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Cosa dicono Astrazeneca e Irbm dopo lo stop ai test del vaccino anti Covid

Tutte le ultime novità sul vaccino anti Covid di Astrazeneca, Oxford e Irbm

 

Il vaccino di Astrazeneca potrebbe arrivare “entro la fine di quest’anno”. Parola di Pascal Soriot, amministratore delegato della società che produrrà il vaccino messo a punto dall’università di Oxford, in collaborazione con Irbm, società fondata a Pomezia nel 2009 e guidata da Piero Di Lorenzo.

Lo stop ai test, imposto da una reazione avversa inaspettata e grave in uno dei volontari cui è stato somministrato il vaccino, potrebbe non “vanificare” il progetto, secondo Di Lorenzo.

Andiamo per gradi.

COSA E’ SUCCESSO

Partiamo dai fatti. Astrazeneca, dopo una reazione avversa in un volontario britannico, ha sospeso la sperimentazione, in tutto il mondo, del vaccino sviluppato in collaborazione con l’università di Oxford e Irbm, attualmente in fase clinica tre.

LA REAZIONE

Ad essersi ammalata, dopo la somministrazione del vaccino (da verificare il collegamento) è una donna, come dichiarato dal ceo di Astrazeneca Pascal Soriot.

Il New York Times, scrive Start Magazine, ha rivelato che il volontario stava partecipando nel Regno Unito alle fasi 2/3 della sperimentazione del vaccino, ma all’improvviso ha presentato una mielite traversa, un’infiammazione che colpisce il midollo spinale e sarebbe spesso innescata da infezioni virali.

VACCINO ENTRO FINE ANNO?

Nonostante lo stop dei trial clinici, però, non tutto è perduto. Ed il vaccino (prenotato anche dall’Unione europea) potrebbe essere disponibile comunque entro la fine dell’anno.

“Anche così, penso ancora che siamo sulla buona strada per avere una serie di dati da presentare prima della fine dell’anno”, ha detto Pascal Soriot al Guardian. “Potremmo ancora avere un vaccino entro la fine di quest’anno, o all’inizio del prossimo anno”, a seconda di quanto velocemente si muoverà l’agenzia regolatoria.

TEMPI INCERTI

I tempi comunque sonno incerti e non si sa quando il trial “potrà ripartire”, ha detto Soriot. Il manager, comunque, ha sottolineato che le pause nei trial causate da “eventi avversi” sono normali, ma che “la differenza qui è che il mondo intero” aspetta presto un vaccino anti Covid.

COSA SUCCEDE ORA

Cosa succederà, comunque, ora? Bisogna attendere le indagini avviate da una commissione indipendente e terza. Se non c’è correlazione tra vaccino e reazione avversa, la sperimentazione potrà riprendere anche tra una settimana. Se il vaccino ha causato il problema spinale nella donna volontaria allora lo stop potrebbe prolungarsi a sei mesi.

ASTRAZENECA: TEST FERMI, PRODUZIONE NO

Astrazeneca, nell’attesa, ha fermato i test clinici in nuovi soggetti, come da prassi, ma non ha fermato la produzione. “La produzione non si ferma e continua il monitoraggio degli altri volontari”, disseminati fra la Gran Bretagna (10 mila), gli Stati Uniti (25 mila) e il Brasile (15 mila), ha spiegato Piero Di Lorenzo di Irbm a Repubblica.

DI LORENZO: PROGETTO NON VANIFICATO

Anche Di Lorenzo, comunque, resta ottimista come Soriot: “Non pensiamo che il caso di effetto avverso possa vanificare il progetto. Rientra nella storia di un candidato vaccino andare incontro a incidenti di percorso. Se non si fosse trattato dell’anti-Covid la notizia non sarebbe stata diffusa appunto perché non è una notizia”, ha detto Di Lorenzo al Corriere della Sera. “In questa fase stiamo valutando la qualità delle dosi uscite dagli stabilimenti mondiali destinate alla distribuzione su larga scala il giorno in cui arrivasse l’autorizzazione”.

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