L’anno scorso la perdita di Philips, partecipata dal gruppo Exor, è aumentata ma gli ordini sono tornati a crescere. Inoltre, nel 2024, la multinazionale olandese attiva nel campo elettronico e delle tecnologie per la salute ha raggiunto un accordo negli Usa sui suoi dispositivi per apnee notturne difettosi Respironics. E per il 2025 prevede una crescita delle vendite comparabili dell’1%-3%.
IL 2024 DI PHILIPS
Nel 2024, Philips ha registrato vendite pari a 18 miliardi di euro, con una crescita delle vendite comparabili dell’1%; 5,0 miliardi di euro nel quarto trimestre, con crescita delle vendite comparabili dell’1%, nonostante il calo a due cifre in Cina.
Gli ordini comparabili sono aumentati dell’1% nel 2024; in aumento del 2% nel quarto trimestre, nonostante il calo a due cifre in Cina. In ottobre, a seguito di un crollo significativo della domanda cinese nel terzo trimestre, il gruppo aveva tagliato le previsioni di vendita per il 2024 e, a gennaio, il Ceo di Philips, Roy Jakobs aveva dichiarato di aspettarsi che la Cina rappresentasse circa il 10% del fatturato, in calo rispetto a oltre il 13% dell’inizio del decennio.
Complici, secondo il gruppo, una minore fiducia dei consumatori e le misure anti-frode attuate nel settore sanitario del Paese, che incidono sugli ordini degli ospedali.
PERDITA (E VENDITE) IN CRESCITA
“Nonostante i cali a due cifre della domanda nei sistemi sanitari e di consumo in Cina, siamo tornati a una crescita positiva degli ordini e abbiamo continuato a guidare l’espansione del margine e la generazione di flussi di cassa – ha commentato Jakobs -. Con il nostro solido bilancio siamo lieti di offrire agli azionisti la possibilità di ricevere il dividendo in azioni o in contanti”.
Il margine EBITA rettificato è aumentato di 90 punti base all’11,5% delle vendite nel 2024; in aumento di 60 punti base al 13,5% nel quarto trimestre. La perdita del 2024 è stata di 698 milioni di euro, in crescita rispetto al rosso di 463 milioni di euro del 2023. Il free cash flow è stato di 906 milioni di euro nel 2024; 1.285 milioni di euro nel quarto trimestre.
Philips ha aumentato l’obiettivo di risparmio sulla produttività per il 2023-2025 da 2 miliardi di euro a 2,5 miliardi di euro, 800 milioni di euro nel 2025.
PREVISIONI PER IL 2025
Per il 2025, Philips prevede una crescita delle vendite comparabili dell’1%-3%, incluso un calo medio-alto a una cifra in Cina; un aumento del margine EBITA rettificato di 30-80 bps all’11,8%-12,3%; il free cash flow prima del pagamento del cash-out di 1,1 miliardi di dollari relativo al monitoraggio medico statunitense e agli accordi per lesioni personali sarà nella fascia inferiore dell’intervallo tra 1,4 miliardi di euro e 1,6 miliardi di euro. Al netto di questo cash-out, il free cash flow sarà compreso tra 0,4 e 0,6 miliardi di euro.
IL CASO DEI DISPOSITIVI DIFETTOSI
Oltre al calo delle vendite in Cina, nel 2024, Philips ha dovuto affrontare anche il caso Respironics. Tutto è iniziato nel giugno 2021 quando la Food and Drug Administration (Fda) ha richiamato 15 milioni di dispositivi respiratori e ventilatori utilizzati per l’apnea notturna a causa del rischio di degradazione e tossicità di un componente in schiuma sospettato di effetti cancerogeni. L’agenzia sanitaria statunitense aveva registrato 100.000 segnalazioni di reclami sulle macchine e 561 decessi.
Lo scorso aprile, Philips, pur non ammettendo alcuna colpa o responsabilità, né che le lesioni siano state causate dai dispositivi Respironics, ha dichiarato di aver raggiunto un accordo da 1,1 miliardi di dollari negli Stati Uniti. “Questo accordo è significativamente inferiore alle aspettative di 2-4 miliardi di dollari e al caso peggiore di 10 miliardi di dollari”, hanno dichiarato gli analisti di Barclays. La risoluzione del contenzioso ha riportato fiducia tra gli investitori e infatti Exor NV e Artisan Partners hanno aumentato le loro partecipazioni nell’azienda.
LA CLASS ACTION PARTITA DA TORINO
Anche in Italia, nell’aprile 2023, i circa 100.000 pazienti che utilizzano i respiratori coinvolti avevano intentato, da Torino, una class action contro Philips per la lentezza nei richiami che, dopo circa 16 mesi di battaglia legale, si è conclusa con la condanna dell’azienda. La Corte di Appello di Milano aveva quindi stabilito che Philips e Respironics Deutschland GmbH dovessero pagare una penale di 20mila euro per ogni giorno di ritardo (a decorrere dal 30 giugno 2023) nell’esecuzione del ritiro degli apparecchi difettosi.
E sempre dall’Italia, lo scorso luglio, è partita una maxi class action europea a causa degli stessi dispositivi. L’azione collettiva, promossa dal pool internazionale di avvocati Global Justice Network e dall’associazione italiana dei consumatori Adusbef, è stata depositata il 27 giugno 2024 a Milano, dove si trova la sede centrale di Philips per la qualità dei prodotti. A sostenerla sono oltre 1,2 milioni di utenti che chiedono un risarcimento, con un indennizzo di almeno 70.000 euro per ogni ricorrente per lo stress emotivo e altri danni.