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Carne Sintetica

Cosa ha deciso il governo sulla carne sintetica?

Da un parte agricoltori e allevatori soddisfatti, dall'altra ambientalisti e animalisti arrabbiati, al centro il disegno di legge contro la carne sintetica varato ieri dal governo. Ecco cosa prevede

 

Il Consiglio dei Ministri di ieri ha dato il via libera non solo a misure contro il caro bollette e al nuovo codice degli appalti ma anche al disegno di legge che vieta la produzione e l’immissione sul mercato della cosiddetta carne sintetica, il cui nome corretto sarebbe “carne coltivata”.

Il ddl è stato presentato su proposta del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste (Masaf), Francesco Lollobrigida, e del ministro della Salute, Orazio Schillaci.

Ma cosa prevede?

CHE COSA E’ VIETATO…

Il ddl sulla carne sintetica che ha approvato ieri il governo prevede disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici in generale.

“Viene sancito il divieto di impiegare, nella preparazione di alimenti o bevande, vendere, detenere per vendere, importare, produrre per esportare, somministrare o comunque distribuire per il consumo alimentare, cibi o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati”, riferisce il Masaf.

…E COSA NON PUÒ ESSERE VIETATO

Tuttavia, in caso di approvazione da parte dell’Ue ai cibi coltivati, tali divieti non si applicheranno ai prodotti legalmente fabbricati o commercializzati in un altro Stato membro e, in virtù delle regole comunitarie della libera circolazione dei beni e dei servizi, l’Italia non potrebbe opporsi alla loro distribuzione.

COSA SI RISCHIA

Chi non dovesse rispettare le disposizioni previste dal ddl vedrà non solo confiscarsi il prodotto ma sarà anche “soggetto a una multa che va da 10mila fino ad un massimo pari al 10% del fatturato realizzato nell’ultimo esercizio chiuso anteriormente all’accertamento della violazione”.

Per i trasgressori sono previsti inoltre il divieto di accesso a contributi, finanziamenti e agevolazioni concessi o erogati da parte dello Stato, da altri enti pubblici o dall’Ue per lo svolgimento di attività imprenditoriali, per un periodo minimo di un anno e fino a un massimo di tre, nonché la chiusura dello stabilimento di produzione, per lo stesso periodo.

Del monitoraggio si occuperà lo stesso Ministero.

PERCHÉ UN DDL SULLA CARNE SINTETICA

Attualmente l’Unione europea non ha ancora autorizzato la produzione e l’immissione in commercio della carne coltivata, ma ha lasciato intendere che presto potrebbe farlo. Motivo per cui schiere di allevatori e associazioni di categoria italiane sono già scese in piazza e il governo ha ritenuto necessario mettere le mani avanti.

“Guardiamo alla tutela della nostra collettività. Come Governo abbiamo affrontato il tema della qualità che i prodotti da laboratorio non garantiscono. Abbiamo voluto tutelare la nostra cultura e la nostra tradizione, anche enogastronomica”, ha detto in conferenza stampa Lollobrigida, ricordando che “l’Italia è la prima nazione che dice ‘no’ al cibo sintetico e alla carne sintetica, e lo fa con un atto formale e ufficiale”.

Finalità del provvedimento, ha spiegato il Masaf, “è assicurare il massimo livello di tutela della salute dei cittadini e preservare il patrimonio agroalimentare, quale insieme di prodotti di espressione del processo di evoluzione socioeconomica e culturale dell’Italia, di rilevanza strategica sul territorio per l’interesse nazionale”.

CHI È A FAVORE DEL DIVIETO…

Si felicita della decisione del governo Coldiretti, che per combattere l’avvento della carne coltivata ha raccolto mezzo milione di firme, tra cui quella della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

“La verità è che non si tratta di carne ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e, inoltre, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani di grandi multinazionali”, ha commentato Ettore Prandini, presidente dell’associazione.

…E CHI NO

Di tutt’altro avviso sono invece ambientalisti e animalisti. L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), per esempio, ha voluto precisare che “carne sintetica” è una definizione “volutamente erronea, atta a suscitare un’ingiustificata repulsione” poiché “in realtà si tratta di carne coltivata derivante da cellule, un prodotto alimentare che viene realizzato utilizzando cellule animali”. “Si tratta – prosegue Oipa – di una produzione che offre una soluzione a diversi problemi correlati alla produzione della carne: una produzione che non lede il benessere animale, la sostenibilità ambientale e la sicurezza alimentare”.

Perplessi anche giornalisti come Enrico Pagliarini di Radio 24:

COSA DICONO I NUMERI E I FATTI

Sul fatto che la carne coltivata “non salva l’ambiente”, tuttavia, non è quanto sostenuto da diversi studi, tra cui uno pubblicato su Frontiers in Sustainable Food Systems in cui si afferma che questa, rispetto a quella da allevamento, “ha un impatto dell’80-98% in meno su acqua, consumo di suolo ed emissioni e di circa il 50% per quanto riguarda l’energia elettrica”. Inoltre, “100 grammi di proteine vegetali ‘emettono’ 1,9 kg di CO2e (CO2 equivalente, unità di misura usata per potere confrontare e sommare i contributi di diversi gas serra che agiscono negativamente sul clima). 100 di carne coltivata, 5,5 CO2e”, contro i 25,6 per 100 grammi di manzo allevato.

Ma che la carne coltivata non sia imminente resta comunque una realtà. Al momento, infatti, esistono solo due ristoranti al mondo che la propongono, uno a Singapore e l’altro in Israele, e l’ok della Food and Drug Administration (Fda) ai famosi “filetti di pollo creati in laboratorio” è solo un primo passo ma non un’approvazione definitiva.

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