Il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Mark Rutte, alza l’asticella fino al 5% di spesa per la difesa da parte di tutti i membri della Nato.
La Nato mira a concordare i nuovi obiettivi in occasione del vertice della Nato, che a fine giugno riunirà all’Aia i capi di Stato dei 32 paesi alleati, l’esito dei negoziati comincia a delinearsi nella riunione presso la sede dell’Alleanza Atlantica a Bruxelles.
Non solo: Rutte è favorevole al ricorso all’indebitamento per sostenere l’incremento delle spese militari.
“Abbiamo bisogno di più risorse, forze e capacità per essere pronti ad affrontare qualsiasi minaccia e attuare pienamente i nostri piani di difesa collettiva” ha spiegato ieri il segretario generale della Nato, prima della riunione dei ministri della Difesa. “Spetta alle autorità politiche trovare i mezzi, sia attraverso un aumento delle tasse, sia attraverso l’indebitamento, sia attraverso risparmi altrove”, ha aggiunto Rutte, ripreso da Mattinale Europeo.
Un cambio di rotta a 360 gradi per l’ex leader dei Paesi Bassi per 14 anni, il capo dei cosiddetti “Paesi frugali”, da sempre favorevole all’austerità fiscale.
Dall’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, i paesi europei hanno aumentato la spesa per la difesa, ma per il numero uno della Nato ora devono aumentare considerevolmente per tenere testa a Mosca.
Secondo gli ultimi dati della Nato, 23 dei 32 Stati membri sono sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo del 2% del Pil destinato alla difesa (traguardo fissato nel vertice del 2014) entro l’estate. Una serie di Paesi, come Italia, Spagna, Canada e Belgio, che si trovano ancora al di sotto di tale livello, si sono impegnati a raggiungerlo entro il 2025.
Quel che è certo è che ad oggi, nessun membro ha ancora toccato la soglia del 5% per la spesa militare. La Polonia guida la classifica con una previsione di spesa pari al 4,7% del Pil per quest’anno, mentre Lituania e Lettonia hanno annunciato l’intenzione di raggiungere o superare il 5% entro i prossimi due anni.
Tutti i dettagli.
IL SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO RUTTE: “BISOGNA SPENDERE DI PIÙ”
Durante la ministeriale Difesa Nato, “prevedo che troveremo un accordo” in termini di capacità degli investimenti da effettuare nel comparto della difesa e “naturalmente discuteremo di molte altre questioni, ma questo è un elemento fondamentale” per “garantire che al summit (dell’Aia previsto a fine mese) ci si impegni a sostenere maggiori spese e una maggiore produzione” ha detto ieri il segretario generale della Nato, Mark Rutte, al suo arrivo della ministeriale Difesa dell’Alleanza atlantica a Bruxelles.
“Quindi, come sapete, per prepararsi alla guerra, bisogna spendere di più”, ha evidenziato Rutte. “E quando si è veramente preparati alla guerra, non si viene attaccati.Questo sarà un investimento extra considerevole. Ed è qui che prevedo che all’Aia decideremo un obiettivo di spesa molto più elevato per tutte le nazioni della Nato”, ha proseguito. “Dobbiamo investire nei nostri sistemi di difesa aerea, dobbiamo investire nei nostri, diciamo, missili a lungo raggio, dobbiamo investire nella capacità di rinnovare le nostre formazioni terrestri, nei sistemi di comando e controllo”, ha concluso.
CONCORDE CON GLI USA
“Sarà un investimento aggiuntivo considerevole”, ha insistito Rutte, prevedendo che al vertice dell’Aja “decideremo un obiettivo di spesa molto più elevato per tutte le nazioni della Nato”. Un segno di allineamento nei confronti dell’alleato transatlantico visto che da tempo il presidente Usa Trump sta aumentando la pressione su Europa e Canada affinché aumentino l’obiettivo di spesa della Nato in occasione del vertice all’Aia il mese prossimo.
Sempre ieri il Segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth ha dichiarato di essere fiducioso che i membri della Nato aderiranno alla richiesta di Donald Trump di un forte aumento della spesa per la difesa.
