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Report Aifa Vaccini

Ecco come l’Aifa sbroglierà la matassa Sputnik e Sinovac per gli stranieri

L’Ema non ha ancora autorizzato né Sputnik né Sinovac e allora l’Aifa si appresta a trovare una soluzione per i circa 100 mila lavoratori che hanno ricevuto uno dei due vaccini ma non hanno il Green Pass. Tutti i dettagli

 

Sono circa 100 mila i lavoratori in Italia vaccinati con Sputnik o Sinovac cui non viene rilasciato il Green Pass. Infatti l’Agenzia europea del farmaco (Ema), al momento, non ha autorizzato nessuno dei due sieri, ma ora l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) sarebbe sul punto di prendere una decisione in merito.

L’ANNUNCIO DI MAGRINI (AIFA)

“L’Aifa ha aperto alla possibilità di una dose booster per chi ha ricevuto Sinovac e Sputnik, una soluzione attesa da quanti si sono vaccinati all’estero, lavorano in Italia ma sono ancora in attesa del Green Pass”. Questo l’annuncio del direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini, ieri al Tg1. “Credo – ha aggiunto – che questa decisione faciliterà l’acquisizione del Green Pass”.

DI QUANTI LAVORATORI STIAMO PARLANDO?

I lavoratori vaccinati con il siero russo Sputnik o con quello cinese Sinovac, per lo più originari di Paesi extra Ue, secondo quanto scrive Repubblica sono circa 100 mila. Si trovano in un limbo, sono vaccinati però non possono avere il Green Pass (e quindi spesso non possono lavorare) perché immunizzati con vaccini non autorizzati nell’Unione europea dove però lavorano.

Solamente i lavoratori domestici, faceva sapere poco tempo fa l’Osservatorio Domina, sono circa 50 mila e Andrea Zini, presidente dell’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico (Assindatcolf), ricordava che dal 15 ottobre colf e badanti, “vaccinati con prodotti che al momento non sono riconosciuti da nostri enti regolatori seppur in possesso di un certificato vaccinale non potrebbero lavorare”.

IL MINISTERO DELLA SALUTE CHIAMA BRUXELLES

Si parla già da metà ottobre del fatto che il ministero alla Salute abbia intenzione di mettere in regola coloro che hanno ricevuto Sputnik o Sinovac. “C’è una lista di vaccini Oms che non comprende lo Sputnik, ma include i vaccini cinesi Sinovac e Sinopharm”, dichiarava il capo della Prevenzione del Ministero, Gianni Rezza. “Per quanto riguarda i vaccini nella lista Oms e Sputnik, in queste ore si sta valutando la possibilità di prendere una decisione insieme agli altri paesi Ue, soluzioni che vanno da un mutuo riconoscimento all’esenzione”.

La soluzione a cui si riferiva Rezza è il regolamento della Commissione europea sul Green Pass che prevede che i cittadini di alcuni Paesi extra Ue, se vaccinati, possano circolare liberamente in base a una sorta di reciproco riconoscimento dei certificati vaccinali, al di là del tipo di siero somministrato.

“Stiamo provando in Commissione Ue a far approvare un documento che preveda il mutuo riconoscimento dei vaccini anche non comunitari ai fini della libera circolazione delle persone e del rilascio della certificazione verde”, affermava il ministro della Salute Roberto Speranza in un’intervista a La Stampa, lasciando intendere che sperava che a sciogliere la matassa fosse Bruxelles.

UN PROBLEMA TUTTO ITALIANO

Da Bruxelles però non è arrivata una risposta a livello comunitario. Christian Wigand, portavoce della Commissione Ue, aveva detto: “Il riconoscimento del vaccino russo Sputnik ai fini dell’ottenimento del Green Pass può essere deciso a livello nazionale, di base è una decisione dei singoli Stati”. E chissà quindi che l’Italia non stia per decidere per conto suo come comportarsi.

Il nostro Paese, infatti, a differenza degli altri membri Ue, prevedendo l’obbligo di Green Pass per lavorare dovrà procedere in modo autonomo, probabilmente attraverso un decreto legge come quello adottato da San Marino che ha esteso la libera circolazione fino al 31 dicembre dei suoi cittadini vaccinati con Sputnik.

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