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Funzionerà il vaccino Curevac anti Covid?

Curevac crolla in Borsa anche a Francoforte, per effetto dell'annuncio che il suo vaccino anti Covid è efficace solo al 47%. Che ne sarà delle 225 milioni di dosi ordinate dall'Ue? Nel contratto c'è la clausola della necessità del parere dell'Ema. Fatti, dati e commenti

 

Batosta per la casa farmaceutica tedesca CureVac con inevitabili ripercussioni anche in Borsa.

CureVac crolla in Borsa anche a Francoforte, dopo la caduta accusata ieri a Wall Street nell’after-hours, per effetto dell’annuncio che il suo vaccino contro il Covid è efficace solo al 47%. Il titolo della biotech tedesca poco dopo le 10 di stamattina perdeva il 41% a 46,80 euro, mentre l’indice Dax cede lo 0,17%

Ma che cosa è successo?

Ieri la società ha annunciato i risultati preliminari dalla sperimentazione clinica del suo vaccino contro il Covid-19, tanto atteso in Europa. Il siero ha un’efficacia solo del 47%.

E con un tasso di efficacia così basso, di gran lunga inferiore a circa il 95% dei vaccini mRNA finora approvati dall’Ema concorrenti prodotti da Pfizer-BioNTech e Moderna, i risultati non sono di buon auspicio per l’adozione dei vaccini di CureVac.

La notizia ha affossato il titolo CureVac. A Wall Street le azioni di CureVac hanno avuto un tonfo del 50,6%.

E, a catena, si apre un problema a Bruxelles. Lo scorso novembre l’Unione europea aveva siglato infatti un contratto per la fornitura di almeno 225 milioni di dosi da fornire “non appena saranno dimostrate la sicurezza e l’efficacia del vaccino contro il Covid-19”.

All’epoca della firma del contratto con l’Ue, CureVac si presentava come un’azienda “all’avanguardia nello sviluppo di una classe totalmente nuova di vaccini basati sull’Rna messaggero (mRNA), trasportato all’interno delle cellule da nanoparticelle lipidiche”.

A sette mesi esatti dalla conclusione dell’accordo rimane ora da chiarire come si muoverà l’Ue.

Tutti i dettagli.

L’EFFICACIA DEL VACCINO CUREVAC

Il candidato vaccino contro il Covid del gruppo biotecnologico tedesco CureVac è efficace solo al 47% nell’ultima fase degli studi clinici.

I risultati deludenti provengono da un’analisi provvisoria dei dati su 134 casi di Covid-19 in uno studio che ha coinvolto circa 40.000 volontari in Europa e America Latina.

COLPA DELLE VARIANTI

La società ha attribuito i risultati deludenti ai ceppi del virus che circolano in 10 paesi dell’America Latina e dell’Europa, dove sono stati condotti i suoi test.

I VANTAGGI RISPETTO AI CONCORRENTI

CureVac aveva alcuni vantaggi rispetto agli altri vaccini mRNA, come il mantenimento stabile per mesi in frigorifero. Inoltre, rispetto ai suoi concorrenti, il vaccino di CureVac utilizzava meno molecole di mRNA per dose, riducendone i costi.

LA SOGLIA DI EFFICACIA FISSATA DA OMS E FDA

Tuttavia, il vaccino del gruppo tedesco rischia di non ottenere l’autorizzazione.

Come segnala il New York Times, sia l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che la Food and Drug Administration (Fda) statunitense hanno fissato una soglia del 50% di efficacia per considerare i vaccini Covid-19 per l’autorizzazione di emergenza.

Se CureVac dovesse rimanere al 47% in ultima analisi, non soddisferebbe tale standard.

I PIANI DEL GRUPPO FARMACEUTICO TEDESCO

CureVac aveva stretto una partnership con il colosso tedesco Bayer per produrre il suo vaccino e ha un accordo con la società farmaceutica britannica GlaxoSmithKline per creare una prossima generazione di vaccini.

I deboli risultati del processo hanno messo in dubbio la fattibilità di quei progetti, sottolinea il Financial Times. CureVac mira a produrre 300 milioni di dosi del suo vaccino quest’anno e 1 miliardo nel 2022.

COSA FARÀ ORA CUREVAC?

CureVac ha affermato che continuerà le prove del suo vaccino mRNA a due dosi e deciderà il percorso normativo più appropriato dopo aver valutato i dati finali della sperimentazione.

IL CONTRATTO SIGLATO CON L’UE

Ma i risultati deludenti gettano un’ombra sulla potenziale consegna all’Unione europea di 225 di milioni di dosi.

L’annuncio della conclusione del contratto con la Commissione europea — che ha negoziato con le aziende farmaceutiche a nome dei 27 Stati membri — è datato 17 novembre 2020. L’accordo preliminare di acquisto prevede anche l’opzione di fornitura di ulteriori 180 milioni di vaccini. Per l’Italia erano attese 30,2 milioni di dosi.

CHE NE SARÀ DEI FINANZIAMENTI INCASSATI DA BEI E BERLINO

Non finisce qui.

Come le altre case farmaceutiche che hanno firmato un contratto di fornitura con l’Ue, anche CureVac ha ricevuto sostegno per incrementare la capacità di produzione delle dosi.

L’incertezza sul contratto è destinata a riflettersi anche sui finanziamenti incassati dall’azienda tedesca e stanziati dall’Unione europea e dal Governo di Berlino, sottolinea l’Agi. Lo scorso 6 luglio CureVac aveva firmato un accordo di prestito da 75 milioni di euro con la Banca europea per gli investimenti finalizzato allo sviluppo e alla produzione dei vaccini.

Il prestito è stato finanziato nell’ambito dell’Infectious Diseases Finance Facility di Horizon 2020, il programma di ricerca e innovazione dell’Ue per il periodo 2014-2020.

Con la stessa causale, la Germania aveva assegnato a CureVac 252 milioni di euro all’interno di un programma straordinario messo in piedi dal ministero della Ricerca.

LA POSIZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA

Cosa farà dunque Bruxelles?

La Commissione europea, prima di decidere cosa fare con il contratto firmato con CureVac per la fornitura di 225 milioni di dosi, deve “aspettare la conclusione delle sperimentazioni e della valutazione da parte dell’Ema”, ma “il contratto contiene alcune clausole risolutorie legate all’autorizzazione dell’Agenzia europea per i medicinali”. Lo ha detto il Stefan De Keersmaecker, portavoce della Commissione, all’indomani delle notizie sull’efficacia del vaccino CureVac, limitata 47%.

LE SPECIFICHE CLAUSOLE CONTRATTUALI

Le “specifiche clausole contrattuali” alle quali si è riferito il portavoce in effetti contengono l’indicazione di una scadenza entro la quale CureVac deve ottenere l’autorizzazione per concretizzare il contratto di fornitura.

Tuttavia, nella versione del contratto diffusa dalla Commissione, la data di scadenza è oscurata per un accordo di riservatezza, segnala l’Agi.

NESSUN COMMENTO SULL’INVESTIMENTO EUROPEO NELL’AZIENDA

Infine, De Keersmaecker ha precisato che “Non comunichiamo le cifre del sostegno che investiamo in ogni azienda (farmaceutica, ndr) per lo sviluppo della capacità di produzione” dei vaccini anti-Covid. A questo scopo, in totale “abbiamo usato approssimativamente 2,9 miliardi di euro per investire nella capacità di produzione delle diverse aziende. Ma non dichiariamo le cifre su ogni azienda perche’ sono considerate informazioni riservate”.

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