“Siamo qui per continuare il lavoro avviato dal Presidente Trump, ovvero l’impegno a raggiungere il 5% della spesa per la difesa in tutta l’alleanza, obiettivo che riteniamo si realizzerà”, ha dichiarato Hegseth, aggiungendo: “Dovrà essere raggiunto entro il vertice dell’Aia previsto per la fine di questo mese”.
COME TROVARE LE RISORSE?
Dunque come fare per raggiungere questo obiettivo?
Nel tentativo di aiutare i paesi europei a incrementare la spesa pubblica, l’Ue ha proposto di allentare le regole di bilancio e non solo. Proprio la scorsa settimana il Consiglio dell’Unione europea ha adottato lo strumento d’azione per la sicurezza in Europa (Safe), il primo pilastro del piano ReArm Europe/Readiness 2030. Si tratta di un pacchetto di prestiti con una dotazione di 150 miliardi di euro per finanziare i piani di difesa europei.
Secondo il segretario della Nato “Spetta alle autorità politiche trovare i mezzi, sia attraverso un aumento delle tasse, sia attraverso l’indebitamento, sia attraverso risparmi altrove”.
ADDIO AUSTERITÀ, BENVENUTO AUMENTO DI SPESA (MILITARE)
Parole che suonano stridenti in bocca a Mark Rutte, ex primo ministro olandese e figura influente nel Consiglio europeo, all’epoca paladino in difesa degli interessi “frugali” del Nord Europa, anziché delle spese in difesa.
E non basta andare nemmeno troppo lontano nel tempo: nel 2019 l’Olanda, guidata da Rutte, ha mantenuto un atteggiamento prudente e critico verso le politiche economiche italiane, in particolare riguardo al debito pubblico elevato. Rutte era contrario alla flessibilità fiscale richiesta da governi italiani più espansivi, come quello giallo-verde (Conte I).
Nel bel mezzo della pandemia Covid-19, durante i negoziati per il Recovery Fund (Next Generation EU), l’allora premier olandese è stato tra i leader più critici verso l’Italia. Si opponeva a trasferimenti a fondo perduto e insisteva su prestiti condizionati. Ha chiesto forti garanzie sulle riforme in cambio dei fondi, proponendo un “diritto di veto” sulle erogazioni. Nei vertici europei dell’estate 2020, si è scontrato più volte con Giuseppe Conte (allora premier italiano), sostenendo che: “I paesi che ricevono i fondi devono fare riforme serie. Non pagheremo per gli altri senza condizioni.”
“DOBBIAMO RIDURRE L’INDEBITAMENTO PUBBLICO” NON VALE PIÙ PER LA DIFESA?
E arriviamo a gennaio 2023 quando durante un panel del Forum economico mondiale, in qualità di premier olandese, Rutte dichiarò che “Dobbiamo ridurre l’indebitamento pubblico, che è ancora troppo alto in Italia, in Francia ed altri Paesi, alcuni grandi, e appesantisce la crescita”. In quell’occasione Rutte aveva criticato la spesa pensionistica: “dobbiamo fare riforme strutturali, in particolare delle pensioni, se si guarda all’Italia, alla Francia e altri spendono dal 10 al 15% del Pil nelle pensioni” togliendo risorse che potrebbero aiutare le famiglie contro l’inflazione. Considerazioni che oggi non sembrano valere per la spesa in difesa.
“Per l’Italia spendere il 5% del Pil in difesa come proposto dalla Nato ora è “impossibile”, ha dichiarato oggi il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a margine della ministeriale Difesa della Nato a Bruxelles. Tuttavia, “può essere una prospettiva – se la fisseranno i leader a lungo termine – un 3,5% che si può raggiungere entro il 2035 e l’1,5% che va slegato dagli investimenti puri nella difesa”, ha aggiunto.
Di sicuro Rutte, oggi segretario generale della Nato, ne discuterà con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni quando lo riceverà a Palazzo Chigi il prossimo 12 giugno.