Si attende il riconoscimento reciproco dei certificati di vaccinazione tra Russia ed Europa mentre Mosca pressa per ottenere l’autorizzazione del vaccino Sputnik V da parte dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema).
IL BOTTA E RISPOSTA TRA IL CREMLINO E L’EMA
Mosca spera che il vaccino russo Sputnik V venga presto certificato in Europa. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: “Il lavoro in questa direzione è in corso e speriamo che sia completato”, riporta la Tass.
Secondo Peskov il riconoscimento reciproco dei certificati di vaccinazione tra la Russia e l’Europa potrebbe avvenire prima della certificazione dello Sputnik V nell’Ue: “Contemporaneamente all’autorizzazione del vaccino russo contro il coronavirus in Europa, il processo del riconoscimento reciproco dell’inoculazione è in corso. Ci sono colloqui condotti dal nostro ministero della Salute con l’Unione Europea”, ha affermato.
Ma Reuters afferma che l’Ema non prenderà la sua decisione almeno fino al primo trimestre del 2022. Il motivo sarebbe che mancano ancora dati indispensabili per la valutazione. “Una decisione entro il 2021”, ha spiegato una fonte che ha chiesto di restare anonima, “è ora assolutamente impossibile”.
Se i dati mancanti dovessero arrivare entro la fine di novembre, e solo in questa circostanza, allora “si potrebbe arrivare a un parere entro i primi tre mesi del 2022”, ha aggiunto la fonte.
GLI ULTIMI SVILUPPI
L’Ema, dopo che i risultati che della fase 3 del trial erano stati pubblicati sulla rivista scientifica The Lancet e avevano mostrato un’efficacia vicina al 92%, aveva annunciato che si sarebbe pronunciata sul siero russo prima dell’estate.
Pare, da quanto riferisce l’agenzia di stampa Ria, che comunque la Russia stia per integrare la documentazione e che un team dell’Ema dovrebbe recarsi nel Paese già quest’anno.
“Attualmente i siti di produzione stanno completando la preparazione dei documenti aggiuntivi necessari per finalizzare il processo di certificazione del vaccino da parte dell’Agenzia europea dei medicinali. Il coordinamento delle date della visita di siti di ispezione degli specialisti dell’Ema alle imprese è in corso”, ha affermato l’assistente del ministro della salute della Russia Alexey Kuznetsov, secondo quanto riportato dalla Tass.
LE CONSEGUENZE DELLA MANCATA AUTORIZZAZIONE
La mancata autorizzazione di Sputnik V ha anche importanti conseguenze per molte categorie di lavoratori vaccinati ma che non possono ottenere il Green Pass. In Italia, per esempio, non essendo riconosciuto come siero valido per il rilascio della certificazione verde, sono 50 mila le badanti in regola che non possono averlo, scrive oggi Agi.
L’APPELLO DI DOMINA
Tra i nodi principali da sciogliere, secondo Lorenzo Gasparrini, segretario generale dell’Osservatorio Domina, c’è sicuramente quello del vaccino Sputnik V che, spiega all’Agi, “interessa una grande fetta della nostra forza lavoro visto che la maggior parte delle badanti provengono dalla Romania, dalla Moldavia e dall’Ucraina”.
Per l’Associazione, le priorità sono una circolare che renda valido Sputnik V anche in Italia e un numero verde per controllare la validità del Green Pass di colf e badanti.
COSA STA FACENDO L’ITALIA
Secondo quanto scrive La Stampa, il ministro della Salute Roberto Speranza avrebbe intrapreso un dialogo con la Commissione Ue per far approvare un documento che “preveda il mutuo riconoscimento di vaccini non comunitari ai fini della libera circolazione delle persone”. Oltre a colf e badanti, restano spesso tagliate fuori tante altre categorie di lavoratori, tra cui muratori, braccianti e autotrasportatori.