Il governo ha chiuso il procedimento amministrativo su Pirelli per la possibile violazione da parte della compagnia statale cinese Sinochem – il maggiore azionista, con una quota del 37 per cento – delle prescrizioni contenute nel golden power.
L’intervento dell’esecutivo tramite i poteri speciali risaliva al giugno del 2023 ed era finalizzato sia alla preservazione delle tecnologie critiche della società milanese di pneumatici (come i sensori Cyber Tyre), sia alla tutela della sua autonomia dall’influenza di Sinochem (e indirettamente del Partito comunista cinese). Il procedimento sanzionatorio, invece, era stato avviato nell’ottobre 2024.
IL GOVERNO ARCHIVIA IL PROVVEDIMENTO: LA NOTA DI PIRELLI
In una nota diffusa oggi, Pirelli ha fatto sapere che la presidenza del Consiglio dei ministri ha archiviato il procedimento in questione dopo aver stabilito che Sinochem – nel testo si fa riferimento a China National Tire and Rubber (Cnrc), una divisione del gruppo – non ha compromesso l’autonomia gestionale dell’azienda.
“La presidenza del Consiglio dei ministri”, si legge, “ha deciso che la presunta responsabilità in capo a Cnrc […] non abbia trovato conferma negli elementi acquisiti in quanto i comportamenti posti in essere dai consiglieri non indipendenti designati da Cnrc nel periodo in esame [dal giugno 2023 all’ottobre 2024, ndr] non si sono concretizzati in atti/decisioni capaci di pregiudicare l’autonomia gestionale di Pirelli”.
IL PROBLEMA CINESE DI PIRELLI
Il problema con la presenza di Sinochem in Pirelli è legato principalmente alla tecnologia Cyber Tyre, ritenuta cruciale per la crescita dell’azienda. In poche parole, questa permette la raccolta di dati attraverso dei sensori posizionati all’interno degli pneumatici, la loro elaborazione attraverso degli algoritmi (anch’essi proprietari di Pirelli) e la comunicazione in tempo reale con i sistemi di guida e controllo dell’auto.
Negli Stati Uniti – un mercato rilevantissimo per le vendite di Pirelli, specie per quanto riguarda i prodotti ad alto valore aggiunto – è stata però vietata la vendita delle tecnologie cinesi per i “veicoli connessi”, per ragioni di sicurezza; nell’elenco di queste tecnologie potrebbero rientrare, appunto, anche i sensori Cyber Tyre, visto il posto occupato da Sinochem nell’azionariato della società guidata da Marco Tronchetti Provera (nella foto).
L’AVVERTIMENTO DEL BUREAU AMERICANO
L’agenzia Bloomberg ha rivelato che a luglio l’Ufficio dell’industria e della sicurezza del dipartimento del Commercio americano – cioè l’agenzia che si occupa di monitorare le tecnologie critiche, anche attraverso i controlli alle esportazioni – aveva avvertito le autorità italiane che le misure di protezione adottate per Pirelli potrebbero non essere sufficienti a esentare l’azienda dalle restrizioni sulle tecnologie cinesi per la mobilità connessa.
LA PRESENZA CINESE IN PIRELLI E IN CAMFIN
Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo di Pirelli e azionista – attraverso le holding Camfin e Mtp Spa – con il 27,4 per cento, vorrebbe ridurre la quota di Sinochem nell’azionariato, in modo da evitare problemi negli Stati Uniti.
Un’altra questione, poi, è la presenza della famiglia cinese Niu all’interno di Camfin. Il veicolo Longmarch Holding (il cui nome richiama la “lunga marcia” dell’Armata rossa cinese nel 1934) è infatti il primo azionista di Camfin con il 34,9 per cento. La Mtp Spa di Tronchetti Provera ha il 31,7 per cento, ma possiede la maggioranza dei diritti di voto.
Niu Yishun, imprenditore cinese e fondatore di Hixih Rubber (società di componentistica per automobili), è un privato, ma l’influenza del Partito comunista cinese sugli imprenditori è comunque forte.