E’ stato davvero un affare l’acquisto di una quota di Philips da parte del gruppo Exor?
E’ quanto si chiedono alcuni osservatori in questi giorni dopo l’annuncio al mercato.
IL FINANCIAL TIMES SUONA UNA SERENATA PER EXOR SU PHILIPS
L’investimento di 2,6 miliardi di euro nel capitale di Philips da parte di Exor fa parte di una naturale evoluzione per la holding poiché concentra gli investimenti sui settori della salute, della tecnologia e del lusso. E’ quanto indica il Financial Times in un articolo sull’attività di Exor. L’acquisizione del 15% del gruppo olandese e’ stata la più grande della holding dalla vendita del riassicuratore statunitense PartnerRe per 9 miliardi di euro nel 2021 e segna un’ulteriore spinta nel settore sanitario da parte della famiglia torinese. John Elkann, amministratore delegato di Exor oltre che presidente di Stellantis e Ferrari, ha dichiarato al Financial Times che l’espansione del portafoglio di Exor fa parte di un’evoluzione dopo due decenni trascorsi a collocare la holding sul mercato, aggiungendo che Exor sente “una forte affinità con l’assistenza sanitaria” e che “i primi insegnamenti” derivanti dal suo investimento di oltre 800 milioni di euro lo scorso anno nel gruppo sanitario francese privato Institut Merieux hanno ‘rafforzato la nostra convinzione sull’importanza di questo settore e sulla sua crescita potenziale’. Exor ha detto che reinvestirà i proventi della vendita di PartnerRe in tecnologia, lusso e sanità e nel frattempo ha acquisito una quota del 24% nel produttore di scarpe di lusso Christian Louboutin, una quota di maggioranza nel marchio di lifestyle cinese Shang Xia e una quota del 45% nell’italiana Lifenet Healthcare. ‘Stiamo chiaramente guardando ai settori che hanno il vento a favore’, ha affermato Suzanne Heywood, direttore operativo di Exor e presidente di Cnh Industrial.
L’ANALISI DI MILANO FINANZA SULLA MOSSA DI EXOR CON PHILIPS
L’acquisizione del 15 per cento di Philips da parte di Exor rientra in più ampio piano di focalizzazione sul settore healthcare ed è stata effettuata con un tempismo eccellente: come ha fatto notare Fabio Pavesi su MF-Milano Finanza, l’ingresso della holding di John Elkann è giunto infatti quando il prezzo delle azioni della società olandese di tecnologie sanitarie era vicino ai minimi storici, poi salito a 19,3 euro dopo l’annuncio dell’operazione (da 2,6 miliardi).
IL CASO DEGLI APPARECCHI PER LE APNEE NOTTURNE
Il basso valore del titolo di Philips è legato al malfunzionamento dei suoi apparecchi per le apnee notturne che, scoperto nel 2021, ha costretto l’azienda a procedere con il ritiro e la sostituzione dei dispositivi difettosi. L’apnea notturna, un arresto temporaneo del respiro durante il sonno, può avere ripercussioni anche molto serie sulla salute.
Lo scorso aprile i circa centomila utilizzatori italiani dei respiratori hanno intentato, da Torino, una class action contro Philips per la lentezza nei richiami.
TUTTE LE CONSEGUENZE ECONOMICHE E FINANZIARIE PER PHILIPS
Il ritiro degli apparecchi ha avuto delle conseguenze economiche notevoli sui conti di Philips, che ha chiuso il 2022 con perdite per 1,6 miliardi su un fatturato di 17,8 miliardi. Nel 2021, al contrario, la società aveva riportato utili per 3,3 miliardi; dal 2016 i bilanci erano sempre stati positivi per oltre 1 miliardo.
Ovviamente, il caso degli apparecchi difettosi ha danneggiato anche le azioni di Philips, che dai circa 50 euro precedenti alla vicenda sono calate fino ai 13 euro nell’autunno 2022. Se Exor avesse deciso di acquistare il 15 per cento dell’azienda nella primavera 2021 avrebbe sborsato circa il triplo dei 2,6 miliardi pagati pochi giorni fa. Peraltro, fa notare Pavesi, la holding della famiglia Agnelli-Elkann “non aveva allora la liquidità sufficiente, che è arrivata solo con l’incasso della cessione di PartnerRe”, una società di riassicurazione con sede nelle Bermuda, nel luglio 2022: cessione che è fruttata a Exor 8,6 miliardi di euro.
UN TEMPISMO PERFETTO PER EXOR
Il tempismo dell’acquisizione è stato eccellente per Exor, si diceva, perché Philips sembra aver superato il suo momento peggiore: i conti del secondo semestre del 2023 segnalano un ritorno all’utile, benché ridotto (appena 74 milioni, dopo la perdita per 660 milioni nella prima metà dell’anno), e una marginalità industriale che si attesta al 15 per cento dei ricavi; anche il flusso di cassa libero è tornato positivo a giugno. Philips prevede di chiudere il 2023 con ricavi in crescita a una cifra. Tutto di guadagnato, pare, per Exor.
IL RUOLO DI GOLDMAN SACHS
Stando a quanto riportato da Reuters, pare che Exor abbia potuto acquisire il 15 per cento di Philips senza dover procedere con le comunicazioni alle autorità di regolazione (comunicazioni richieste in caso di partecipazioni superiori al 3, 5, 10 e 15 per cento in una società olandese) grazie a delle operazioni in derivati effettuate tramite la banca statunitense Goldman Sachs.
Un documento della SEC, l’equivalente statunitense della Consob, ha rivelato che al 30 giugno scorso Exor aveva acquistato una quota del 2,99 per cento di Philips, appena al di sotto della soglia per le comunicazioni. L’autorità finanziaria nederlandese ha mostrato che, al 14 agosto, Goldman Sachs possedeva una quota del 12,11 per cento di Philips ottenuta attraverso una struttura di derivati.
Fonti sentite da Reuters hanno confermato all’agenzia che Goldman Sachs ha agito per conto di Exor, ma non hanno fornito maggiori dettagli.
NON SOLO PHILIPS: TUTTI GLI INVESTIMENTI DI EXOR NELLA SANITÀ
L’anno scorso Exor ha investito quasi 1 miliardo di euro nell’industria dell’healthcare. L’amministratore delegato della holding, John Elkann, ha parlato del settore sanitario come di “un settore che continuerà a crescere nel corso dei prossimi decenni, per rispondere alle esigenze di una popolazione globale che diventa sempre più anziana”, e che pertanto creerà “interessanti opportunità di impiego del capitale”.
Exor possiede il 10 per cento dell’Institut Mérieux, una holding francese che gestisce diverse società di tecnologie sanitarie, e il 45 per cento di Lifenet Healthcare, gruppo sanitario italiano che possiede strutture ospedaliere, centri ambulatoriali e cliniche oculistiche. Attraverso la divisione Exor Ventures, poi, sta sostenendo lo sviluppo di aziende emergenti nel comparto delle tecnologie sanitarie.