver trovato di fronte a loro “un muro, da parte dei rappresentanti locali dell’azienda che si è materializzato anche di fronte al Prefetto di Catania ed agli interventi dell’Assessore regionale del Lavoro (al tavolo di crisi del 18 febbraio), nonché del presidente della Regione siciliana e dell’arcivescovo di Catania (intervenuti allo sciopero dei lavoratori che ha registrato massima adesione)”.

“Temiamo – dicono con apprensione i sindacati – che anche il tavolo di crisi che la Regione siciliana ha convocato per 18 Marzo, in assenza di un diverso atteggiamento da parte di Wyeth lederle, possa non condurre ad una risoluzione ragionevole della paradossale situazione. È infatti inconcepibile, oltre che incomprensibile, agli occhi dei lavoratori e dell’intera opinione pubblica come un’azienda tutt’altro che in crisi come Pfizer, in breve tempo, lasci a casa 210 persone che tanto hanno dato all’azienda anche in periodo di emergenza Covid-19”.

“Non possiamo nascondere – concludono – neanche la paura più grande che è quella connessa alla mancanza dei riferimenti su quello che sono le prospettive legate allo stabilimento Pfizer di Catania, anche se il management locale continua a ribadire che non c’è nessuna volontà di provvedere alla progressiva chiusura del sito”.

PERCHÉ I SINDACATI PRESAGISCONO LA CHIUSURA DELLO STABILIMENTO

Sebbene Pfizer dica di non voler chiudere l’impianto di Catania, il segretario territoriale della Ugl Giovanni Musumeci e Giuffrida temono che “questa folle procedura, avviata nel nome di scelte aziendali a livello globale” faccia “presagire una sempre più flebile attenzione nei confronti del sito produttivo”.

A sostegno della loro tesi portano gli esempi non solo dei già 80 mancati rinnovi – che ha riguardato “lavoratori precari molti dei quali hanno vissuto questa condizione anche per 8 anni senza mai essere stabilizzati” -, ma anche “il dimezzamento delle risorse per investimenti che adesso servirà soltanto a garantire soltanto la manutenzione della struttura”.

LA CONVOCAZIONE URGENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI CATANIA

L’appello dei segretari si chiude con le richieste di intervento da parte dell’Ad di Pfizer Italia e della convocazione urgente del Consiglio comunale di Catania:

“Siamo dispiaciuti che si sia, necessariamente, dovuti arrivare ad un simile livello, perché fino ad oggi avevamo confidato nella ragionevolezza di chi rappresenta questa spettabile azienda a Catania ed invece si è permesso di mancare di rispetto ai lavoratori, alle sigle sindacali che li rappresentano, alle istituzioni regionali e di Governo, alla Chiesa ed ai catanesi che si sono stretti attorno i dipendenti coinvolti in questa assurda procedura”.

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