198 candidati vaccini, oltre 40 quelli in fase 3, ovvero vicini al traguardo, secondo i dati Oms. Tra i vaccini che sembrano essere in dirittura d’arrivo c’è quello di Astrazeneca, messo a punto dall’Università di Oxford, in collaborazione con l’Italiana Irbm, ma accelerano anche i cinesi, gli americani di Moderna, di Pfizer e di Johnson & Johnson, i francesi di Sanofi e i tedeschi di BionTech.
L’antidoto contro Covid-19, dunque, sembra essere sempre più vicino, ma l’incertezza sui tempi è ancora tanta. E mentre il premier Giuseppe Conte promette le prime dosi entro la fine dell’anno, gli addetti ai lavori e gli esperti lo smentiscono. La campagna vaccinale, sostengono, non inizierà prima del 2021. Andiamo per gradi.
LE PAROLE DI GIUSEPPE CONTE
Partiamo dalle parole di Conte. “Se le ultime fasi di preparazione del vaccino Oxford-Pomezia (prodotto da Astrazeneca, ndr) saranno completate nelle prossime settimane, le prime dosi saranno disponibili all’inizio di dicembre”, ha dichiarato il presidente del Consiglio, intervistato per l’ultimo libro di Bruno Vespa.
“Già all’inizio avremo i primi due o tre milioni di dosi – ha precisato Conte – altri milioni arriveranno subito dopo. La Commissione europea ha commissionato ad Astrazeneca e ad altre società alcune centinaia di milioni di dosi. Penso che per contenere completamente la pandemia dovremo aspettare comunque la prossima primavera”.
CONTE: GLI ACCORDI UE PREVEDONO ARRIVO PRIME DOSI ENTRO 2020
Anche durante la presentazione del nuovo Dpcm del 24 ottobre Conte ha parlato del vaccino contro Covid-19 entro fine anno: “Ricordo che la Commissione europea ha stipulato vari contratti che prevedono già a dicembre l’arrivo delle prime dosi del vaccino”, ha detto Conte.
LA COMMISSIONE SMENTISCE
Ma a prendere le distanze dalle promesse del capo del governo è proprio la Commissione Europea che, interpellata da La Stampa, ha chiosato: “Per quanto riguarda le tempistiche, in questa fase non possiamo fare alcuna dichiarazione. L’effettiva diffusione di un vaccino contro il Covid, sicuro ed efficace, in linea con la strategia Ue, dipende dai progressi compiuti dagli sviluppatori. Inoltre, qualsiasi candidato vaccino deve ricevere un’autorizzazione all’immissione in commercio in seguito a una valutazione positiva da parte dell’Agenzia europea del farmaco”.
DI LORENZO (IRBM): POSSIBILI PRIME DOSI ENTRO FINE ANNO
A supporto della tesi di Giuseppe Conte sono arrivate, in queste ore, le parole di Piero Di Lorenzo, presidente dell’Irbm di Pomezia, che ospite di Omnibus, programma di La7, ha detto: “Grazie alla forza economica e organizzativa della leader del progetto, la multinazionale Astrazeneca, abbiamo cominciato a produrre il vaccino già da mesi”.
“Il ministro Speranza è stato attivo ed efficace nell’inserirsi nel gruppo di testa dell’Ue per prenotare i vaccini. Se tutto andrà bene, è ragionevole aspettarsi che le prime dosi di vaccino, 2-3 milioni, arrivino in Italia entro la fine dell’anno”, aggiunge Di Lorenzo sottoscrivendo le parole di Giuseppe Conte; d’altronde il numero uno di Irbm finanziata da Unicredit che sta cercando spasmodicamente di far entrare lo Stato direttamente o indirettamente nel progetto, come ha accennato anche stamattina in tv.
DI LORENZO: ENTRO GIUGNO 2021 TUTTI VACCINATI
“Il contratto tra Astrazeneca e l’Ue prevede la consegna di 300 milioni di dosi entro giugno 20201. Ogni mese arriveranno in Italia una decina di milioni di dosi. Entro giugno 2021, tutti quelli che vorranno vaccinarsi in Italia potranno farlo”, spiega Di Lorenzo.
“Non per spargere facile ottimismo, ma per rispondere ad una giusta fame di informazione: è assolutamente credibile che la sperimentazione del progetto AstraZeneca-Oxford possa arrivare a conclusione con le sperimentazioni di fase III a fine novembre-metà dicembre. E’ ragionevole pensare che entro la fine dell’anno possa esserci la validazione. Alla fine della sperimentazione, la documentazione viene data alle agenzie regolatorie che normalmente impiegano 6-12 mesi per completare il processo. In questa situazione, che non è normale visti milioni di malati e di morti, sono certo che le agenzie si daranno da fare per eliminare tutti i tempi burocratici e per accelerare il processo senza minimamente cancellare regole relative alla sicurezza”, ha detto Di Lorenzo.
