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Insonnia

La cura contro l’insonnia che combatte le notti in bianco

L’insonnia colpisce circa il 20% degli italiani. Nel Regno Unito ha un impatto economico pari a quasi 50 miliardi di dollari e negli Stati Uniti di 411 miliardi. Ora una nuova cura sviluppata dalla svizzera Idorsia promette di agire in modo diverso sul sonno. Tutti i dettagli

 

Se la privazione del sonno è un metodo di tortura è possibile immaginare la sofferenza che provano le persone affette da insonnia. In Italia ne soffre il 20% e, secondo le ultime indiscrezioni, questa patologia sarebbe stata “la ragione principale” che portò papa Benedetto XVI alle dimissioni.

Come affermato dalla rivista tedesca Focus, il Papa emerito infatti è riuscito a svolgere le sue funzioni grazie a “forti” pillole prescritte dal suo medico, ma a un certo punto la loro efficacia ha raggiunto il limite e la scelta di lasciare l’incarico si è fatta inevitabile.

Ora, però, un nuovo farmaco in grado di bloccare l’orexina, uno dei principali neurotrasmettitori che agisce sul sonno, è in arrivo. Lo hanno annunciato gli esperti nel corso del Congresso nazionale della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia (Sinpf).

I DATI SULL’INSONNIA

Stando ai dati riportati da Ansa, oltre un terzo della popolazione mondiale è colpita da insonnia e/o da disturbi del sonno. In Italia interessa circa il 20% della popolazione e in molti casi è cronica.

La patologia infatti si distingue in acuta e cronica: la prima, spiega Salute Domani, ha una durata inferiore a 3 mesi e colpisce fino al 30% della popolazione, la seconda può durare anche tutta la vita, con una forbice di prevalenza tra il 10 e il 15%, che equivale a 6-9 milioni di persone.

Le cure, inoltre, non sembrano rispondere adeguatamente al problema poiché i sintomi continuano a essere persistenti nell’80% dei casi a distanza di 1 anno dalla diagnosi e nel 60% dei casi dopo 5 anni.

Il tutto spesso accompagnato e aggravato dalla copresenza di possibili disturbi psichiatrici o psicoemotivi, in particolare ansia e depressione.

LA SCOPERTA E I VANTAGGI RISPETTO AGLI ALTRI FARMACI

La nuova molecola individuata dagli esperti e che potrebbe dare una svolta in questo campo si chiama daridorexant ed è stata presentata in due studi pubblicati di recente su Lancet e su Sleep Journal.

A differenza delle medicine tradizionali, come le benzodiazepine e i farmaci Z, combatte anche la sonnolenza diurna e agisce su un bersaglio diverso. Daridorexant, infatti, regola i cicli sonno-veglia inibendo l’azione eccitante dell’orexina, una sostanza con funzione attivante prodotta dall’organismo.

“Assunto di sera esaurisce il suo effetto nel corso della notte, senza lasciare strascichi durante le ore diurne”, ha spiegato Matteo Balestrieri, ordinario di Psichiatria all’Università di Udine e co-presidente della Sinpf.

Inoltre, il nuovo farmaco ha finora dimostrato un profilo di sicurezza favorevole e minori effetti avversi. “Un grande pregio di questa molecola – ha detto l’esperto – è che, a differenza di molti altri farmaci contro l’insonnia, non crea dipendenza e può, di conseguenza, essere sospeso con estrema facilità”.

L’AZIENDA CHE PRODUCE IL FARMACO

La terapia, recentemente approvata in Italia, è sviluppata dalla startup biofarmaceutica svizzera Idorsia, che si occupa di ricerca e sviluppo di small molecules.

IL COSTO SOCIO-ECONOMICO DELL’INSONNIA

L’insonnia oltre ad avere notevoli implicazioni sulla salute delle persone – chi ne soffre corre un rischio maggiore di sviluppare depressione, diabete, malattie cardiovascolari e Alzheimer – ha forti ripercussioni anche socio-economiche.

“Nel Regno Unito – scrive Internazionale -, la perdita di produttività dovuta all’insonnia equivale a 1,7 milioni di ore lavorative all’anno, con un impatto economico pari a quasi 50 miliardi di dollari. Negli Stati Uniti ogni anno vanno sprecate 9,9 milioni di ore lavorative, per un danno economico di 411 miliardi di dollari. La mancanza di sonno costa a questi paesi circa il 2 per cento del loro prodotto interno lordo”.

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