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Alghe

Le alghe saranno le nuove proteine della tavola?

Sostenibili e nutrienti, le alghe potrebbero rimpiazzare il 25% del consumo europeo di proteine e il 50% del consumo totale di olio vegetale, ecco perché sono il futuro dell’alimentazione

 

Già molto utilizzate dalla cucina orientale e da quella macrobiotica, le alghe potrebbero diventare il nuovo super cibo sostenibile del futuro. O almeno è quello che sostiene uno studio dell’Università della California a San Diego, pubblicato sulla rivista Frontiers in Nutrition.

Più che una moda sarà una necessità. Secondo la ricerca, infatti, le attuali pratiche di produzione agricola e alimentare sono costrette ad affrontare uno stress estremo, causato dai cambiamenti climatici e da una popolazione umana in costante aumento, che renderà difficile sfamare miliardi di persone.

Da qui la necessità di pensare a nuovi cibi più sostenibili.

LE ALGHE SONO NUTRIENTI?

Ma è possibile sfamarsi con le alghe e soprattutto fornire il giusto apporto nutrizionale al nostro organismo? Come osserva lo studio, per migliaia di anni, sia le forme macro (Fulcales e Laminariali) che micro (unicellulari) di alghe sono state coltivate come fonte di cibo.

Vantano infatti una composizione nutritiva che si adatta in modo unico alla dieta umana. Anche in piccole quantità, le alghe hanno un grande potenziale come integratori alimentari in grado di fornire macronutrienti essenziali come aminoacidi e acidi grassi. Producono proteine, lipidi e carboidrati altamente digeribili e sono ricche di acidi grassi essenziali, vitamine e minerali.

Molte alghe approvate per il consumo umano hanno un contenuto proteico che può variare dal 27 al 70%.

LA SOSTENIBILITÀ DELLE ALGHE

A favorire la sostenibilità delle alghe è, in primis, la loro capacità di sequestrare CO2. Lo sa bene l’industria dei biocarburanti, che ne ha sollecitato la produzione su larga scala per ottenere alternative green ai combustibili fossili.

Sebbene i principali studi e risultati sulla loro crescita e coltivazione in grandi quantità provengano da questo settore, per gli esperti, non c’è motivo di pensare che non possano essere adattati anche all’ambito alimentare.

La più grande sfida per la commercializzazione delle microalghe come super cibo potrebbe non essere di natura scientifica, tecnica o estetica ma riguardare semplicemente la capacità di scalare la produzione a livello globale. “Tutte le grandi innovazioni, però, come smartphone, computer, pannelli fotovoltaici e auto elettriche – dicono gli autori – hanno comportato difficoltà più o meno complesse ma le abbiamo superate per portare queste ‘nuove’ tecnologie su scala mondiale, quindi sappiamo che possiamo farlo con le alghe”.

Inoltre, le alghe possono essere prodotte su terreni non coltivabili utilizzando acqua non potabile (compresa l’acqua di mare), il che consente loro di integrare piuttosto che competere con l’agricoltura tradizionale.

Grafico via Frontiers in Nutrition

COME TRASFORMARLE IN PRODOTTI ALIMENTARI

Con le dovute differenze nella coltivazione, dopo la raccolta, le cellule delle alghe vengono essiccate per essere utilizzate direttamente come integratori alimentari oppure possono essere sottoposte a un’ulteriore lavorazione per l’estrazione di proteine, lipidi o carboidrati. Da qui si possono poi ottenere diversi prodotti a seconda dei macro e micro nutrienti che possiedono.

“Molti di noi conoscono da anni il potenziale delle alghe come fonte alimentare e ci hanno lavorato, ma ora, con il cambiamento climatico, la deforestazione e una popolazione di 8 miliardi di persone, la maggior parte di noi si rende conto che il mondo deve semplicemente diventare più efficiente nella produzione di proteine”, ha dichiarato il professor Stephen Mayfield, che ha partecipato allo studio ed è anche direttore del California Center for Algae Biotechnology.

Certo, per alcuni potrebbe non essere allettante mangiare alghe a causa del loro odore o gusto, ma gli esperti garantiscono che è possibile modificare questi tratti organolettici, aumentando al contempo anche il loro contenuto proteico.

PERCHÉ SONO UTILI

Stando alla ricerca, i ceppi di alghe esistenti potrebbero potenzialmente sostituire il 25% del consumo europeo di proteine e il 50% del consumo totale di olio vegetale, se coltivati su terreni disponibili attualmente non utilizzati per le colture tradizionali.

“Il vantaggio più grande è la produzione di proteine per acro”, ha spiegato Mayfield. “Le alghe sono semplicemente inferiori all’attuale standard aureo della soia, con una produzione per acro almeno 10 volte, forse 20 volte superiore”.

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