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Ricette Elettroniche

Perché medici e farmacisti protestano per la ricetta elettronica?

Per i farmaci gratuiti, la vecchia ricetta rossa è già quasi scomparsa in tutta Italia e a breve anche quella bianca per i farmaci a pagamento dovrebbe fare la stessa fine, ma medici e farmacisti sono contrariati. Sebbene si tratti di un passo per semplificare la vita dei pazienti, la tecnologia di Sogei non sembra pronta... Fatti e commenti

 

Per l’ufficio regionale Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) le ricette elettroniche sono una parte essenziale della trasformazione digitale dei sistemi sanitari e l’82% degli Stati membri le ha attivate. In Italia però la digitalizzazione è un processo lento e, stando a quanto dicono i medici, non è così semplice mandare in pensione una volta per tutte i loro ricettari.

RICETTE DI CARTA E RICETTE ELETTRONICHE

La ricetta medica elettronica estesa a tutte le prescrizioni, anche a quelle ‘bianche’ – ovvero per i farmaci di fascia C, quelli a pagamento per i cittadini – che fino a oggi erano cartacee, “è stata una misura condivisa con i medici per diminuire il carico di lavoro amministrativo. E quindi io credo che sia stato utile farlo. Verificheremo poi se i sistemi, come crediamo, sono in grado di reggere all’incremento di questo tipo di applicazione”. Sono le parole del ministro della Salute, Orazio Schillaci, in merito alla novità sulle prescrizioni per cui l’Ordine nazionale dei medici ha espresso perplessità relative alla tenuta dei sistemi informatici di supporto rispetto alla massa di prescrizioni previste.

Il sistema incriminato è quello di Sogei, la società del ministero dell’Economia e Finanza (il cui direttore generale, Paolino Iorio, è stato recentemente arrestato per corruzione e turbativa d’asta) che tra le altre cose genera l’Nre, il numero di ogni ricetta elettronica, visibile da tutti i farmacisti.

COSA DICONO MEDICI E FARMACISTI

Sebbene per il ministro si tratti di “una riforma importante che va proprio in direzione di rendere più facile e meno burocratico il lavoro soprattutto dei medici di famiglia”, i professionisti, tra fine ottobre e inizio novembre, lamentavano interruzioni nel sistema e conseguenti ritardi nell’emissione.

“Anche oggi il sistema che permette ai medici di medicina generale, ai pediatri e a tutti gli specialisti ospedalieri di produrre ed emettere ricette elettroniche dematerializzate continua a funzionare a singhiozzo”, affermavano dall’assessorato della regione Toscana, denunciando anche un blocco totale “dovuto a guasti sui sistemi centralizzati gestiti dalla società Sogei del ministero”. Stessa situazione nelle Marche, che ha segnalato problemi tecnici “nel sistema centrale di accoglienza ricette gestito dal ministero dell’Economia e Finanza attraverso Sogei”.

In Veneto sono insorti invece i farmacisti: “Sono due giorni che, di fronte alle persone in coda convinte di ritirare i farmaci al banco, dobbiamo scusarci per un disservizio che non dipende da noi. Non sappiamo se la causa del problema sia dovuta al Sistema di accoglienza regionale o a quello nazionale, quello che di certo riscontriamo sul campo da quasi due settimane è un disservizio strutturale anche piuttosto frequente”, ha detto il presidente di Federfarma Andrea Bellon.

LA NORMA SENZA LO STRUMENTO?

Medici e farmacisti non si dichiarano contrari alla transizione digitale ma temono che manchino le basi per attuarla: “Si intende arrivare a effettuare tutte le prescrizioni nel formato elettronico. Ciò è finalizzato soprattutto a garantire la massima implementazione del fascicolo sanitario elettronico. Tuttavia, per quanto l’obiettivo sia comprensibile, alla luce dei problemi delle ultime settimane, abbiamo il timore che non tenga conto dell’effettiva capacità del sistema di rispondere al fabbisogno”, ha spiegato Silvestro Scotti, segretario del sindacato dei medici di medicina generale Fimmg. “Non si può fare la norma prima dello strumento – conclude -. L’idea di dematerializzare tutte le ricette, come previsto dalla manovra, è quanto meno prematura e potrebbe bloccare l’attività dei medici e impedire l’accesso dei pazienti a farmaci e prestazioni importanti. Come dimostrano le difficoltà che stiamo riscontrando in questi giorni”.

Inoltre, secondo quanto riferito da Scotti, capita sia che non ci siano più molti approvvigionamenti di blocchetti di ricette rosse sia che i farmacisti non le accettino più e, quindi, alla fine il paziente non riesce ad avere i farmaci.

Concorda anche il presidente della Federazione dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) Filippo Anelli: “Gli strumenti elettronici devono rappresentare un ausilio per il medico e per la qualità dell’assistenza in quanto migliorano la modalità della trasmissione delle ricette alla farmacia. Il problema è se siamo pronti per farlo e se le reti di supporto tengono”. “Dovremmo evitare che si appesantisca il lavoro dei sanitari potenziando la struttura elettronica”, prosegue, evidenziando poi anche il tema della domiciliarità perché “ci sono luoghi del Paese nei quali le linee elettroniche non sono stabili o non sono presenti affatto”.

I VANTAGGI DELLA RICETTA ELETTRONICA

Se si riuscisse nell’ardua missione di rendere elettroniche tutte le ricette mediche i vantaggi sarebbero numerosi. Prima di tutto per i pazienti, che invece di dover passare dallo studio del medico potrebbero ricevere la prescrizione via mail e Whatsapp e dunque, in caso di necessità, potrebbero anche ritirare un medicinale in un’altra Regione. E di conseguenza, anche i medici risparmierebbero tempo.

Inoltre, come afferma la norma all’interno della legge di bilancio che prevede la digitalizzazione delle ricette, sarebbe possibile registrare in modo ancora più preciso i dati di consumo, soprattutto per quanto riguarda la valutazione del numero di prescrizioni dei singoli camici bianchi.

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