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Philips di Exor è ancora in apnea?

Inizio anno con segno negativo per Philips (partecipata dal gruppo Exor). L'azienda olandese sconta la condanna per i suoi dispositivi per apnee notturne difettosi, ma resta fiduciosa per il 2024. Tutti i dettagli

 

Il contenzioso sui dispositivi per apnee notturne difettosi pesa sui conti di Philips. La società olandese, di cui Exor ha acquisito lo scorso agosto il 15%, annunciando i risultati del primo trimestre del 2024 ha riferito di una perdita netta di 999 milioni di euro, rispetto a una perdita di 665 milioni di euro per il periodo analogo dell’anno precedente.

Il Ceo, Roy Jakobs, rassicura comunque sulle prospettive per i prossimi mesi.

I CONTI DI PHILIPS

Secondo quanto riferito da Philips, l’azienda ha chiuso il primo trimestre del 2024 con un fatturato pari a 4,1 miliardi di euro, con una crescita comparabile del 2,4%. Il margine Ebita rettificato è stato pari al 9,4% delle vendite.

L’utile netto del primo trimestre, come si legge nel comunicato finanziario, è diminuito rispetto allo stesso periodo del 2023, registrando una perdita netta di 998 milioni di euro, rispetto a una perdita di 665 milioni di euro per il periodo analogo dell’anno precedente. La perdita è dovuta principalmente all’accantonamento per il contenzioso Respironics e all’aumento degli oneri fiscali.

LA GRANA DI RESPIRONICS

Nel giugno 2021, la Food and Drug Administration (Fda) aveva richiamato 15 milioni di dispositivi respiratori e ventilatori utilizzati per l’apnea notturna a causa del rischio di degradazione e tossicità di un componente in schiuma sospettato di effetti cancerogeni. L’agenzia sanitaria statunitense aveva registrato 100.000 segnalazioni di reclami sulle macchine e 561 decessi.

Ora Philips, pur non ammettendo alcuna colpa o responsabilità, né che le lesioni siano state causate dai dispositivi Respironics, ha dichiarato di aver raggiunto un accordo da 1,1 miliardi di dollari negli Stati Uniti. “Questo accordo è significativamente inferiore alle aspettative di 2-4 miliardi di dollari e al caso peggiore di 10 miliardi di dollari”, hanno dichiarato gli analisti di Barclays.

Anche in Italia i circa 100.000 pazienti che utilizzano i respiratori coinvolti hanno intentato, da Torino, una class action contro Philips per la lentezza nei richiami che, dopo circa 16 mesi di battaglia legale, si è conclusa con la condanna dell’azienda. La Corte di Appello di Milano ha quindi stabilito che Philips e Respironics Deutschland GmbH devono pagare una penale di 20mila euro per ogni giorno di ritardo (a decorrere dal 30 giugno 2023) nell’esecuzione del ritiro degli apparecchi difettosi.

L’azienda, tuttavia, sta ancora affrontando cause legali in Europa per lo stesso motivo.

LA REAZIONE DELLA BORSA

In seguito all’annuncio dell’accordo di risarcimento raggiunto negli Stati Uniti, le azioni Philips hanno registrato un’impennata del 33% all’inizio delle contrattazioni di questa mattina. Per gli analisti di Barclays la notizia “arriva molto prima del previsto e rimuove un ostacolo che molti temevano si sarebbe protratto per anni”.

Stando a Reuters, gli ultimi tre anni di timori di ingenti cause legali hanno sottratto alla multinazionale circa due terzi del valore di mercato. Il picco raggiunto oggi dalle azioni infatti è il livello più alto dal maggio 2022, ma valevano ancora solo la metà rispetto a prima dell’inizio del richiamo nel giugno 2021.

PREVISIONI CONFERMATE

Già a fine gennaio, il Ceo di Philips aveva confermato le prospettive finanziarie per il periodo 2023-2025 e ora ha dichiarato che l’azienda ha “iniziato l’anno in linea con il nostro piano, con una crescita degli ordini al di fuori della Cina che è diventata positiva e un forte miglioramento dei margini. Grazie al lancio di innovazioni chiave e alla forte concentrazione sulle nostre priorità di esecuzione, siamo fiduciosi nel nostro piano di miglioramento delle prestazioni per il 2024”.

Per l’intero anno 2024, Philips continua a prevedere una crescita delle vendite comparabili del 3-5% e un margine Ebita rettificato dell’11-11,5%. Il free cash flow previsto è ora aumentato a 0,9-1,1 miliardi di euro nel 2024, compresa la ricezione da parte degli assicuratori per le richieste di indennizzo per responsabilità da prodotto Respironics e il pagamento rimanente relativo alla liquidazione della perdita economica.

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