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la morte è servita mattioni

I big dell’industria alimentare (e non solo) ci uccideranno? Il romanzo-reportage di Mattioni

Esiste un patto segreto e globale architettato da potenti manager e strapotenti multinazionali per arricchirsi sulla pelle dei consumatori? Il romanzo-reportage "La morte è servita" del giornalista e scrittore Guido Mattioni prova a dare una risposta attraverso le indagini dei suoi personaggi

 

Mettete insieme un inviato speciale, sempre a caccia di notizie; una fotografa sveglia e coraggiosa; e un caporedattore sovrappeso che fa da motivatore. Il mix è esplosivo come i tre incendi che divampano e uniscono i protagonisti, i quali indagano su segreti e misteri, raccogliendo prove e unendo i punti.

Lo stile del “new journalism”, scelto dal giornalista di lunga data Guido Mattioni per il suo ultimo libro “La morte è servita, dà vita a un romanzo-reportage o romanzo-verità in cui la fiction è un mezzo per raccontare grandi, indicibili e scomode realtà. Per esempio, quelle delle multinazionali, che lo scrittore conosce molto bene grazie alla sua lunga e ricca carriera di inviato speciale.

“La gente viene nutrita dall’industria alimentare, che non si interessa della salute, ed è curata dall’industria farmaceutica che non si interessa dell’alimentazione”. È la citazione di Wendell Berry (scrittore, contadino e uomo saggio) scelta da Mattioni per introdurre il suo libro.

Inizia così il viaggio del lettore nel “presuntuoso e falsamente evoluto XXI secolo” costellato di personaggi senza scrupoli, tenuti in vita esclusivamente da egoistici e sporchi interessi. Ci sono i buoni e le vittime ma soprattutto i cattivi e i carnefici, disposti a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi.

Si parla di “uomini e marchi aziendali troppo potenti, troppo ricchi, troppo indifferenti all’eventualità di poter fare del male a qualcuno” perché, come si legge nel libro, c’è del marcio ovunque, nelle grandi multinazionali e nei loro consigli d’amministrazione. Ed “è un marcio che puzza, impastato di denaro ma anche di cinismo, di arroganza, di totale disinteresse per la salute della gente” e “cioè della vostra salute”, “della salute di tutti”.

E poi gli intrecci tra super potenze industriali, il cui unico scopo comune è: “Produrre e vendere sul mercato globale, ma in modo pianificato e sistemico, non casuale, cibi sempre più nocivi alla salute. Non solo per ridurne i costi di produzione, come già avviene, ma proprio per poter favorire la crescita delle vendite dei farmaci necessari a curare le diverse patologie causate da quei cibi tossici e poco sani”.

È un marcio che ha contaminato tutto, soprattutto l’economia sempre più iniqua e spregiudicata, a cui molti hanno venduto l’anima. Ma forse non è detta l’ultima parola perché, seppur pochi, anche i personaggi più loschi possono trovare redenzione attraverso il pentimento e la presa di coscienza di come pochi individui decidano della salute e delle sorti del mondo.

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