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Anticorpi Monoclonali Virologi Maestri D'italia

Ecco come e perché Ricciardi e Miozzo (Cts) stangano Arcuri sui vaccini

Tutte le critiche, dirette e indirette, del coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, Miozzo, e del consigliere del ministro Speranza, Ricciardi, sul piano vaccini del commissario Arcuri

Il piano vaccini di Arcuri? Va migliorato. Parola di Miozzo (Cts) e Ricciardi (Oms-Salute), che invoca Bertolaso.

Tutte le critiche, dirette e indirette, del coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, Miozzo, e del consigliere del ministro Speranza, Ricciardi, sul piano vaccini orchestrato dal commissario Arcuri.

CHE COSA HA DETTO RICCIARDI SU VACCINI E ARCURI

Per quanto riguarda il piano vaccini, Walter Ricciardi ha sottolineato che “dovremo vaccinare centinaia di migliaia di persone nei palasport, negli studi di medicina generale… avremo bisogno di una organizzazione di tipo militare che ancora non c’è. Non può essere considerata ordinaria amministrazione”. Il commissario Arcuri, ha aggiunto Ricciardi nell’intervista concessa al Messaggero, “sta svolgendo egregiamente il suo compito e sta gestendo in maniera encomiabile l’approvvigionamento dei vaccini. Ma organizzare le vaccinazioni non è un lavoro che si può fare part time e il quadro non può essere frammentato tra le regioni. Serve una leadership forte e riconosciuta, che dia garanzie ai cittadini che questa operazione sarà eseguita con lo stesso livello di efficienza in tutto il Paese. Penso a una persona come Bertolaso, ad esempio”.

LE PAROLE DI MIOZZO SUI VACCINI

La campagna vaccinale è in ritardo. Possiamo farcela?, ha chiesto ieri il Corriere della Sera ad Agostino Miozzo, coordinatore del Cts. Ecco la risposta di Miozzo: «Più che ritardo vedo ancora molta improvvisazione e poca preparazione del territorio nell’affrontare la campagna vaccinale. Non ho elementi per giudicare se abbiamo fatto tutto ciò che era necessario fare o se avremmo potuto fare di più o meglio; gran parte di quei dossier sono secretati, non mi permetto quindi di giudicare. Vedo però disordine e cattiva gestione del processo: i furbi del vaccino, la scarsa informazione sulle prospettive, la poca comunicazione dedicata a fasce diverse della popolazione».

I CONSIGLI DI MIOZZO

«Finora le vaccinazioni sono state effettuate in luoghi protetti e destinate ad una popolazione ben individuata, sanitari e persone residenti nelle Rsa. Non posso immaginare cosa succederà quando dovremo andare a vaccinare persone non deambulanti, anziani che non hanno un pc per accreditarsi. Non mi pare di aver visto una banca dati nazionale, sento molta preoccupazione tra i medici di famiglia. Prevale infine una narrativa negativa, dove i no vax hanno facile sopravvento».

Che cosa bisogna fare? «Usare – ha risposto Miozzo – la Protezione civile e i suoi volontari e con le sue migliaia di organizzazioni presenti in modo capillare sul territorio, che dovranno ovviamente interagire con il sistema sanitario territoriale, i militari, la polizia, i carabinieri, la guardia di finanza. Soltanto questo sistema ha le risorse e le capacità logistiche e sanitarie per affrontare una campagna di questa dimensione».

VACCINARE NEI POSTI DI LAVORO

“La vaccinazione sui luoghi di lavoro è un fatto assolutamente importante che, a mio parere, nel piano vaccinale deve essere valutato con grande attenzione”. Lo afferma il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo al seminario della Cgil ‘Gestione della pandemia e campagna vaccinale contro il Covid’ su Collettiva.it: “Quando arriveremo alla disponibilità vaccinale che ci consente di andare oltre agli ultra 60enni, questa possibilità potrebbe essere assolutamente da prendere in considerazione soprattutto per le medie-grandi imprese, dove ci sono decine e centinaia di persone che possono essere raggiunte. Questo faciliterebbe molto la campagna vaccinale a mio parere”, aggiunge Miozzo. Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico indica però che “il problema è organizzare” visto che è “fondamentale che, se tu hai un nucleo mobile di vaccinazione, sia ben organizzato in modo tale che se c’è la sfortuna di avere quel caso di reazione possa essere adeguatamente assistito e tutelato”.

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