I Pfas, noti come “sostanze chimiche perenni”, sono ovunque. E questa non è una novità. Ma per la prima volta è stato scoperto che l’acqua minerale di diversi Paesi europei è contaminata da Tfa, un tipo di Pfas tossico per i sistema riproduttivo, si sta accumulando a livelli allarmanti in tutto il mondo.
E se la Commissione europea, nonostante i suoi tempi biblici nel comunicare le decisioni di autorizzazione relative alle sostanze chimiche pericolose, è al lavoro per vietare due pesticidi comuni che contengono composti di Tfa, negli Stati Uniti, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa) starebbe invece ricevendo pressioni dai produttori di sostanze chimiche per non colpire un’importante fonte di guadagno.
COS’È E DOVE SI TROVA IL TFA
Il Tfa, come spiega Pesticide Action Network Europe (Pan Europe), è una sostanza chimica molto piccola e altamente mobile, solubile in acqua, che non si degrada in natura. La sua estrema mobilità gli consente di penetrare e accumularsi anche nelle riserve di acque sotterranee profonde. Fa parte dei Pfas, i cosiddetti forever chemicals, ovvero “sostanze chimiche perenni” perché eliminarle, oltre a essere molto costoso, è anche molto difficile. Inoltre, ne esistono una quantità incredibile e si trovano praticamente ovunque. In particolare, il Tfa si trova anche in un gran numero di altri Pfas, soprattutto nei pesticidi usati in agricoltura e nei gas fluorurati dalle tecnologie di refrigerazione. Negli ultimi trent’anni, la diffusione di questa sostanza nell’ambiente è aumentata drasticamente.
Infatti, secondo Pan Europe, oggi il Tfa si trova ovunque: nell’acqua piovana, nei fiumi, nel suolo, nelle piante, negli alimenti, nell’acqua del rubinetto e persino nel sangue umano. Inoltre, le sue concentrazioni sono di ordini di grandezza superiori a quelle conosciute di altri Pfas, pesticidi o loro prodotti di degradazione. Per alcuni scienziati, il Tfa è una minaccia per il nostro pianeta perché “potrebbero verificarsi potenziali impatti irreversibili sui processi vitali del sistema terrestre”.
Il Guardian aggiunge che il Tfa, in quanto refrigerante, “doveva sostituire in modo sicuro i vecchi gas serra come i Cfc ed è spesso utilizzato nella produzione di energia pulita”, tuttavia, “recenti ricerche hanno stabilito che si tratta di un potente gas serra che può rimanere nell’atmosfera per 1.000 anni” e “circa il 60% di tutti i Pfas prodotti dal 2019 al 2022 sono gas fluorurati che si trasformano in Tfa”. Inoltre, “circa il 40% di tutti gli ingredienti attivi aggiunti ai pesticidi negli Stati Uniti sono Pfas”.
IL TFA NELLE ACQUE MINERALI EUROPEE
Pesticide Action Network Europe ha condotto un’analisi e ha rilevato la presenza di Tfa in 10 delle 19 acque minerali, con livelli fino a 32 volte superiori alla soglia che dovrebbe far scattare l’azione normativa nell’Unione europea. La scoperta è sorprendente perché l’acqua minerale, sottolineano gli autori dello studio, “è definita dalla legge come ‘originariamente pura’, ciò significa che deve provenire da fonti d’acqua sotterranee, che si presume siano protette da tutti i rischi di inquinamento”. “Questa purezza – proseguono – non è solo una caratteristica qualitativa fondamentale, ma anche un requisito legale”.
“In 7 casi su 19, la contaminazione da Tfa supera il valore limite per l’acqua potabile per i metaboliti dei pesticidi, che è di 0,1 µg/l (100 ng/l). In un caso, viene superato anche il limite massimo per i Pfas totali di 0,5 µg/l (500 ng/l) proposto dalla direttiva Ue sull’acqua potabile. Questo limite – si legge nell’analisi – entrerà in vigore nel 2026, anche se non sarà applicato da tutti gli Stati membri. Tuttavia, ognuna delle acque minerali testate – anche quella con la più alta contaminazione misurata di 3.200 ng/l – è conforme alla maggior parte degli attuali valori guida per la salute umana stabiliti da varie autorità nell’Ue, anche con un consumo giornaliero elevato di 2 litri – calcolato per un adulto di 60 kg. Inoltre, l’acqua minerale è mediamente meno contaminata da Tfa rispetto all’acqua di rubinetto”.
Lo studio, osserva il Guardian, fa seguito a una ricerca che ha rilevato la presenza di Tfa nel 93% di oltre 600 campioni di acqua belga, con livelli particolarmente elevati nelle regioni agricole. Inoltre, le autorità svizzere hanno riscontrato che il Tfa è onnipresente nelle acque sotterranee del Paese e negli Stati Uniti tutti i campioni di acqua piovana controllati in Michigan contenevano questa sostanza.
LE ACQUE CONTAMINATE
Nel grafico realizzato da Pan Europa le 10 acque minerali con residui di Tfa quantificabili, nonché le 7 acque minerali e le 2 acque di sorgente senza contaminazione da Tfa quantificabile. Le barre blu rappresentano i risultati delle analisi estive, mentre quelle azzurre riflettono le analisi di conferma effettuate in autunno.
RESPONSABILITÀ E PRESSIONI
I ricercatori hanno comunque voluto sottolineare che non incolpano i produttori di acqua minerale perché il problema non è di loro competenza. Sebbene infatti le sorgenti debbano essere protette dai rischi di inquinamento, le aziende talvolta hanno un’influenza limitata nel garantire la protezione delle loro fonti idriche. Inoltre, osserva il Guardian, “esse dipendono dalle autorità responsabili per l’attuazione coerente delle misure di protezione dell’acqua previste dalla legislazione europea in materia di acqua e pesticidi”.
Tuttavia, il quotidiano britannico ricorda anche che l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente (Epa) ha recentemente escluso il Tfa dalla classificazione come Pfas, sottoponendolo così a minori controlli, e per alcuni gruppi che si occupano di salute pubblica l’Epa “subisce pressioni perché il Tfa è un’importante fonte di guadagno per i produttori di sostanze chimiche”.
La Commissione europea, invece, sta proponendo di vietare due pesticidi comuni che contengono composti di Tfa.