Mentre oggi a Bruxelles si discute su come affrontare il tema della carne coltivata, Israele – già apripista nel settore – compie un ulteriore passo avanti. Il suo ministero della Salute, infatti, ha approvato la vendita di carne coltivata a base di manzo.
Finora solo Singapore e Stati Uniti avevano autorizzato la vendita al dettaglio di prodotti di carne coltivata ma esclusivamente a base di pollo e realizzati dalle aziende californiane Upside Foods e Good Meat.
Tel Aviv, invece, ha dato luce verde alla startup locale Aleph Farms.
IL PROGETTO PILOTA DI ISRAELE PER LE PROTEINE ALTERNATIVE
Il ministero della Salute, riferisce The Times of Israel, ha dichiarato che l’approvazione è avvenuta nell’ambito di un programma pilota per le proteine alternative condotto dal Dipartimento per la gestione del rischio alimentare presso il Servizio alimentare nazionale del dicastero.
I dati del governo israeliano mostrano infatti che il 16% delle famiglie del Paese e il 21% dei bambini non hanno avuto un accesso adeguato a cibo sicuro e nutriente nel 2021. Tra le famiglie con bambini, il 19% ha sperimentato l’insicurezza alimentare e l’8,5% ha sofferto di grave insicurezza.
Alla luce della crescente domanda globale di “prodotti di origine non vivente”, l’Istituto ha dichiarato che sta lavorando per approvare fonti alimentari alternative. E l’amministratore delegato di Aleph Farms, Didier Toubia, ha aggiunto che “affrontare sfide comuni come la sicurezza alimentare sarà il modo migliore per garantire la prosperità della regione del Medio Oriente, così come di altre regioni del mondo che dipendono in modo significativo dalle importazioni di cibo, con particolare attenzione all’Asia”.
LA “BISTECCA” DI ALEPH FARMS
Per produrre la carne coltivata, Aleph Farms sfrutta la capacità degli animali di far crescere costantemente il tessuto muscolare e isola le cellule responsabili. Riproduce poi le condizioni ottimali per la crescita di queste cellule in laboratorio, dove il tessuto viene coltivato in vasche che fungono da fermentatori. Lì le cellule vengono nutrite e modellate in una struttura 3D che dà origine alla carne.
I suoi prodotti a marchio Aleph Cuts, tra cui la Black Angus Petit Steak che spera di lanciare entro la fine dell’anno, sebbene abbiano ricevuto l’ok del ministero della Salute e la benedizione del rabbino capo in quanto considerati kosher, dovranno ancora affrontare un processo burocratico prima di essere effettivamente sugli scaffali dei rivenditori.
Al momento del lancio, secondo quanto dichiarato da Yoav Reisler, responsabile marketing e comunicazione dell’azienda, il prezzo sarà simile a quello della carne di manzo convenzionale, con l’intenzione di ridurlo entro pochi anni. Per essere competitiva, la carne coltivata deve raggiungere costi di produzione di 2,92 dollari per libbra. In meno di dieci anni, le aziende sono riuscite a ridurre i costi di produzione del 99% e secondo McKinsey ci vorrà ancora fino al 2030 perché queste proteine raggiungano la parità di prezzo.
COSA SI DICE SULLA SICUREZZA
La direttrice del dipartimento per la gestione dei rischi alimentari presso il ministero della Salute, Ziva Hamma, ha spiegato che sono stati esaminati diversi fattori, tra cui la tossicologia, gli allergeni, la composizione nutrizionale, la sicurezza microbiologica e chimica della carne coltivata, nonché il suo processo di produzione, a partire dall’isolamento cellulare iniziale da cui viene coltivata la carne, fino al confezionamento del prodotto finale.
Il ministero ha poi emesso una lettera “senza domande” per il marchio Aleph Cuts, il che significa che il prodotto è riconosciuto come sicuro.
CHI C’È DIETRO LA STARTUP SOSTENUTA ANCHE DA DI CAPRIO
Aleph Farms è stata co-fondata nel 2017 da Didier Toubia, Neta Lavon e dalla professoressa Shulamit Levenberg della Facoltà di Ingegneria Biomedica del Technion – Israel Institute of Technology, insieme all’incubatore food-tech israeliano The Kitchen, che fa parte di Strauss Group.
Ad oggi, stando a The Times of Israel, la startup ha raccolto un totale di circa 120 milioni di dollari da una serie di investitori privati e pubblici, tra cui l’attore e attivista ambientale Leonardo DiCaprio.
La startup è uno dei principali attori del settore food tech israeliano, che negli ultimi anni è diventato un importante hub per le carni coltivate. Solo Israele infatti è paragonabile a Singapore, che detiene il primato, per finanziamenti a startup e infrastrutture dedicate al settore. “Tre delle prime otto aziende di carne coltivata al mondo sono israeliane e il 15% degli investimenti globali nel settore è destinato alle aziende israeliane di carne coltivata”, ha osservato Alla Voldman, vicepresidente della strategia e della politica di The Good Food Institute di Israele.
L’anno scorso Aleph Farms ha anche avviato il processo per ottenere l’autorizzazione normativa per i suoi prodotti nel Regno Unito e in Svizzera e ha annunciato la collaborazione con la Esco Aster di Singapore per creare un impianto per la produzione di carne coltivata nel Paese con una capacità di produrre da 10 a 20 tonnellate di bistecche all’anno.