Un trattamento di anticorpi monoclonali a lunga durata d’azione (Laab) per prevenire il Covid-19 messo a punto da AstraZeneca è ora sotto la lente d’ingrandimento della Food and Drug Administration (FDA), l’Agenzia americana del farmaco. L’azienda anglo-svedese ha infatti chiesto ieri alla FDA di concedere l’autorizzazione all’uso di emergenza (Eua) per il composto AZD7442.
Se autorizzato, diventerebbe il primo trattamento a ricevere un’Eua per la prevenzione del virus. La richiesta sottoposta alla FDA comprende i risultati di sicurezza ed efficacia degli studi di fase 3 ‘Provent’, e di fase 1 ‘Storm Chaser’.
LA NOVITÀ
Rispetto ad altri trattamenti anticorpali in uso negli Stati Uniti, tra cui uno sviluppato – e già autorizzato – dalla casa farmaceutica Regeneron, fa notare il New York Times, quello di AstraZeneca è progettato per prevenire l’infezione, mentre gli altri sono stati utilizzati principalmente per trattare persone che avevano già contratto il virus.
COSA C’È NEL COCKTAIL DI ASTRAZENECA
Il trattamento, si legge in una nota, è a base di tixagevimab (AZD8895) e cilgavimab (AZD1061), un mix di anticorpi ottimizzato attraverso una tecnologia AstraZeneca di estensione dell’emivita, che triplica la durata d’azione della combinazione rispetto ai monoclonali convenzionali. Il composto biotecnologico AZD7442 è infatti progettato con anticorpi fatti in laboratorio pensati per rimanere nel corpo per mesi.
Today we announced our request to the @US_FDA for an Emergency Use Authorization for AZD7442, our long-acting antibody combination. Learn more: https://t.co/eAHKsZGALP pic.twitter.com/bJdhTtfK2b
— AstraZenecaUS (@AstraZenecaUS) October 5, 2021
IL TRIAL E I DATI
La popolazione coinvolta nel trial, fa sapere AstraZeneca, includeva persone con comorbilità (più del 75% dei partecipanti), le quali potrebbero avere bisogno di un’ulteriore protezione dall’infezione.
I risultati dello studio ‘Provent’ hanno indicato “una riduzione del 77% del rischio di sviluppare Covid-19 sintomatica” fra le persone trattate con il mix di monoclonali, rispetto a placebo.
PER CHI È IMPORTANTE
La terapia di AstraZeneca, scrive Reuters, potrebbe quindi proteggere le persone che non hanno una risposta immunitaria abbastanza forte ai vaccini anti-Covid a causa, per esempio, della chemioterapia o dei farmaci antirigetto dopo i trapianti di organi.
“Le popolazioni vulnerabili come gli immunocompromessi spesso non sono in grado di attivare una risposta protettiva dopo la vaccinazione e continuano a essere a rischio di sviluppare Covid-19”, ha affermato Mene Pangalos, Executive Vice President, BioPharmaceuticals R&D, AstraZeneca. “Con questo primo inoltro di dossier a scopo regolatorio a livello globale, siamo un passo più vicini a fornire un’opzione aggiuntiva, insieme ai vaccini, per aiutare a proteggere contro Covid-19”.
UNO STRUMENTO ANCHE CONTRO LE VARIANTI
I dati preliminari in vitro, sottolinea il gruppo farmaceutico, dimostrano inoltre che AZD7442 ha “un’ampia attività anti-Covid, e in particolare neutralizza le recenti varianti virali emergenti di Sars-CoV-2, comprese Delta e Mu”. E proprio a tal proposito AstraZeneca ha annunciato nuovi risultati entro la fine dell’anno.
Intanto, conclude l’azienda, le discussioni sugli accordi di fornitura per AZD7442 sono in corso con il governo degli Stati Uniti e con altri governi in tutto il mondo.