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Sindacati

Scioperi nei servizi pubblici essenziali, sanzioni troppo basse. Parola di Garante

Non solo sanzioni. Che cosa emerge dalla relazione del presidente della Commissione di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali

 

Più di 1000 scioperi nei servizi pubblici essenziali nel 2021. È quanto emerge dalla Relazione annuale del presidente dell’Autorità di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali, il prof. Giuseppe Santoro-Passarelli, presentata a Montecitorio questa mattina.

I NUMERI DEGLI SCIOPERI NEI SERVIZI PUBBLICI IN ITALIA

Per la precisione le proteste sono state 1.009, quasi 3 al giorno, contro le 894 dell’anno precedente, e i settori più conflittuali sono quelli del trasporto pubblico locale e dell’igiene ambientale. Nell’anno passato ci sono sono stati proclamati 21 scioperi generali nazionali e ne sono stati effettuati 18, per 3 è pervenuta la revoca. Nel 2020 ne erano stati proclamati 8 ed effettuati solo la metà. A indire gli scioperi sono di solito i sindacati di base (Cobas, Slai Cobas, Usb, Usi-Ait, Usi, Sgb, Cub). L’adesione, però, non è stata particolarmente rilevante, dice la Commissione. A parte lo sciopero “del giorno 8 marzo che, rivestendo caratteristiche internazionali, ha avuto un alto consenso, per i restanti scioperi – fa notare la Commissione – si è riscontrato un basso livello di adesione”.

NEL 2021 RIPRENDE LA CONFLITTUALITÀ SOCIALE

Il 2021 ha rappresentato per il nostro paese l’anno della ripresa produttiva, dopo l’emergenza pandemica del 2020. “Nel periodo più critico di tale emergenza (mesi di marzo e aprile) – ha spiegato il Presidente della Commissione, Prof. Giuseppe Santoro-Passarelli la Commissione ha introdotto una moratoria generale degli scioperi nei servizi pubblici essenziali. Con la graduale ripresa delle attività produttive, si registra anche un’analoga, graduale, ripresa della conflittualità”. Tale dato fotografa la propensione al conflitto nel settore dei servizi pubblici essenziali ed è stato calcolato sommando “tutte le astensioni (generali, nazionali, locali, settoriali, delle prestazioni straordinarie e accessorie, etc.), distribuite in tutto il Paese”.

GLI INTERVENTI DELLA COMMISSIONE: IRREGOLARITÀ NEL 97% DEI CASI

La Commissione è intervenuta, su 272 proclamazioni di sciopero, prima che venissero effettuate, per segnalare delle irregolarità. Nel 97% dei casi tali indicazioni hanno avuto un riscontro “con la revoca o l’adeguamento da parte dei soggetti proclamanti”. Il lavoro della Commissione non si è limitato alla segnalazione ma “ha aperto formale procedimento di valutazione del comportamento su 13 scioperi, la cui effettuazione è stata ritenuta irregolare”. Dunque quasi tutte le astensioni dal servizio sono state effettuate nel rispetto delle regole. “Non solo – aggiunge la Commissione -, con la mancata attuazione di scioperi illegittimi si è anche evitato al Paese un impatto economico che dallo sciopero deriva sulle attività produttive”. Il settore dei servizi pubblici essenziali è interessato da un numero rilevante di astensioni dal lavoro ma inferiore a quello degli anni passati, precedenti alla pandemia. “Il dato generale nel 2019 registra un pur lieve incremento delle proclamazioni di astensioni nei servizi pubblici essenziali, rispetto al precedente anno: 2.345, rispetto alle 2.101 del 2018 – si legge nella Relazione del 2020 -. Sul piano concreto, poi, a seguito di revoche spontanee delle organizzazioni proclamanti e degli interventi della Commissione, le astensioni effettuate scendono a circa la metà: 1.462, rispetto ai 1.384 dell’anno precedente”.

NEL 2021 CI SONO STATI 18 SCIOPERI GENERALI

Nel 2021 sono stati effettuati 18 scioperi generali nazionali, nel 2020 erano state solo 4, nonostante la moratoria introdotta dalla Commissione, ma ben 14 nel 2019. Solo uno di questi scioperi è stato proclamato da Cgil e Uil, quello del 16 dicembre scorso. “Tutti gli altri sono stati proclamati da sindacati di base, non adeguatamente presenti nei vari settori produttivi, con motivazioni politiche e/o economiche spesso generiche e con livelli di adesione del tutto irrilevanti”, come emerso dalla Relazione del presidente della Commissione di garanzia sugli scioperi.

