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Israele

Israele, che cosa (non) ha deciso sulla quarta dose

Perché Israele al momento sospende la somministrazione della quarta dose del vaccino

 

Israele aveva annunciato di voler offrire a partire da domenica scorsa una quarta dose di vaccino al personale sanitario e agli over 60, ma ha poi preferito avviare uno studio presso l’ospedale Sheba di Tel Aviv.

LA (NON) DECISIONE DI ISRAELE SULLA QUARTA DOSE

Israele è il primo Paese a dare il via libera alla quarta iniezione di Pfizer ma solo per persone immunodepresse. A dare l’annuncio è stato il ministero della Salute israeliano. Il direttore generale del Ministero, Nachman Ash, a cui spettava l’ultima parola, ha deciso di non approvare un ulteriore booster per over 60 e personale sanitario.

La scelta è andata contro il parere espresso il 21 dicembre dal Management team of epidemics (Mte) e, secondo i media locali, anche il primo ministro Naftali Bennett era favorevole a iniziare il prima possibile la somministrazione della quarta dose.

Tuttavia, scrive Haaretz, una decisione finale su un uso più ampio è ancora in attesa. “Continueremo a monitorare i dati su base giornaliera e valuteremo se ci sarà bisogno di ampliare questa raccomandazione”, ha detto in conferenza stampa Ash.

I DUBBI SULLA QUARTA DOSE

“Alla luce delle lacune di conoscenza esistenti nel mondo sull’efficacia di una quarta dose, nella situazione attuale, stiamo agendo con cautela e responsabilità”, ha spiegato Ash, giustificando la scelta. “Se ci saranno segni che indicano che la malattia grave potrebbe aumentare tra i più anziani, allora prenderemo questa decisione. La sfida è capirlo abbastanza in tempo da poterli vaccinare”.

Alcuni esperti, infatti, hanno lamentato la mancanza di dati. “A mio parere, questa decisione [del Mte di raccomandare la quarta dose, ndr] è stata scientificamente e medicalmente infondata, e mi sarei opposto se avessi dovuto votarla”, ha twittato il dottor Dror Mevorach dell’Hadassah-University Medical Center.

“Il fatto che siamo stati i primi a dare un terzo vaccino non significa che un quarto sia necessario senza una base scientifica. Il declino degli anticorpi – ha proseguito – è una condizione naturale, e la maggior parte delle persone ha una memoria immunitaria”.

“Sono curioso di vedere in base a quali dati il panel ha dato la raccomandazione”, ha rincarato il professor Cyrille Cohen, capo del laboratorio di immunologia alla Bar-Ilan University. “So che ci sono alcune prove che l’immunità sta calando, ma sono un po’ perplesso, penso che una tale mossa sui vaccini non dovrebbe essere presa alla leggera”.

Secondo quanto scrive Il Giornale, alcuni membri del comitato scientifico consultivo del governo temono che “un eccesso di vaccinazioni, affaticando l’organismo umano, ne depotenzierebbe in misura significativa la capacità di contrastare gli attacchi del Covid. La conseguenza paradossale del booster aggiuntivo sarebbe di conseguenza quella di ‘indebolire l’immunità’ dei vaccinati”.

TEST IN CORSO

Intanto, presso l’ospedale Sheba di Tel Aviv lunedì scorso è stato iniziato uno studio sull’efficacia della somministrazione della quarta dose di vaccino anti Covid per contrastare Omicron. Negli ultimi tre giorni il numero di nuovi casi è più che raddoppiato e ieri Israele ha registrato 3.947 nuovi contagi, il numero più alto da settembre.

Lo studio, il primo al mondo, coinvolge 6.000 persone, tra cui 150 operatori sanitari della struttura ospedaliera. I risultati, fa sapere Haaretz, sono attesi entro due settimane.

COME VANNO LE VACCINAZIONI IN ISRAELE

Secondo gli ultimi dati del ministero della Salute israeliano, su una popolazione di quasi 9,5 milioni circa due terzi hanno ricevuto almeno una dose di vaccino e circa 4,2 milioni ne hanno ricevute tre.

LE PREVISIONI DEGLI ESPERTI

Ieri, durante una conferenza stampa, il ministro della Salute Nitzan Horowitz ha dichiarato che i funzionari si stanno preparando per tassi di infezione più alti di sempre, ma il lockdown “non è sul tavolo”. Gli esperti prevedono che Israele raggiunga i 20.000 casi al giorno la prossima settimana.

“Siamo pronti per un alto numero di infezioni e siamo preparati a tutte le possibilità. La situazione è sotto controllo. Ci siamo preparati in anticipo e la situazione in Israele è molto migliore rispetto al mondo. Abbiamo guadagnato tempo prezioso grazie ad azioni rapide ed equilibrate, ma questo non significa che possiamo compiacerci”, ha detto Horowitz.

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