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Vendita Pillole Merck Pfizer

La pillola Merck anti Covid può davvero fare la differenza per i Paesi poveri?

Nei Paesi più poveri solo 1 persona su 500 ha ricevuto il vaccino, mentre nei Paesi ricchi il rapporto è di 1 su 4. Se la pillola Merck anti Covid venisse messa in commercio ripeteremmo lo stesso errore?

 

La multinazionale statunitense Merck potrebbe ottenere a dicembre l’autorizzazione d’emergenza da parte della Food and Drug Admistration (Fda) per la sua pillola anti Covid (molnupiravir) ed è già partita la corsa da parte di alcuni Paesi per accaparrarsi le dosi nonostante la vendita non sia ancora stata approvata.

Dopo il flop del programma Covax ci dimenticheremo di nuovo dei più poveri?

LO SQUILIBRIO MONDIALE

L’Indipendent Allocation Vaccine Group (Iavg), organo istituito dall’Oms nel gennaio 2021 nell’ambito del progetto Covax, ideato per garantire un accesso equo a livello globale ai vaccini anti Covid, continua a lanciare l’allarme.

Secondo le stime iniziali dell’Oms, scrive Focus, Covax avrebbe dovuto distribuire due miliardi di dosi entro la fine del 2021. Un obiettivo lontano visti i ritmi attuali. A fine settembre, erano state distribuite meno di 300 milioni di dosi ai Paesi più poveri di tutto il mondo. L’Italia, che si era impegnata a donare 15 milioni di dosi entro la fine del 2021, era a quota 2,4 milioni.

Di questo passo, difficilmente le donazioni potranno risolvere il problema della carenza di vaccini nei Paesi più poveri del mondo, dove in media solo una persona su 500 è stata immunizzata, mentre nei Paesi ricchi il rapporto è di uno su quattro. Secondo Human Rights Watch, il 75% dei vaccini è andato a 10 Paesi.

LA PILLOLA MERCK TRA I NUOVI PLAYER

Mentre gli accordi bilateri tra Paesi ricchi e case farmaceutiche continuano a prevalere sulla solidarietà internazionale, le big della farmaceutica, secondo Reuters, discutono su una maggiore distribuzione delle pillole anti Covid nei Paesi in via di sviluppo.

Tuttavia, sebbene le intenzioni siano come sempre delle migliori, un ristretto gruppo di Paesi, scrive Fortune, rischia ancora una volta di tagliare fuori chi è più indietro nella lotta contro il virus.

Infatti, la notizia che la pillola anti Covid prodotta da Merck e Ridgeback Biotherapeutics potrebbe presto essere immessa nel mercato come primo farmaco antivirale orale ha subito attirato l’attenzione di diversi Paesi tra cui Nuova Zelanda, Australia, Corea del Sud, Taiwan, Singapore e Malesia.

Anche l’Unione europea, in caso di autorizzazione da parte dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), non esclude l’acquisto della pillola che, secondo i dati, dimezza il rischio di ospedalizzazione e di decesso.

COSA PENSANO DI FARE LE BIG PHARMA

Tra le buone intenzioni ci sono: adottare una politica differenziata dei prezzi in grado di riflettere la diversa capacità dei singoli Stati di finanziare la risposta sanitaria alla pandemia e concedere le licenze a produttori di farmaci generici per accelerare la disponibilità di molnupiravir in più di 100 Paesi a basso o medio reddito.

Questo piano però rischia di ripetere le iniquità della distribuzione dei vaccini, lasciando potenzialmente le nazioni con il maggior bisogno ancora una volta in fondo alla fila.

PERCHÉ RISCHIA DI NUOVO DI ESSERE UN FALLIMENTO

Il programma, secondo un rapporto indipendente commissionato dall’Oms, “non ha ancora una struttura di approvvigionamento chiaramente articolata per rifornire i Paesi o per negoziare i contratti.

Lo sforzo sostenuto dall’Oms “potrebbe affrontare sfide simili a Covax nel garantire una fornitura sufficiente” per i Paesi poveri e a medio reddito, sostiene l’analisi, che vede l’acquisto da parte degli Stati Uniti come un rischio.

TRATTATIVE IN CORSO

Se la terapia venisse approvata dalla Fda, alcuni produttori generici indiani – tra cui Aurobindo Pharma, Cipla Ltd, Dr. Reddy’s Labs, Emcure Pharmaceuticals, Hetero Labs, Sun Pharmaceuticals e Torrent Pharmaceuticals – rifornirebbero più di 100 Paesi a basso e medio reddito. Anche l’iniziativa sanitaria globale Unitaid e i suoi partner stanno trattando per le forniture.

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