Sembra innocuo rispetto alle tradizionali sigarette eppure può essere anche più nocivo. È il narghilè o pipa ad acqua, più noto con il nome di shisha, a cui sono dedicati specifici locali detti appunto shisha bar. I Nas ne hanno ispezionati oltre 100 in tutta Italia e hanno sequestrato più di 68 chili di melassa per narghilè, in quanto privi di contrassegno dell’autorità nazionale italiana.
NARGHILÈ VS SIGARETTE
“Fumare il narghilè può nuocere alla salute come fumare sigarette, sia che si tratti di fumo attivo sia di fumo passivo. Anzi, potrebbe anche risultare più pericoloso considerato il maggior tempo impiegato per fumare”. Ad affermarlo in una nota sono i Nas e il ministero della Salute.
La durata di una sigaretta va infatti tra i 5 e i 7 minuti e consente 8-12 tiri, mentre una “sessione” di narghilè può durare tra i 20 e gli 80 minuti, nei quali i tiri sono vanno dai 50 ai 200. “Ciò significherebbe che il fumo inalato con una seduta di narghilè potrebbe arrivare a equivalere a quello di circa 100 sigarette”, spiega la nota.
E non finisce qui. C’è anche il “rischio di trasmissione di malattie infettive: se si fa passare il tubo di un narghilè con lo stesso bocchino da persona a persona, gli agenti patogeni contagiosi presenti nella saliva possono passare di bocca in bocca”.
L’OPERAZIONE SHISHA BAR IN ITALIA
Carabinieri del Nas e personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli hanno ispezionato su tutto il territorio nazionale oltre 100 “Shisha Bar”, ovvero locali in cui viene effettuata la vendita e il contestuale consumo di melassa per narghilè e tabacco per pipa ad acqua.
Il fumo che fuoriesce è prodotto infatti da un insieme di foglie di tabacco, impregnato di melassa e tenuto sotto un foglietto di metallo bucherellato, sul quale è poggiata una brace di carbone. Quando il fumo viene aspirato risulta più fresco rispetto a quello della pipa.
NON TUTTI IN REGOLA
Le indagini, fanno sapere le autorità, hanno accertato varie violazioni alla normativa in materia, con particolare riferimento al mancato possesso, da parte di alcuni titolari dei suddetti esercizi, del cosiddetto “patentino speciale”, ossia dell’autorizzazione alla vendita, con contestuale consumo in loco, di melassa per narghilè e tabacco per pipa ad acqua.
Cinque persone sono state denunciate e più 68 chili di melassa per narghilè sono stati sequestrati, in quanto privi di contrassegno dell’autorità nazionale italiana. Le melasse per narghilè e i tabacchi per pipa ad acqua detenuti e venduti, infatti, devono essere muniti di contrassegno di legittimazione e iscritti nella tabella di commercializzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
LE SANZIONI
La mancanza della citata autorizzazione alla vendita, con contestuale consumo in loco di questi prodotti è punita con una sanzione amministrativa che va da 5.000 a 10.000 euro e, nei casi più gravi, cioè per quantitativi posti in vendita superiori a 5 chili, è prevista anche una sanzione penale.
Nel caso, invece, di somministrazione di melassa per narghilè in confezioni sprovviste di contrassegno di legittimazione, e, dunque, di sottrazione all’accertamento e al pagamento dell’accisa sui tabacchi lavorati, viene applicata una sanzione amministrativa proporzionale di 5 euro al grammo, non inferiore in ogni caso a 5.000 euro, e fino a un massimo di 75.000 euro per i quantitativi pari a 15 chili. È prevista invece una sanzione penale nei casi di quantitativi superiori a 15 chili o in presenza di circostanze aggravanti.