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Covid-19, ecco i farmaci efficaci (e quelli non efficaci). Parola di Aifa

Cortisone, Remdesivir, eparina e non solo: i farmaci anti Covid, quelli in panchina e quelli da non utilizzare, secondo i vertici dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco)

 

Cortisone, eparina, Remdesivir, ma anche anticorpi monoclonali. Qualche passo in avanti nel trattamento anti Covid-19 è stato fatto, ricorda Aifa, seppur non abbiamo ancora una cura specifica. Insomma, i medici hanno qualche linea guida in più in materia, nata sui banchi di prova, ma ancora si sperimenta e si cerca la soluzione migliore per curare il coronavirus e disinnescare la pandemia.

Tutte le novità secondo l’Agenzia italiana del farmaco.

CORTISONE ED EPARINA, CARDINI DEL TRATTAMENTI ANTI COVID

Partiamo dal quello che rappresenta, oggi, una piccola certezza. “Il cortisone rappresenta oggi uno dei cardini della terapia: uno studio inglese ha mostrato che riduce la mortalità. E l’eparina è diventato altro pilastro del trattamento”, ha detto il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini, intervenendo ad Agorà, su Rai 3, programma condotto da Serena Bortone.

Il trattamento con farmaci a base di cortisone, i corticosteroidi, è consigliato dalle principali linee guida internazionali per la cura dei soggetti ospedalizzati con malattia Covid-19 severa che necessitano di supplementazione di ossigeno (inclusi i soggetti in ventilazione meccanica invasiva e non invasiva). La cura con eparina è raccomandata “nella profilassi degli eventi trombo-embolici nel paziente con infezione respiratoria acuta e ridotta mobilità”, che presentano “livelli di D-dimero molto superiori alla norma (4-6 volte) e/o un punteggio elevato in una scala di “coagulopatia indotta da sepsi”, come si legge rapporto “Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale”, a firma del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità.

REMDESIVIR: EFFICACIA MODERATA

Magrini parla di “un’efficacia modesta, moderata”, invece, riferendosi a Remdesivir, farmaco messo a punto da Gilead per l’Ebola ed approvato in Europa contro Covid.

Sull’antivirale, spiega Magrini, “c’è stato un primo studio, pubblicato forse troppo presto, fatto negli Stati Uniti che indicava efficacia discreta. Il nuovo studio reso noto venerdì, ma non ancora pubblicato in rivista, come vogliamo che sia per vedere i dati, riduce le aspettative sulla riduzione della mortalità. Può essere un farmaco potenzialmente aggiuntivo ma vogliamo vedere cosa fa in aggiunta al cortisone. Servono ulteriori studi probabilmente”. Diversi i virologi e gli infettivologi che hanno lodato il farmaco, inserito tra quelli efficaci anche nel rapporto “Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale”.

ANTICORPI MONOCLONALI

Decisamente speranze più concrete, secondo Magrini, sembrano arrivare dagli anticorpi monoclonali (quelli somministrati a Donald Trump in associazione al Remdesivir ed al cortisone, per intenderci).

“Abbiamo farmaci specifici, gli anticorpi monoclonali, che sono stati clonati da diverse industrie, tra cui anche un gruppo italiano di alto livello, e sono in fase avanzata di sviluppo. Potrebbero diventare presto un’opzione. E per presto intendo i primi mesi dell’anno prossimo o il primo semestre. C’è ottimismo, ma serve anche cautela”, ha detto Magrini.

PLASMA: ANCORA SPERIMENTAZIONI IN CORSO

Si parla di sperimentazioni in corso, invece, per il plasma. “Oggi ancora il plasma non è uno standard di cura”, ha chiosato Magrini.

Dagli Usa arrivano notizie poco confortanti: “hanno pubblicato la scorsa settimana dei dati relativi a 4.000 pazienti trattati col plasma e hanno detto che ancora non sappiamo se funziona e in chi. Se funziona è probabile che funzioni poco e solo in alcune categorie”, spiega Magrini.

Anche l’Italia, comunque, si muove su questo fronte: “è finalmente stato avviato uno studio di discrete dimensioni che sta ancora reclutando i pazienti”, e che era già stato annunciato alcuni mesi fa.

Si tratta, come per altri farmaci anti Covid, “di uno studio randomizzato, ovvero in cui un gruppo di pazienti prende il farmaco e l’altro no. E’ ora in corso, ha arruolato 150 pazienti ma penso si debba arrivare almeno a 500 o mille, per capire che cosa fa”, ha precisato il Direttore dell’Aifa.

FARMACI AIDS SCONSIGLIATI

Ci sono anche farmaci bocciati, che sul campo, purtroppo hanno dimostrato la loro inefficacia. “I farmaci per Aids abbiamo visto che non sono da utilizzare, perché troppo pesanti per i pazienti; la clorochina non ha mostrato dati positivi”, spiega Magrini.

Nel rapporto a firma del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, infatti, si dice che ’Aifa ha sospeso l’utilizzo off-label per la clorochina e l’idrossiclorochina (29 maggio 2020), lopinavir/ritonavir e darunavir/cobicistat (17 luglio 2020), il cui impiego è al momento previsto solo all’interno di studi clinici.

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