Seri problemi per le mamme e i neonati negli Stati Uniti, dove è diventato quasi introvabile il latte artificiale, detto anche “baby formula”. Prima le interruzioni nella catena di produzione e distribuzione dovute alla pandemia, poi la chiusura del principale stabilimento della Abbott Nutrition, colosso farmaceutico nonché produttore di questo alimento.
Ma la carenza di latte artificiale è anche un’altra gatta da pelare per l’amministrazione Biden, che nei sondaggi di gradimento non se la passa benissimo.
I PROBLEMI DI ABBOTT
Lo shock per le forniture si è intensificato a febbraio, quando Abbott ha avviato un richiamo di latte artificiale in polvere prodotto nello stabilimento di Sturgis, in Michigan, dopo aver ricevuto segnalazioni di infezioni batteriche in diversi bambini.
La Food and Drug Administration (Fda) ha dunque imposto la chiusura del sito e i prodotti consegnati nei negozi sono stati ritirati. Già nel 2019 e nel 2020 erano stati rintracciati batteri in formule Abbott messe in commercio.
I prodotti erano stati collegati a casi di infezioni da cronobacter e salmonella. Secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), l’infezione da Cronobacter sakazakii può causare sepsi e meningite, che nei neonati possono essere letali.
Tuttavia, il 16 maggio Abbott ha dichiarato di aver raggiunto un accordo con le autorità di regolamentazione per la riapertura dello stabilimento di Sturgis. L’impianto potrebbe riprendere la produzione entro due settimane dall’approvazione della Fda, ma ci vorranno comunque dalle sei alle otto settimane dal momento della riapertura prima che i prodotti arrivino sugli scaffali.
I DATI DELLA CRISI
Per la società di monitoraggio dei rivenditori Datasembly citata da Bloomberg, all’8 maggio, il 43% del latte in polvere era esaurito presso i rivenditori a livello nazionale, rispetto al 31% di circa un mese prima e all’11% di novembre.
Le difficoltà maggiori, afferma Datasembly, si stanno registrando in Tennessee e in città come Las Vegas, Houston e Charlotte molti scaffali sono ormai vuoti.
Aziende come CVS, Target e Walgreens stanno limitando la quantità di latte artificiale che i clienti possono acquistare e la stessa Casa Bianca non esclude di ricorrere alle “leggi di guerra”.
LE ALTERNATIVE (DA NON ADOTTARE)
Alcune mamme stanno sperimentando ricette fai-da-te, ma sia la Fda che l’American Academy of Pediatrics (Aap) ricordano che i preparati in casa possono essere pericolosi, causare contaminazioni e ipocalcemia, ovvero un basso livello di calcio. I medici consigliano, inoltre, di non diluire il latte artificiale per allungarlo.
Per i bambini di età superiore ai 6 mesi, fa sapere l’Aap, il latte vaccino è un’opzione “per un breve periodo di tempo”, ma “non dovrebbe diventare una routine” perché i bambini rischiano di non ricevere abbastanza ferro.
Il consiglio dei pediatri è quindi di cambiare marca, usare il latte donato da altre madri o importarlo dall’estero, a patto che sia compatibile con le linee guida della Fda.
UN PROBLEMA LEGATO AL CONGEDO DI MATERNITÀ
Oltre ai casi di genitori adottivi, mamme con problemi di salute o con una limitata disponibilità di latte materno, o bambini con allergie, quella del latte artificiale è spesso una scelta obbligata negli Stati Uniti, “l’unico Paese ad alto reddito che non garantisce un congedo di maternità retribuito”, scrive Bloomberg.
Questo porta inevitabilmente le mamme a non avere altre opzioni. Secondo i dati del Cdc, a 6 mesi solo un quarto dei bambini negli Stati Uniti viene allattato esclusivamente al seno e circa il 20% dei bambini allattati al seno è stato integrato con latte artificiale nei primi due giorni di vita.
COSA PENSANO DI FARE GLI STATI UNITI
Il mercato statunitense del latte artificiale, riferisce Bloomberg, è dominato da una manciata di grandi fornitori, tra cui Abbott e, a causa della regolamentazione della Fda, l’acquisto di latte artificiale da altri Paesi è in gran parte fuori questione per i consumatori americani.
Il 13 maggio il commissario della Fda, Robert Califf, ha twittato che la l’agenzia sta elaborando piani dettagliati per espandere le importazioni di latte artificiale e “ulteriori flessibilità” per i produttori e i fornitori nazionali.
La Fda ha inoltre annunciato che sta collaborando con altri grandi produttori di latte artificiale, come Mead Johnson, Nestle, Danone e Perrigo.