VACCINO ASTRAZENECA INNESCA RISPOSTA IMMUNITARIA
Intanto, sul vaccino di Astrazeneca, arrivano le prime evidenze: il vaccino , messo a punto anche con la collaborazione dell’italiana Irbm, produce una robusta risposta immunitaria nelle persone anziane, il gruppo a più alto rischio, scrive Il Sole 24 ore, citando il Financial Times. Il vaccino innesca gli anticorpi protettivi e le cellule T nei gruppi di età più avanzata. A luglio, Astrazeneca, aveva dimostrato che il vaccino genera “risposte immunitarie robuste” in un gruppo di adulti sani di età compresa tra i 18 ei 55 anni.
I test di immunogenicità, però, non garantiscono che il vaccino sia sicuro ed efficace nelle persone anziane, precisa il Financial Times.
RICCIARDI: CAMPAGNA VACCINALE NON PRIMA DEL 2021
Ma torniamo ai tempi. Ad avere dubbi sull’arrivo delle prime dosi del vaccino entro l’anno è il consulente del ministro della Sanità Roberto Speranza, Walter Ricciardi. “Sul vaccino sono ottimista, ma la campagna vaccinale arriverà nel 2021, non prima. Credo che prima però arriverà una terapia più forte, i cosiddetti anticorpi monoclonali, che sono molto promettenti”, ha chiosato Ricciardi a Rai Radio1.
ANTONELLA VIOLA: NEL 2021 CAMPAGNA VACCINALE SU GRUPPO RISTRETTO DI PERSONE
Sulla stessa lunghezza d’onda è l’immunologa Antonella Viola, che a Otto e mezzo, programma di La7, ha detto: “Non voglio essere la pessimista della situazione, ma abbiamo riposto tante aspettative su questo vaccino. Nel momento in cui arriverà le cose non cambieranno molto. Il vaccino, se tutto va bene, verrà registrato entro fine anno e le prime dosi arriveranno nella primavera del 2021”, spiega Viola, aggiungendo: “Sarà un numero ristretto di dosi, che potranno essere utilizzate su un numero molto ristretto di persone. E bisogna decidere su chi utilizzarle. Bisognerà fare due somministrazioni. Quindi servirà altro tempo ed altra organizzazione per fare due giri i vaccinazione. Fino a quando il vaccino non verrà dato al 100% della popolazione il virus circolerà”.
“Questo è un tipo di vaccino che non impedisce l’infezione, ma anche chi è vaccinato si può infettarsi e infettare gli altri”, precisa l’immunologa.
LE CRITICHE DI CARTABELLOTTA
Critiche, indirette, alle parole di Conte, arrivano anche da Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe. “Annunciare #vaccino per fine anno e confidare che arriveremo sereni a #Natale sono dichiarazioni paternalistiche, non previsioni scientifiche”, scrive Cartabellotta su Twitter.
Annunciare #vaccino per fine anno e confidare che arriveremo sereni a #Natale sono dichiarazioni paternalistiche, non previsioni scientifiche#Conte #conferenzastampa #conferenzaconte #Dpcm
— Nino Cartabellotta (@Cartabellotta) October 25, 2020
VILLA: LA SPERIMENTAZIONE RICHIEDE TEMPO
Troppe le aspettative anche secondo Roberta Villa, giornalista laureata in medicina e chirurgia, che ha collaborato tra l’altro per oltre 20 anni alle pagine “Salute” del Corriere della Sera e attualmente è assegnista di ricerca per l’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove collabora al progetto europeo QUEST per la comunicazione della scienza in Europa, insieme al gruppo di Fabiana Zollo e Walter Quattrociocchi. Le statistiche per stabilire l’efficacia del farmaco richiedono tempi lunghi che non possono essere accorciati. Non possiamo valutare se il vaccino funziona solo in pochi giorni o settimane”, spiega la Villa, intervistata da Start Magazine.
“Questa prima ondata di vaccini anti Covid è innovativa, ovvero è prodotta con modalità diverse dalle precedenti. Sono necessarie delle verifiche in più”, aggiunge l’esperta.
PIERPAOLO SILERI: LA NORMALITA’ E’ (ANCORA) LONTANA
In realtà, già a settembre, sembra che al ministero della Salute le idee sui tempi di un eventuale vaccino fossero ben chiare. Pierpaolo Sileri, viceministro alla Salute, sosteneva di essere “realista” nel dire che un vaccino antic Covid “non vi sarà prima della metà del prossimo anno”.
“E spero poi peraltro che ci sarà un vaccino efficace e duraturo, ma soprattutto sicuro”, aveva aggiunto Sileri, intervistato su Radio Cusano Campus. “La normalità si avrà o quando il virus, motu proprio, dovesse mutare in una forma per noi favorevole, magari tramutandosi in un virus che dà solo raffreddore e niente di più, oppure quando raggiungeremo un’immunità di gregge”.