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Test Covid Roche

Luci e ombre per Roche fra test e pillole anti Covid

Chiusura del trimestre a nove zeri per il gruppo farmaceutico Roche (anche grazie ai test Covid). Ma sulla pillola anti Covid...

 

Il mercato dei test Covid non conosce crisi e il gruppo farmaceutico svizzero Roche lo sa bene. Le vendite della sua divisione Diagnostica sono cresciute del 39% nei primi nove mesi del 2021 proprio grazie all’elevata domanda di test Covid. E con l’introduzione del Green Pass obbligatorio al lavoro la tendenza non sembra destinata a mutare.

GLI INCASSI DI ROCHE

Roche, ha scritto Il Sole24Ore, ha chiuso i primi 9 mesi del 2021 con un fatturato in crescita dell’8% a cambi costanti (6% in franchi svizzeri) a circa 46,7 miliardi di franchi (43,3 miliardi di euro) con le vendite della Divisione Farmaceutica cresciute del 5% e le vendite della divisione Diagnostica del 18% nel terzo trimestre e del 39% nei primi nove mesi grazie all’elevata domanda di test Covid, della forte ripresa business di base e delle piattaforme di diagnosi lanciate di recente.

IL COMMENTO DEL CEO

Il CEO Severin Schwan ha commentato: “La domanda di test per il coronavirus è rimasta elevata nel terzo trimestre a causa della variante Delta. Insieme ai farmaci e alle piattaforme diagnostiche lanciate di recente, hanno contribuito alla forte crescita delle vendite”.

Non solo test Covid, però, Schwan ha infatti aggiunto che i risultati di Roche sono dovuti anche ai progressi significativi nella pipeline di prodotti nel terzo trimestre, “incluso una polizza di 20 anni che ha ottenuto un premio per i risultati del contratto con una forma di partecipazione. Sulla base dei risultati ottenuti, stiamo alzando le nostre prospettive per l’intero anno”.

https://twitter.com/Roche/status/1450733810543255555

ASPETTATIVE E PREVISIONI

E infatti, il gruppo ha alzato l’outlook per l’anno: le vendite dovrebbero ora crescere nell’intervallo a una cifra medio-bassa, a tassi di cambio costanti. L’utile per azione è destinato a crescere sostanzialmente in linea con le vendite, a tassi di cambio costanti. Roche prevede di aumentare il dividendo.

BATTUTA D’ARRESTO

Per la società svizzera tuttavia non ci sono solo buone notizie. Ieri, infatti, la pillola anti Covid AT-527 sviluppata dalla società americana Atea Pharmaceuticals – e di cui Roche è partner – non ha soddisfatto gli obiettivi di uno studio di fase II su pazienti che presentavano una forma moderata della malattia, scrive Bloomberg.

Gli incoraggianti risultati ottenuti dalla concorrente americana Merck avevano fatto ben sperare le due aziende che ora valuteranno i potenziali cambiamenti. I dati però saranno disponibili solo nella seconda metà del 2022.

L’annuncio ha subito provocato la reazione della Borsa e le azioni di Roche sono bruscamente scese del 3% sul mercato di Zurigo.

UN PO’ DI DATI SUI TEST COVID

Con l’obbligo del Green Pass al lavoro, i non vaccinati sono subito corsi in farmacia per sottoporsi a test rapidi o dal medico di famiglia per giustificare l’assenza. In Italia, la Sicilia è l’emblema di quanto descritto. Negli ultimi quattro giorni, fa sapere Repubblica, ha raggiunto il record di tamponi: 170 al minuto.

In altre parole, un lavoratore non vaccinato, che deve sottoporsi al test ogni 48 ore per ottenere il certificato verde temporaneo, può arrivare a pagare fino a 180 euro al mese. “Soldi che finiscono nelle tasche dei titolari di farmacie e laboratori e rivenditori che acquistano i kit a 2 euro in media ciascuno per poi fornirli a 15 euro”, commenta il quotidiano.

“Finora la Regione ha speso 16 milioni di euro per acquistarli, con un costo medio di 4,50 euro a tampone. Ad aggiudicarsi la fetta più grossa – prosegue Repubblica – il colosso inglese Abbott (che ha anche una sede romana), la genovese Medical System (che distribuisce kit prodotti in Cina per il sistema Maglumi) e la svizzera Roche”.

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