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Astrazeneca

AstraZeneca gongola per il picco di contagi nell’Europa continentale?

Ecco perché secondo Pascal Soriot, ceo di AstraZeneca, l’Europa è tornata a essere l’epicentro della pandemia (dopo aver rifiutato il vaccino anglo-svedese)

 

Il picco di casi nell’Europa continentale sarebbe collegato al rifiuto da parte di molti Paesi del vaccino a vettore virale di AstraZeneca. O almeno, questo è quello che sostiene Pascal Soriot, amministratore delegato della casa farmaceutica anglo-svedese.

COSA HA DETTO SORIOT

Soriot, intervenendo in un programma radiofonico della BBC, per rispondere alla domanda se fosse deluso dalla decisione del Regno Unito di non usare il vaccino di AstraZeneca per il richiamo, ha affermato che esisterebbe un collegamento tra l’aumento dei casi di Covid nell’Europa continentale e il rifiuto del loro siero.

IL CASO DEL REGNO UNITO

Il ceo di AstraZeneca, a sostegno della sua tesi, ha portato il caso del Regno Unito dove, nonostante i contagi continuino ad aumentare come in molti altri Paesi, il numero di persone ricoverate in ospedale comunque diminuisce.

In Austria, per esempio, ricorda il Financial Times, 28,7 persone su 100.000 sono in ospedale rispetto alle 12 su 100.000 del Regno Unito. Quest’ultimo, ha fatto notare Soriot, ha ampiamente utilizzato il vaccino anglo-svedese e da qui nascerebbe il collegamento.

“È davvero interessante quando si guarda al Regno Unito”, ha detto. “C’è stato un grande picco di infezioni ma non così tanti ricoveri rispetto all’Europa. Nel Regno Unito [il vaccino AstraZeneca, ndr] è stato usato per vaccinare gli anziani, mentre in Europa si pensava inizialmente che il vaccino non funzionasse negli anziani”.

LA SPIEGAZIONE DI SORIOT

Il ceo della società ha spiegato che alcuni dati hanno dimostrato che la risposta delle cellule T del vaccino anglo-svedese nelle persone anziane potrebbe essere più duratura rispetto ai sieri a mRNA.

“Quello che sto dicendo è che le cellule T contano e in particolare riguardo alla durata della risposta, soprattutto nelle persone anziane, e questo vaccino ha dimostrato di stimolare le cellule T in misura maggiore nelle persone anziane”, ha dichiarato Soriot, che però ha anche aggiunto: “Non c’è prova di nulla… non lo sappiamo. Ma abbiamo bisogno di più dati per analizzare questo e ottenere la risposta”.

COSA SONO LE CELLULE T

Le cellule T sono una classe di cellule immunitarie che educano le cellule B, produttrici di anticorpi, sulla natura della minaccia virale ed eliminano le cellule infette.

LA REAZIONE DEGLI SCIENZIATI

Sebbene ci siano ragioni teoriche per cui il vaccino AstraZeneca potrebbe innescare risposte immunitarie leggermente diverse rispetto a un vaccino a mRNA come quelli di Pfizer o Moderna, gli scienziati, tuttavia, scrive il Guardian, hanno reagito con scetticismo alle affermazioni di Soriot.

Danny Altmann, professore di immunologia all’Imperial College di Londra, ha affermato che sarebbe ‘avventato’ cercare di attribuire le differenze nella forma delle curve di infezione dei Paesi a singoli fattori. Bisognerebbe, infatti, considerare moltissimi elementi come per esempio se e quando sono state introdotte restrizioni, il tempo intercorso tra prima e seconda dose, l’età della popolazione e la prevalenza di altre malattie, ma anche la comparsa di nuove varianti.

“Scientificamente non so da dove si potrebbe iniziare a farlo”, ha detto Altmann. “Tutti i vaccini sono, a vari gradi, piuttosto sorprendenti. Tutti inducono l’intera gamma di immunità, compresi gli anticorpi neutralizzanti e [diversi tipi di] cellule T”.

“Fare paragoni tra i Paesi presenta molte difficoltà ed è molto probabile che porti a conclusioni che non sono affidabili”, ha concordato Lance Turtle, docente e medico consulente in malattie infettive presso l’Università di Liverpool.

IL CAMBIO DI STRATEGIA DI ASTRAZENECA

L’intervista a Soriot poi, scrive Endpoints News, ha toccato anche la questione dei profitti. AstraZeneca, infatti, finora ha distribuito il vaccino al costo di produzione, senza incassare alcun profitto, al contrario dei competitor.

“Sapevamo che alcuni vaccini sarebbero stati venduti per guadagnare ma noi abbiamo deciso fin dall’inizio che avremmo collaborato con Oxford per far arrivare il vaccino in tutto il mondo e per ampliare il più possibile l’accesso senza fare profitti”, ha detto il ceo della casa anglo-svedese.

“Non abbiamo alcun rimpianto su questa decisione”, ha precisato Soriot, confermando però che dal prossimo anno il vaccino inizierà a generare “un modesto profitto” per la società che verrà destinato al finanziamento di un nuovo anti-virale contro il Covid.

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