IL GARANTE SUI SERVIZI PUBBLICI CHIEDE PIÙ POTERE PER LA COMMISSIONE

Il prof. Santoro-Passarelli ha proposto una revisione delle attività dell’Autorità, al fine di rafforzarne il ruolo. Del resto, l’ultimo intervento normativo risale al 2000. “Probabilmente – ha affermato il presidente – qualche intervento di adeguamento da parte del legislatore sarebbe auspicabile“. Potrebbe essere utile istituzionalizzare un intervento della Commissione, come ‘strumento’ di composizione del conflitto e di dialogo tra le parti, sviluppando possibili funzioni rivolte a fornire proposte, anche vincolanti, di risoluzione delle controversie. Inoltre il Garante ha proposto di “riconoscere alla Commissione – pur nell’attuale quadro legale in materia di precettazione riservata, come è noto, Governo e ai Prefetti – oltre che il potere di segnalazione dei profili di illegittimità, un potere di differimento o di raggruppamento degli scioperi“. Tali segnalazioni della Commissione non hanno il potere di bloccare gli scioperi.

AUMENTARE LE SANZIONI

Il Garante chiede al legislatore anche di aumentare le sanzioni previste in caso di condotte illecite. “È altresì necessario – aggiunge – un adeguamento degli importi delle sanzioni previsto per le organizzazioni sindacali e per i datori di lavoro, stabilite attualmente da un minimo di 2.500 euro, fino a un massimo di 50.000 euro, seppur raddoppiabili nei casi di particolare gravità della condotta. Si tratta di una previsione oramai inadeguata per i grandi sindacati e può rivelarsi del tutto irrilevante per le amministrazioni e le grandi imprese. Per queste ultime si potrebbero ipotizzare anche forme di sanzioni alternative, quali la revoca della concessione del servizio pubblico, oppure, la perdita del profitto derivante dai costi corrisposti dagli utenti per l’utilizzo del servizio (ad esempio, la proroga degli abbonamenti nel trasporto pubblico)”.

GARANTE ALLA STAMPA: EVITARE EFFETTO ANNUNCIO

Il Garante chiama in causa direttamente i mezzi di informazione ai quali chiede di evitare gli allarmismi e gli effetti annuncio. “Appare necessario rinforzare il ruolo dell’informazione, per fare in modo che lo svolgimento degli scioperi, nella loro reale consistenza e l’attività della nostra Authority siano, efficacemente, portati a conoscenza dell’opinione pubblica – dice il Prof. Giuseppe Santoro-Passarelli –. Si possono, in tal modo, evitare inutili allarmismi, o ‘effetti annuncio’, di fronte ad astensioni proclamate da organizzazioni non adeguatamente presenti nei servizi interessati e che avranno adesioni del tutto irrisorie e senza arrecare un vero pregiudizio all’erogazione degli stessi”.

LA MICRO CONFLITTUALITÀ NEI SERVIZI PUBBLICI ESSENZIALI

Inoltre il presidente della Commissione di garanzia ricorda che nei servizi pubblici essenziali la conflittualità si sviluppa attraverso fenomeni di micro-conflittualità “spesso con scarsa adesione di lavoratori, ma che si rivelano frequentemente meno governabili delle grandi vertenze”. I sindacati meno strutturati e con un insediamento più ridotto nelle diverse categorie produttive ricorrono allo sciopero anche per “autolegittimarsi”. Di contro le grandi organizzazioni sindacali scioperano raramente e “a conclusione di grandi vertenze “dimostrando così la loro capacità di mantenere il conflitto, principalmente, sul piano del confronto negoziale”.

IL PRESIDENTE SANTORO-PASSARELLI BACCHETTA LE AZIENDE: “NON GARANTITE SOLO SERVIZI MINIMI”

Il presidente conclude bacchettando le aziende erogatrici di servizi pubblici essenziali che non modulano la restrizione dei servizi offerti alla reale partecipazione allo sciopero. In altre parole, anche a fronte di un’adesione limitata, le aziende optano per la soluzione più semplice e si limitano a “garantire solo le soglie minime previste nelle discipline di settore”. Il presidente ha concluso ricordando che la Commissione “ha cercato fermamente di contrastare tale tendenza con un’opera di sollecitazione, verso aziende e amministrazioni, per far sì che, nella previsione delle soglie di servizio, si tenga conto, innanzitutto, della consistenza delle organizzazioni sindacali che lo proclamano e, conseguentemente, della verosimile rilevanza che lo sciopero potrà avere”. Inoltre “nella prospettiva di poter fornire il servizio per intero, o comunque in misura maggiore della soglia minima prevista dalla legge, nei casi di astensioni di scarso impatto si è anche invitato amministrazioni e aziende erogatrici a non dare alcuna comunicazione all’utenza, al fine di evitare l’effetto annuncio della proclamazione di sciopero”, ha concluso il prof. Giuseppe Santoro-Passarelli.

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